la storia

Fedez si racconta a "Il tempo della Salute": "dopo l'intervento sto bene e riesco a fare le stesse cose di prima"

Il cantante ha preso parte all'evento insieme al chirurgo che l'ha operato lo scorso marzo per ribadire l'importanza dell'informazione e della condivisione

Fedez si racconta a "Il tempo della Salute": "dopo l'intervento sto bene e riesco a fare le stesse cose di prima"
Pubblicato:
Aggiornato:

Dal 10 al 13 novembre 2022 si è svolto l'evento organizzato dal Corriere della Sera "Il Tempo della Salute", a cui ha preso parte anche Fedez insieme al chirurgo che l'ha curato, Massimo Falconi, per raccontare la storia del suo cancro, come l'ha scoperto, come l'ha affrontato e com'è la sua vita oggi.

Fedez si racconta a "Il tempo della Salute

MILANO - Per molto tempo il tumore è stato trattato come "l'innominabile". Chi veniva colpito si nascondeva, non riusciva a parlarne, un po' per paura, un po' per vergogna, ma oggi la situazione è diversa e cresce sempre di più il numero di persone malate che scelgono di rendere pubblica la propria storia, per aiutare chi vive nell'ombra e affronta la stessa battaglia e per informare quanto più possibile chi non ne sa abbastanza. La stessa cosa ha fatto Fedez, che lo scorso marzo ha scoperto di avere un cancro al pancreas e ha deciso di condividere sui social le tappe della sua esperienza.

L'importanza di condividere

Nel corso dell'evento Fedez ha spiegato i motivi della sua scelta: "ho deciso di parlare sui social della mia malattia in parte perché sentivo la necessità di condividere quello che mi stava accadendo, in parte anche per aiutare chi sta vivendo o dovrà vivere la mia stessa esperienza. Quando ho avuto la diagnosi ho cercato su internet e ho trovato poche informazioni. Il tumore neuroendocrino del pancreas è molto raro ed era quello di Steve Jobs, notizia non rassicurante. Non avevo altri riferimenti.

E poi c’è Gianluca Vialli, con il quale sono riuscito a parlare il giorno dopo e mi ha aiutato, mi ha dato sollievo. Ero consapevole che avrei ricevuto anche critiche, come quelle, puntualmente arrivate, sul mio affrontare esami e cure da “privilegiato”, ma volevo aiutare gli altri. Mi hanno persino chiamato “narcisista patologico”.

Ma ho ottenuto anche tanto affetto e sono tuttora convinto e contento della mia scelta. Per me il cancro non era tabù, purtroppo abbiamo avuto diversi casi in famiglia e ho perso alcuni parenti. Nei primi terribili giorni, e per tutto il periodo successivo, l’aiuto più grande è arrivato dalla mia famiglia e dagli amici. L’appoggio che può arrivare se parli è uno dei motivi per cui non bisogna nascondersi. La vicinanza di chi ti vuol bene è un grande aiuto per non scoraggiarsi".

La scoperta della malattia e il percorso

La diagnosi della malattia per Fedez è arrivata per caso e, per fortuna, in tempi precoci. "L’ho scoperto per caso tramite un esame di controllo, sono ipocondriaco e faccio dei check up, tra i quali una Tac ai polmoni per un pregresso problema respiratorio che ha evidenziato qualcosa che non andava. Da lì è partito l’iter di controlli: questo è stato il mio vero grande privilegio" - ha raccontato. Non c’erano metastasi e l’esame istologico ha evidenziato che la neoplasia non aveva intaccato i linfonodi. Per lui niente chemio dunque, ma un intervento chirurgico che ha previsto l’asportazione di duodeno, cistifellea, testa del pancreas e un pezzo di intestino.

La vita dopo l'intervento

"Pur avendo eliminato diversi organi e viscere, viene ricostruita la continuità fra i vari tubi dell’apparato digerente e si può vivere bene, come Federico dimostra" - ha spiegato Falconi. "Devo assumere farmaci ogni giorno, stare attento all’alimentazione, ho spesso problemi di digestione e fitte allo stomaco, che spero passino col tempo. Ma sto bene, riesco a fare le stesse cose di prima, la mia vita non è cambiata poi molto", ha rassicurato Fedez.

Patologie silenziose

Ogni anno in Italia sono circa 3 mila le nuove diagnosi di tumori neuroendocrini, patologie rare che possono colpire pancreas, intestino, polmoni, tiroide, timo o ghiandole surrenali. Falconi ha spiegato che si tratta di malattie che crescono lentamente e meno aggressive, ma comunque potenzialmente maligne e possono sviluppare metastasi anche dopo molti anni.

Nella maggior parte sono silenziose e quando vengono scoperte è sempre troppo tardi: "richiedono un approccio personalizzato e una gestione integrata da parte di vari specialisti. Se la patologia è localizzata, la chirurgia può portare a guarigione alte percentuali di pazienti. Quando invece ci sono già metastasi, oppure in caso di recidive che si presentano nel tempo, oggi abbiamo comunque a disposizione diversi tipi di farmaci. Non bisogna più parlare di tumori incurabili. Anche quando la guarigione non è, purtroppo, un obiettivo raggiungibile possiamo offrire comunque ai pazienti, nella maggior parte dei casi, cure che in molti casi allungano la sopravvivenza e migliorano la qualità della loro vita".

Informarsi è la chiave

Fedez ha poi chiuso il suo intervento ribadendo l'importanza di rimanere informati: "meglio parlare dieci minuti in più con il medico che cercare su Google, come ho fatto io per una notte intera, autoflagellandomi. Su internet si può trovare di tutto, molto meglio confrontarsi con il proprio team di specialisti".

A questo proposito, nel 2003 la Fondazione Umberto Veronesi dedicata all’oncologia e il Corriere della Sera hanno dato vita alla sezione "Sportello Cancro", per sostenere le persone affette da tumore e le loro famiglie in un momento così delicato, ma anche per migliorare le cure. Perché imparare a prevenire e a riconoscere i sintomi di un possibile disturbo può consentire una diagnosi precoce che può fare la differenza, proprio com'è accaduto a Fedez.

Seguici sui nostri canali