niente processo

Professore negò l'Olocausto interrompendo lo spettacolo: caso archiviato

Il gip di Milano ha accolto la richiesta di archiviazione per l’accusa di incitamento all’odio razziale e discriminazione

Professore negò l'Olocausto interrompendo lo spettacolo: caso archiviato
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Il professore ha accompagnato la sua classe allo spettacolo sulla Shoah ma poi ha interrotto l'attrice che dal palco elencava il numero dei morti.

Professore negò l'Olocausto interrompendo lo spettacolo: caso archiviato

MILANO – Niente processo per Pietro Marinelli, il professore di diritto ed economia dell’Itis Curie-Sraffa.

La decisione del gip di Milano: niente processo

Lo scorso 26 gennaio si era reso protagonista di contestazioni per aver interrotto uno spettacolo dedicato alla Shoah, riservato alle scolaresche allo Spazio Teatro 89 di Milano. Il gip di Milano ha accolto la richiesta di archiviazione per l’accusa di incitamento all’odio razziale e discriminazione.

La contestazione dell'insegnante dello scorso gennaio

Non si va a processo, quindi: il giudice non lo ha considerato colpevole per aver interrotto una scena dello spettacolo “Herr Doktor”, sul regime fascista. Appena in scena è stato raccontato dei 6 milioni di ebrei uccisi, il professore si è alzato urlando che “questa è la verità che vi fa comodo, è la vostra verità, ingigantite i numeri. I morti li ha avuti la Germania”, tra l’imbarazzo degli altri docenti, lo stupore degli studenti e lo sconcerto degli attori.

Fu sospeso dall'insegnamento per cinque mesi

Un caso che è arrivato anche ai vertici del Governo, con la sospensione per cinque mesi dall’insegnamento. Il professore era stato reputato incompatibile con l’insegnamento, soprattutto ai giovani, negando l’Olocausto. Ma avviate le indagini, non si è potuta dimostrare la serialità delle sue espressioni, considerate estemporanee.

Altri episodi quando insegnava

Non è la prima volta che il professore finisce nel vortice delle polemiche: post contro l’obbligo vaccinale, contro le norme anti covid, ma anche il caso a Corsico nel 2017, quando una studentessa che stava seguendo il Ramadan non si era alzata al suo ingresso in classe perché debilitata al digiuno. Il professore aveva definito la pratica dell’Islam disumana, mettendo in imbarazzo la giovane.

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