Nell'occhio del ciclone

Il rapper Baby Gang ancora nei guai: nel suo video ha usato una foto dei figli minorenni di una blogger

Un'altra denuncia per l'artista lecchese di origini marocchine che lo scorso 10 aprile era stato indagato per il maxi assembramento nel quartiere San Siro a Milano.

Il rapper Baby Gang ancora nei guai: nel suo video ha usato una foto dei figli minorenni di una blogger
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Il rapper Baby Gang è ancora nei guai. Questa volta l'artista 19enne di origini marocchine è stato denunciato dalla Guardia di Finanza di Torino per aver utilizzato nel videoclip della sua canzone "Cella 2" una foto dei figli della blogger Giada Lopresti, immagine coperta dal diritto d'autore e accostata ad un contenuto video nel quale viene raccontata la vita in prigione, collegamento è stato ritenuto diffamatorio nei confronti dei bambini.

L'ultima denuncia si aggiunge al gravoso fatto che ha visto Baby Gang come protagonista: lo scorso 10 aprile 2021, insieme al collega Neima Ezza, aveva radunato in via Micene, quartiere San Siro di Milano, ben 300 giovani per le riprese di un videoclip. Sul posto erano giunti gli agenti di Polizia in tenuta anti-assembramento per disperdere la folla, ma la situazione è degenerata in scontri e lanci di bottiglie e bastoni contro le forze dell'Ordine.

IL VIDEO INCRIMINATO:

Il rapper Baby Gang ancora nei guai

Come raccontato da "Prima Torino", il rapper lecchese Baby Gang, nome d'arte del 19enne Zaccaria Mouhib, artista molto popolare anche nella scena di Milano, è finito sotto l'attenzione della Guardia di Finanza di Torino.

I finanzieri, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, hanno eseguito sia indagini nel web, sia perquisizioni in alcune città lombarde acquisendo le prove che il rapper, unitamente ad altre due persone, ossia il regista e il realizzatore del video musicale, ha reperito la fotografia dei figli minori della blogger torinese Giada Lopresti all’interno del suo sito, tutelato dal diritto d’autore, per poi riprodurla abusivamente nel videoclip e nella copertina della canzone "Cella 2", brano che ha ottenuto quasi 10 milioni di visualizzazioni.

Oltre all'utilizzo non autorizzato dell'immagine, considerando che il brano in questione descrive la vita in prigione del protagonista, è stato ritenuto che la riproduzione fosse anche diffamatoria nei confronti dei bambini.

Immagine rimossa dal videoclip

Nel corso delle operazioni, i finanzieri del secondo Nucleo Operativo Metropolitano Torino hanno dato esecuzione all’ordine di esibizione, emesso dall’Autorità giudiziaria, nei confronti di una nota società multinazionale presso la quale è stata acquisita la documentazione afferente ai download e allo streaming del filmato musicale, accertando che è stato riprodotto 9.633.480 volte, di cui 3.026.140 con particolare riferimento all’istante in cui appariva l’immagine incriminata.

Al fine di scongiurare la perpetrazione del reato e tutelare i minori, è stato chiesto di rimuovere e oscurare le immagini e i video riprodotti sulle note piattaforme Apple Music, Spotify, Deezer, Telecom, Qobuz.com e Amazon.

Violazione della normativa sul diritto d'autore

A conclusione delle attività, il magistrato inquirente ha indagato il rapper Baby Gang, il regista e il realizzatore del videoclip, per aver abusivamente riprodotto, trasmesso e diffuso in pubblico la fotografia dei minori, in violazione della normativa sul diritto d’autore e per aver diffamato la loro immagine.

Il maxi assembramento di aprile

Non è la prima volta che il 19enne rapper di Lecco finisce sotto l'attenzione delle Forze dell'Ordine. Lo scorso 10 aprile 2021 Baby Gang, insieme al collega Neima Ezza, era stato protagonista di un maxi assembramento nel quartiere San Siro di Milano, dove 300 giovani, di età compresa tra i 16 e i 20 anni, erano stati radunati per le riprese del suo video. Sul posto sono subito intervenute le Forze di Polizia per disperdere la folla. Una volta faccia a faccia, tuttavia, la situazione è completamente degenerata in scontri e lancio di bottiglie e bastoni contro gli agenti.

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