Muore padre biologico di una coppia gay: il Tribunale impone la trascrizione dell'altro genitore
Paradossalmente, spiega il vedovo, "ho potuto ottenere il riconoscimento di padre del mio bambino solo grazie alla morte di mio marito"
Una vicenda emblematica che, nella sua tragicità, riassume i terrori delle famiglie arcobaleno dopo lo stop alle trascrizioni nei Comuni imposto dalle prefetture, che rischia di far diventare legalmente orfani quei bimbi in cui è riconosciuto soltanto il genitore biologico mentre l’altra metà della coppia, e della famiglia, risulterebbe invisibile alla legge. Il caso ha trovato un’applicazione pratica in una vicenda milanese che, fortunatamente, ha avuto esito positivo.
Muore padre biologico della coppia gay: il caso milanese
A raccontare la vicenda a Repubblica è stato l’avvocato Michele Giarratano, legale di un uomo che, lo scorso anno, ha perso il marito a causa di un infarto. Il defunto era il genitore biologico del bimbo della coppia, di otto anni, nato nel 2015 in California. Quando il bambino è stato registrato negli Usa, i due genitori hanno chiesto che sull’atto di nascita venisse indicato come padre single solo il padre biologico, per non avere problemi al rientro in Italia. Successivamente la coppia ha chiesto una rettifica alla Corte Suprema statunitense, con entrambi nomi dei coniugi, arrivata tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.
Il tribunale italiano ha imposto la trascrizione dell’atto di nascita del bambino con dentro anche l’altro papà, quello non biologico, dopo una lotta legale, salvando così il nucleo familiare.
La mancata trascrizione in Comune
All’origine del problema c’è la mancata trascrizione da parte del comune italiano di residenza della coppia dell’atto di nascita del piccolo.
"In questo caso però tanto il Tribunale quanto la Prefettura hanno deciso di accogliere la nostra richiesta – spiega Giarratano – L’adozione per casi particolari non era infatti applicabile perché era venuto meno il padre biologico, che quindi non poteva evidentemente dare il consenso. Questo era l’unico modo per tutelare l’interesse del minore, che deve già convivere con la tragedia di aver perso un padre e si sarebbe visto costretto a fare i conti anche con il trauma di dover rinunciare all’altro".
Paradossalmente, spiega il vedovo, "ho potuto ottenere il riconoscimento di padre del mio bambino solo grazie alla morte di mio marito. La tragedia ci ha dato un appiglio legale, visto che per la stepchild adoption serve il consenso del genitore biologico, nel nostro caso ormai impossibile da ottenere".
L’avvocato Giarratano parla di "risultato molto soddisfacente", alla luce del fatto che solo un paio di mesi fa anche il Comune di Milano – tra quelli più all’avanguardia – "si è visto costretto a bloccare la registrazione all’anagrafe dei figli delle famiglie arcobaleno dopo lo stop imposto dalle prefetture".
Il lieto fine
Un fulmine a ciel sereno: nell’agosto 2022, il padre biologico del piccolo sta facendo rientro dalle ferie, mentre l’altro genitore e il bimbo erano rimasti ancora qualche giorno al mare. Una telefonata drammatica, in un secondo, cambia tutto. Un infarto ha stroncato l’uomo. Oltre al dolore della perdita il terrore di vedersi portato via il bambino, per il padre sopravvissuto. Il legale si è subito rivolto al Tribunale di Milano, grazie anche all’appoggio dei suoceri, il genitore sopravvissuto è riuscito a diventare tutore legale di suo figlio. A fine aprile è arrivato il decreto, ora definitivo: il Comune deve trascrivere l’atto con due papà.
“Mio figlio mi ha subito detto: ‘Che bello, papi, non sei più clandestino’. Vedere scritto nero su bianco che è stato riconosciuto il mio ruolo nella vita del bambino è un incredibile sollievo – rimarca il padre – Anche perché, visto il clima che si è creato in Italia, se devo pensare al futuro delle famiglie arcobaleno lo vedo peggiore, non migliore”.