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giardino nilde iotti
Il giardino di corso XXII marzo intitolato a Nilde Iotti
Fu una delle figure più importanti della storia italiana e prima donna della storia repubblicana ad essere eletta Presidente della Camera.

Il giardino di corso XXII marzo intitolato a Nilde Iotti.
Il giardino di corso XXII marzo intitolato a Nilde Iotti
MILANO - Alla presenza dell’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, del Presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé e dell’assessora alla Cultura del Municipio 4 Elisabetta Carattoni, è stata svelata ieri mattina la targa di intitolazione a Nilde Iotti del giardino situato tra piazza Emilia e corso Ventidue Marzo.
Fu la prima donna della storia repubblicana ad essere eletta Presidente della Camera
Alla cerimonia hanno preso parte anche i consiglieri comunali Elena Buscemi e Angelo Turco, firmatari di un Ordine del giorno in cui chiedevano di ricordare una delle figure più importanti della storia italiana e prima donna della storia repubblicana ad essere eletta Presidente della Camera, ruolo che rivestì per quasi tredici anni essendo stata eletta per tre volte consecutive.

La cerimonia di intitolazione (Foto Comune Milano)

La cerimonia di intitolazione (Foto Comune Milano)

La cerimonia di intitolazione (Foto Comune Milano)

La cerimonia di intitolazione (Foto Comune Milano)
La cerimonia di intitolazione ieri mattina in concomitanza con l’anniversario della sua elezione
L'intitolazione del giardino è avvenuta proprio in concomitanza con l’anniversario della sua elezione, il 20 giugno 1979. In quell’occasione, durante il suo discorso pronunciò parole che, nel solco di uno straordinario percorso civile e politico, testimoniano anche il profondo impegno di Nilde Iotti per l’emancipazione femminile, ricordate per l'intitolazione:
Le sue parole nel discorso dell'elezione del 1979
“…comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa - non ve lo nascondo - vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l’affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”.