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Enea, il bambino lasciato alla Culla per la Vita, avrà una nuova famiglia in poche settimane

Il Tribunale sta pensando di affidarlo ad una famiglia che si è resa disponibile ed è risultata idonea

Enea, il bambino lasciato alla Culla per la Vita, avrà una nuova famiglia in poche settimane
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Il piccolo Enea, lasciato dalla sua mamma la mattina da Pasqua al Mangiagalli di Milano sembra aver già trovato una famiglia pronta ad accoglierlo, già all'indomani dal suo abbandono.

Enea, il bambino lasciato alla culla per la vita

MILANO - Sta facendo molto discutere la commovente storia di Enea, il bimbo lasciato dalla madre la mattina di Pasqua alla culla per la vita della clinica Mangiagalli.

L'opinione pubblica si trova infatti divisa tra chi fa appelli alla madre proponendosi di aiutarla nelle sue difficoltà come Ezio Greggio; chi difende la donna e chiede rispetto per la sua scelta; chi ne approfitta per aprire un dibattito sulle adozioni e chi, invece, si sta impegnando per trovare una nuova famiglia per il piccolo.

Una nuova famiglia in poche settimane

Sembra infatti che una famiglia per Enea sia molto vicina:

"Il tribunale - scrive il Policlinico - affiderà il piccolo a una famiglia che si era già resa disponibile ed era stata valutata idonea per accogliere un bambino abbandonato".

Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano, ci ha tenuto però a precisare:

"Enea resterà con noi il tempo tecnico necessario perché il Tribunale dei minori lo possa affidare a una famiglia idonea, di solito bastano poche settimane. Enea sta bene, è un bel bambino di circa una settimana di vita ed è coccolato da medici e infermiere".

La Culla per la Vita

Enea è stato lasciato alla Culla per la Vita, strutture in cui una madre che per disperazione prende la difficile decisione di lasciare il proprio bambino perché non può prendersene cura, può farlo in un luogo sicuro, senza mettere in pericolo la sua vita.

Infatti, come spiega Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano,

"in Ospedale si può partorire in anonimato, per la sicurezza di mamma e bambino. Inoltre esistono le Culle per la Vita: la nostra si trova all'ingresso della Clinica Mangiagalli e permette di accogliere in totale sicurezza un bimbo che i suoi genitori non possono purtroppo tenere con sé. È una decisione drammatica, ma la Culla consente di affidare il piccolo ad una struttura dove gli sono garantite cure immediate e che preserva l'assoluto anonimato per i genitori". 

Il "parto in anonimato"

Oltre alla Culla per la Vita, esiste anche un altro modo per dare alla luce il proprio bimbo e affidarlo a cure sicure se la madre non può occuparsene.

Le madri segrete hanno due mesi di tempo per ripensarci, poi, non sapranno più nulla del figlio che hanno messo al mondo. Si chiama “parto in anonimato”, il nome della madre rimane per sempre segreto, e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”.

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