previsto anche un corteo

Domani a Milano il ricordo di Sergio Ramelli, per la prima volta potrebbe esserci anche Giorgia Meloni

La leader di Fratelli d'Italia potrebbe partecipare per la prima volta alle celebrazioni milanesi: sicuramente ci sarà il sindaco Sala. 

Domani a Milano il ricordo di Sergio Ramelli, per la prima volta potrebbe esserci anche Giorgia Meloni
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Nella mattinata di domani, venerdì 29 aprile 2022, a Milano si terrà come ogni anno la cerimonia di  commemorazione di Sergio Ramelli, studente appena maggiorenne, militante dell'Msi aggredito il 13 marzo 1975 da un gruppo di Avanguardia operaia e morto il 29 aprile di 46 anni fa per le ferite riportate. Proprio per questa occasione Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, potrebbe partecipare per la prima volta alle celebrazioni milanesi.

Potrebbe esserci anche Giorgia Meloni

L'ufficialità e la conferma della presenza di Meloni non è ancora arrivata:  la possibilità che sia presente però c'è, considerando soprattutto che nel pomeriggio dovrebbe essere a Milano per partecipare alla kermesse di tre giorni del suo partito.

Sicuramente ci sarà invece il sindaco di Milano, Beppe Sala, che in veste di primo cittadino ricorderà il giovane ucciso con una cerimonia in via Pinturicchio.

La marcia in serata

La destra estrema come ogni ha organizzato una "commemorazione tutta sua" con un corteo che verrà sorvegliato a vista dalle forze dell'ordine e che dovrà rispettare alcuni divieti come quello di non marciare in modo inquadrato o militare, senza bandiere e vessilli di tipo fascista.

Il percorso previsto dovrebbe andare da piazzale Gorini in via Paladini. 

La polemica e l'oltraggio dello scorso anno

Oltre alla commemorazione istituzionale, lo scorso anno circa un migliaio di cittadini appartenenti all'estrema destra si erano ritrovati per commemorare la morte di Ramelli: quasi tutti vestiti di nero, diversi senza mascherina (o male indossata), qualche donna e tanti uomini di ogni età e stazza, ma con ideali politici comuni.

Al presidio neo fascista non erano mancati, neppure quest'anno, i soliti saluti romani con il braccio destra alzato e teso. E così senza nemmeno pensarci al presidio di Via Paladini si è passati dal saluto al giovane 18enne brutalmente ucciso a un ritrovo - con assembramenti caratterizzati dal mancato corretto utilizzo dei dispositivi anti covid - volto alla commemorazione e riaffermazione del fascismo.

Il presidio si era infatti concluso con il "presente" ripetuto tre volte accompagnato dal saluto romano al richiamo "Camerata Sergio Ramelli", dopo il riposo e l'attenti alla militare. Un simbolico, anacronistico e spaventoso ritorno ad un passato il cui ricordo si sbiadisce ogni anno di più.

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