Gli ultimi tragici istanti di Francesca, la ciclista travolta e uccisa da un camion
Qualcuno racconta di averla vista bussare tra il cassone e la cabina del camion per avvisare il conducente
Il pericolo dell'angolo cieco è tornato al centro dell'attenzione dopo l'ennesimo tragico incidente avvenuto sulle strade di Milano. Francesca Quaglia, una giovane di 28 anni proveniente da Medicina, è stata travolta e uccisa da un camion mentre si trovava in sella alla sua bicicletta. La sua vita è stata spezzata in un attimo, lasciando dietro di sé una scia di tristezza e dolore.
Francesca, la ciclista travolta e uccisa da un camion
MILANO - Francesca era una copywriter e traduttrice, lavorava al Cinemino, una sala cinematografica che si rivolgeva ai cinefili milanesi. Era una persona appassionata del cinema e aveva deciso di scrivere ai proprietari della sala per ottenere un lavoro al bar. Amava le pellicole e desiderava ritrovarsi dopo anni di continuo viaggio tra la Svezia, dove aveva vissuto a lungo, e una Milano un po' tormentata da tanti giovani fuorisede.
Prima dell'estate, come scrive Corsera le avevano rubato lo scooter, quindi Francesca aveva ripreso a pedalare sulla sua bici da corsa vintage. Da quell'Ortica a Porta Romana, dove si trovava la sala cinematografica in cui lavorava, si recava ogni giorno in bici. Ma un maledetto "angolo cieco" ha incrociato il suo cammino e ha segnato il suo tragico destino.
Gli ultimi tragici istanti
Il camion si trovava fermo al semaforo, e Francesca si era posizionata accanto ad esso, aspettando che il semaforo passasse al verde per riprendere la corsa. Quando finalmente il semaforo si è acceso, il camion si è rimesso lentamente in moto. Francesca si trovava di fianco al mezzo pesante, ma in un punto in cui l'autista non poteva vederla.
Il camion ha agganciato Francesca, facendola cadere a terra. Testimoni raccontano di averla vista battere una mano contro il cassone e la cabina del camion nel tentativo di avvertire l'autista della sua presenza. Ma è stato tutto inutile. Le ruote anteriori del camion hanno trascinato la sua bicicletta sotto al mezzo, mentre il resto è stato stritolato sotto l'immensa massa di metallo. Non c'è stato scampo per Francesca.
Fermato dalle urla dei passanti
Il camionista, un uomo di 54 anni, si è fermato solo quando i passanti hanno urlato per fargli notare ciò che aveva appena fatto. Quando si è reso conto di aver investito la giovane ciclista, si è sentito male. Ma ormai non c'era più nulla da fare. Solo le sue Birkenstock di cuoio sono rimaste sull'asfalto, testimoni silenziose della terribile tragedia.
L'autista è stato denunciato per omicidio stradale, ma le indagini sono ancora in corso per verificare se non potesse davvero rendersi conto della presenza di Francesca in strada.
Strade pericolose
La configurazione stradale del luogo dell'incidente non era delle più favorevoli: una strada a tre corsie con spazi stretti. Spesso ciclisti e motociclisti sono costretti a restare in colonna. La presenza di un camion così voluminoso ha solo peggiorato la situazione.
Non è una coincidenza che tutte e cinque le vittime di incidenti simili quest'anno a Milano, tra cui quattro donne e un uomo, siano state travolte da mezzi pesanti a causa dell'angolo cieco. Francesca è stata la vittima più giovane.
Una problematica sempre più urgente
Questa tragedia ha nuovamente sollevato l'attenzione sul pericolo rappresentato dall'angolo cieco dei mezzi pesanti. La giunta di Beppe Sala ha firmato un provvedimento che, a partire dal 1° ottobre, vieterà la circolazione in Area B a tutti i mezzi pesanti sprovvisti di sensori per l'angolo cieco.
È una misura importante e necessaria per ridurre il rischio di ulteriori tragedie come quella di Francesca e delle altre persone che hanno perso la vita sulle strade di Milano quest'anno.