Incendio nella Rsa, ricollocati gli ospiti sopravvissuti. Sala: "i responsabili dovranno pagare"
L'addetto antincendio ha dichiarato di non potercela fare da solo e che non era neppure autorizzato a controllare le camere
Partite le indagini per ricostruire le esatte dinamiche dell'incendio che ha colpito una Rsa di Milano venerdì 7 luglio 2023.
Incendio nella Rsa, ricollocati gli ospiti sopravvissuti
MILANO - Il presidente di Regione Lombardia e l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, hanno commentato così le operazioni di trasferimento degli ospiti della Rsa, di proprietà del Comune di Milano, gestita dalla Cooperativa Proges di Parma, dichiarata inagibile dopo l’incendio divampato venerdì scorso alle 3 del mattino, che purtroppo ha causato la morte di 6 ospiti.
“Un grande grazie all’Ats di Milano, alle donne e agli uomini di Areu e della Protezione Civile di Milano che dal pomeriggio di ieri all’una di questa mattina, hanno coordinato e effettuato il trasferimento di 151 ospiti della 'Rsa Casa per Coniugi' in strutture residenziali del territorio lombardo che si sono messe a disposizione, offrendo posti letto. Un grande sforzo che ha consentito agli anziani di tornare presto in un ambiente protetto e sereno.
Nove ospiti - spiega Bertolaso - si trovano ancora ricoverati in alcuni ospedali milanesi : 2 al Niguarda, 3 al Policlinico , 2 al FatebeneFratelli (già in dimissione per lunedì prossimo) 1 al San Paolo, 1 all’Humanitas. Al momento non si segnalano aggravamenti delle condizioni di salute”.
I soccorsi
AREU ha gestito le operazioni di ricollocamento degli ospiti, istituendo un’Unità di Crisi con 4 referenti che hanno coordinato le attività di reclutamento, gestione e attività dei mezzi, effettuata da due strutture operative: la Centrale CRETAC (Coordinamento Regionale Trasferimenti secondari Acuti) con 3 operatori, e la Centrale NEA 116117, con 11 operatori. Per il trasferimento degli ospiti allettati sono state impiegate 22 ambulanze con 44 soccorritori che hanno effettuato 37 trasferimenti.
Gli altri ospiti sono stati accompagnati nelle diverse strutture da 20 pullmini con 40 operatori, messi a disposizione dalle Organizzazioni di Volontariato (ANPAS, CRI e Croce Bianca), da 6 mezzi della Protezione civile, che ha impiegato più di 30 persone, e da 20 mezzi messi a disposizione dal Comune di Milano.
Le condizioni degli anziani ricoverati
Dei due ospiti della RSA dei Coniugi ricoverati in ospedale in codice rosso, come ha detto Sala nel suo intervento in diretta al TG1.
"uno sta meglio mentre l'altro è ancora in una situazione delicata. I restanti sono quasi tutti pronti a uscire dagli ospedali. Siamo abbastanza tranquilli ma è inutile nasconde che è stata una tragedia.
Se ci saranno responsabilità anche nel Comune le prenderemo interamente, adesso diamo una mano alla magistratura a fare il suo lavoro. Il Comune aveva fatto una gara poi aggiudicata e dopo c'è stata un'interdittiva: la Procura ha quindi giudicato l'aggiudicatario inadatto alla gestione della RSA".
"Occorre far luce sulle cause"
“Una maxi operazione di emergenza - hanno sottolineato Fontana e Bertolaso - che dimostra ancora una volta l’eccellenza dei nostri operatori e dei nostri volontari. Ora occorrerà far luce sulle cause dell’incidente, costato la vita a 6 anziani. Chi non ha osservato le regole deve assumersi le proprie responsabilità, affinché una simile tragedia non debba più accadere. Noi vigileremo ancor più di prima per garantire a tutti i nostri anziani, bisognosi di cure e assistenza, una tutela ed un’attenzione di cui essere orgogliosi, lo faremo impegnando da subito le nostre migliori risorse ed energie, lo dobbiamo a chi ci ha lasciato in modo così ingiusto”.
Sala: "chi è responsabile dovrà pagare"
Il sindaco Giuseppe Sala, intervistato da Rai News24, si è espresso così sul rogo di ieri notte alla RSA per Coniugi, gestita da Proges, dove non era in funzione l'impianto di rilevazione incendi:
"Il bando per la manutenzione delle Rsa era aperto da tempo: non è un mistero che i tempi delle pubblica amministrazione non sono veloci e che le strutture che meritano interventi di manutenzione straordinaria in tutta Italia, sia chiaro, sono tantissime. Consapevoli di ciò doveva esserci una sorveglianza notturna: perché la società che garantisce la gestione di questo di questo immobile non l'abbia fatto sufficientemente bene non spetta a me dirlo e ci sono indagini in corso. Comunque sia se ci saranno responsabilità, chiunque sia compreso il Comune, dovrà pagare. Rimane il fatto che purtroppo sei persone sono morte".
"riferirò in aula dopo i funerali"
"Ho comunicato al presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi he sarò più che lieto di riferire ma finché non ci sono i funerali mi sembra sbagliato. Va a finire che in Aula ci si mette a litigare e non è giusto proprio nel momento in cui non sono state celebrate le esequie. Quindi ho dato la mia disponibilità a riferire però prima celebriamo i funerali che tra l'altro dobbiamo organizzare noi, perché parte dei defunti non avevano nemmeno famiglia".
L'addetto antincendio: "non potevo farcela da solo"
Il Corriere ha intervistato l'addetto antincendio della struttura.
"Io me ne sono accorto subito. Come faccio da solo? Ma ero proprio all’inizio del mio lavoro lì, non potevo mettermi di fare una segnalazione subito. Ma penso che l’avrei fatta. Era chiaro anche a chi ha lavorato prima di me. Dovevamo essere almeno due per farcela. Eppure così era stato stabilito, era stato valutato che una persona fosse sufficiente.
Ho il pensiero a quei poveri anziani morti. È stata la notte più brutta della mia vita. Ho cercato di aiutare gli altri a salvarsi, di dare una mano ai pompieri con le sedie e le carrozzine. Un inferno".
Adesso la sua paura è di perdere il posto di lavoro e di subire le conseguenze giudiziarie di questa vicenda con uno scarico di responsabilità su di lui.
La dinamica
Era incaricato di completare un giro ogni ora, esplorando i sotterranei e i piani dei degenti. Tuttavia, non aveva le autorizzazioni per accedere ai reparti in cui erano presenti le stanze dei pazienti, poiché non apparteneva al personale sanitario. Pertanto, si limitava a controllare le scale, le aree comuni e i pianerottoli. Le stanze non venivano ispezionate durante il giro di controllo.
L'incendio è scoppiato nella stanza 605 del nucleo 6 al primo piano a causa di una sigaretta fumata da una delle due donne carbonizzate. Le altre quattro vittime sono morte a causa dell'inalazione del fumo nel corridoio. Prima di scoppiare l'incendio, l'addetto aveva controllato la zona poco prima e non aveva notato niente di anomalo. Tuttavia, quando stava avvicinandosi alla reception, una delle vittime ha chiamato per segnalare l'incendio.
L'allarme
A quel punto, l'addetto alla sicurezza e la portinaia sono saliti per controllare la situazione. La portinaia ha poi dichiarato alla polizia che era circa l'una quando sono arrivati e che la stanza era già invasa dal fumo. Decisione di scendere e di chiamare il numero di emergenza 112 per segnalare l'incendio è stata presa dalla portinaia, ma l'addetto avrebbe fatto la stessa cosa altrimenti.
Durante la telefonata al 112, la portinaia ha identificato sé stessa come l'operatrice della Casa per coniugi, in quanto lavoratrice di tale struttura. Ha riferito che un'ospite aveva telefonato per segnalare la presenza di fumo e che era salita a verificare personalmente. Ha descritto il fumo come molto intenso e ha chiesto un intervento immediato all'indirizzo Via dei Cinquecento 19. Inoltre, la portinaia ha affermato di aver consultato anche un infermiere prima di effettuare la chiamata al 112.