Parla la donna manganellata a Milano: "Mi sono sentita trattata come un cane"
Intanto la Procura di Milano fa sapere che l'intervento dei vigili è avvenuto per una segnalazione di schiamazzi e non per atti osceni davanti a bambini
Dopo le tante dichiarazioni, politiche e non, emerse sul caso della donna trans manganellata da alcuni vigili in zona Bocconi a Milano, anche la diretta interessata, di nome Bruna, intervistata dal quotidiano La Repubblica, si è voluta esprimere su quanto le è accaduto:
"Mi sono sentita trattata come un cane" ha dichiarato.
Nel frattempo la Procura di Milano, che indaga sulla vicenda per lesioni aggravate dall'abuso della funzione pubblica, fa sapere che l'intervento degli agenti della Polizia Locale è avvenuto per una segnalazione di schiamazzi e non per atti osceni verso bambini.
"Mi sono sentita trattata come un cane"
A distanza di qualche ora dai fatti avvenuti mercoledì mattina, 24 maggio 2023, anche Bruna, la donna trans fermata dopo l'aggressione con manganello e spray al peperoncino in zona Bocconi, ha rilasciato la sua versione dei fatti. Intervistata da La Repubblica, la 41enne ha confermato che quella mattina, dopo un litigio con alcuni sudamericani e aver bevuto e fumato la sera prima, fosse abbastanza agitata. Bruna tuttavia ha voluto sottolineare di non aver fatto nulla di male e di non aver picchiato nessuno, affermando anzi di essersi provocata qualche ferita autolesionistica.
Dopo un'iniziale fermo da parte degli agenti, con la donna trans che era stata fatta salire sull'auto della Polizia, Bruna è riuscita a dileguarsi e scappare, nascondendosi dietro un'aiuola. A quel punto però è arrivata la fase concitata e violenta, quella ripresa nei video diventati virali sul Web.
"Chiedevo di non picchiarmi, solo la donna vigile è stata gentile con me - ha dichiarato a La Repubblica - Avevo male agli occhi. Anche in auto mi hanno colpita, insultandomi. Mi fa male ancora pensarci. Denunciare? Penso che lo farò - conclude - Ma ho paura".
La Procura smentisce atti osceni davanti a bambini
Nel frattempo, al di là dell'indignazione pubblica e delle reazioni politiche ai fatti, anche la Procura della Repubblica di Milano vuole vederci chiaro sulla vicenda. Rispetto a quanto ricostruito inizialmente dai vigili, versione confermata dal Comune, la Procura meneghina - scrive L'Espresso di Repubblica - ha fatto sapere che l'intervento della Polizia Locale sia avvenuto per una segnalazione di schiamazzi e non per atti osceni davanti a bambini.
Gli inquirenti, per comprendere con esattezza la dinamica dei fatti, stanno portando avanti le indagini tanto che è stato aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di "lesioni aggravate dall'abuso della funzione pubblica". Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha ricevuto una prima relazione di servizio sulla vicenda immortalata dai video. Almeno un ragazzo e una ragazza autori dei filmati si sono già rivolti agli inquirenti meneghini, ma sono numerosi i testimoni dei fatti che andranno sentiti dalla procuratrice aggiunta Siciliano.
Nel frattempo, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha affermato:
"Sulla vicenda di ieri ci sono indagini in corso, non mi sento di dire altro. A chi dice licenziate gli agenti dico che vanno fatti dei passi formali perché sennò qualunque atto diventa inefficace. Ho una mia idea, ma non sono al momento in condizione di parlare. Gli agenti coinvolti sono stati identificati, sono in servizio a Milano da più anni e sono stati messi in ufficio ai servizi interni immediatamente. Non è un problema di formazione, sanno che il distanziatore in particolari casi a rischio violenza può essere utilizzato per colpire agli arti e non al corpo o alla testa".
Il segretario del Sulpl (Sindacato della Polizia Locale) Daniele Vincini ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine di una protesta in piazza Scala prendendo le difese degli agenti:
"Gli agenti fanno tutti i corsi di formazione, hanno utilizzato gli strumenti che avevano poi nella concitazione e sotto l'effetto adrenalinico qualcosa può essere sfuggito, però non sono stati colpi tirati per fare male".