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La protesta No Green pass si divide: tra proteste clandestine e sit-in all'Arco della Pace

Da un lato c'è una protesta preannunciata e autorizzata, dall'altro due tentativi di cortei "selvaggi" annunciati su telegram.

La protesta No Green pass si divide: tra proteste clandestine e sit-in all'Arco della Pace
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La protesta No Green pass si divide: tra proteste clandestine e sit-in all'Arco della Pace.

La protesta No Green pass si divide: tra proteste clandestine e sit-in all'Arco della Pace

MILANO - La voce, come sempre, corre principalmente sui canali Telegram. E non preannuncia un sabato di protesta molto differente da quelli che l'hanno preceduto. Con una differenza già dal principio: questo sarà il primo sabato in cui nel Centro è obbligatorio l'uso della mascherina all'aperto.

Il sit-in autorizzato all'Arco della Pace

Da un lato c'è una protesta preannunciata e autorizzata: si tratta del sit-in previsto dalle ore 15 fino alle 21 all'Arco della Pace. Regolarmente annunciato in Questura, in forma statica come da disposizioni e su richiesta degli stessi organizzatori, due persone vicine all'ormai disciolto Comitato No green pass Milano, l'anima sempre più dialogante del movimento che ha organizzato i sabati di protesta. A questo sit-in dovrebbero partecipare anche di No pass torinesi.

Altri raduni clandestini "corrono" sui canali Telegram

Di tutt'altro tenore le due altre proteste annunciate sempre per la giornata di oggi, sabato 27 novembre. Alcuni No green pass avrebbero invitano a manifestare in Duomo, mischiati a turisti e passanti: proprio lo stesso luogo dove per due settimane consecutive sono stati «ingabbiati» da polizia e carabinieri.

Il secondo tentativo di corteo non autorizzato dovrebbe invece prendere il via da Porta Venezia, organizzato da altri manifestanti, in aperto contrasto con quelli promotori della manifestazione selvaggia in Duomo.

La divisione in atto dei contestatori No Pass

Come sottolinea Corsera, le centinaia di denunce, le multe, i Daspo di questi mesi hanno prima allontanato i manifestanti più pacifici e poi diviso il movimento "virtuale" delle chat Telegram. Una vittoria per la linea della gestione stabilita dal prefetto Renato Saccone e dal questore Giuseppe Petronzi che, nelle ultime due settimane, ha mostrato "i muscoli" con centinaia di poliziotti, carabinieri e finanzieri mobilitati per bloccare sul nascere qualsiasi velleità di corteo.

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