Cortei a milano

I No Green pass vanno allo scontro: sciolto il comitato che dialogava con la Questura

Il comitato di Milano dei no Green pass ha dichiarato il proprio scioglimento, non senza qualche critica al Questore.

I No Green pass vanno allo scontro: sciolto il comitato che dialogava con la Questura
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Tramite un comunicato stampa - l'ultimo, a detta del comitato - è stato reso noto che non ci saranno più trattative con la Questura, nessun tentativo di organizzazione per le manifestazioni del sabato che regolarmente si tengono a Milano.

"L'ultimo" comunicato stampa dei No Green pass

Comunicato stampa, l'ultimo. Il comitato è morto, viva il comitato.

Ancora non era terminato il 16mo corteo di sabato che è ripartita immediatamente la canea di media e istituzioni contro il corteo No Green Pass. In particolare, un importante quanto grigio quotidiano milanese, sotto dettatura di Fatebenefratelli, accusa il canale Telegram "No Green Pass Milano" e il "sedicente Comitato" di far parte di una raffinata strategia per "far saltare i piani della Questura".

Inutile precisare che, avendo revocato il preavviso, nessuno dei membri del Comitato ha partecipato al corteo di sabato né può essere ritenuto responsabile della deviazione dal percorso prescritto. A questo proposito consigliamo a tutte e tutti di riguardare attentamente la registrazione della diretta di Local Team, soprattutto la partenza e dalla terza ora in poi.

Quanto avvenuto è stato semplicemente una riedizione degli eventi di quel sabato 18/9, quando il Signor Questore diffidò alcuni manifestanti ritenuti erroneamente gli "organizzatori" del corteo dal presentarsi in piazza Fontana e indicò loro di svolgere una manifestazione statica all'Arco della Pace. Migliaia di persone si trovarono comunque in piazza Fontana e attraversarono tutto il centro cittadino in corteo. Così, anche stavolta il Signor Questore ha prescritto ai due preavvisanti un ridicolo percorso.

Come prevedibile ma anche come anticipato dai rappresentanti del Comitato alla Questura stessa, i manifestanti hanno smesso di seguirlo non appena hanno capito che chi stava davanti (agenti della forza ondulatoria) li stava portando lontano da ogni obiettivo sensibile, su viali lunghi e desolati fuori dal centro.

È la conferma di quanto abbiamo sempre cercato di far comprendere alle “autorità”. Il corteo milanese non ha "organizzatori", o meglio ne ha svariate migliaia, tutti i manifestanti sono organizzatori. Noi siamo uno, nessuno, centomila. Il corteo è andato, va e andrà avanti anche senza di noi.

"Abbiamo provato a cercare un accordo che garantisse il diritto a manifestare"

Quello che abbiamo provato a fare è stato semplicemente cercare un accordo che garantisse finalmente il diritto a manifestare il proprio dissenso rispetto al Green Pass senza rischiare altre denunce, DASPO, fermi, arresti e/o processi.

Abbiamo invece trovato autorità completamente sorde rispetto alla disperazione delle persone, determinate a espellere la protesta del popolo dalle vie del centro, quel centro, abitato dalla ricca borghesia che elegge il sindaco di Milano. Autorità pronte a usare qualsiasi pretesto pur di eliminare quel corteo che da 16 settimane ormai ricorda loro l'importanza di difendere la Costituzione.

Il giornalista dell'importante quanto grigio quotidiano milanese si metta pure il cuore in pace rispetto ai nostri negoziati con la Questura.

"Diventato impossibile sederci al tavolo delle trattative"

Dopo questo sabato, per noi è diventato impossibile sederci al tavolo delle trattative con chi ha rinchiuso centinaia di manifestanti pacifici in una via e li ha trattati peggio dei criminali, obbligandoli a mostrare i documenti per poter tornare a casa. Soprattutto se fosse confermato che alcune manifestanti in stato di ingiustificato fermo sono state sottoposte a pratiche degradanti e lesive della dignità umana e della professionalità delle donne e degli uomini che dovrebbero rappresentare le istituzioni."

"Abbiamo deciso di sciogliere questo Comitato"

In seguito a queste valutazioni abbiamo deciso di sciogliere questo Comitato, che era nato proprio in previsione di un rapporto "costruttivo” con le autorità.

Con sabato scorso è naufragata definitivamente questa possibilità e gli uomini e le donne del Comitato tornano ad essere semplicemente manifestanti.

Per la felicità del giornalista dell'importante quanto grigio quotidiano milanese, questo è il nostro ultimo comunicato stampa.

Il tragitto che il corteo non ha seguito

Il tragitto che il corteo doveva fare lo scorso sabato 6 novembre, stabilito dalla Questura a tavolino dopo che ogni tentativo di mediazione tra le due parti è fallito, doveva essere questo: piazza Fontana, piazza Duomo, via Mazzini, piazza Missori, corso di Porta Romana, viale Caldara, viale Regina Margherita, piazza V Giornate, viale Bianca Maria, corso XXII Marzo, viale Piceno, via dei Mille, viale Abruzzi, piazzale Loreto, corso Buenos Aires, piazza Oberdan:

Il percorso stabilito dalla Questura

La decisione del comitato no Green pass dopo le anticipazioni del Ministero

Per ovviare ai numerosi disagi generati dalle manifestazioni no Green pass che sono ormai giunte alle "16sima edizione" il 6 novembre 2021, il Ministero dell'Interno ha previsto delle novità piuttosto sostanziali: saranno  consentiti solo sit-in e fuori dai centri storici. Ma non solo, i controlli si annunciano molto più serrati e allo stesso tempo verranno anche organizzate iniziative volte alla sensibilizzazione alla vaccinazione.

Disagi e mancati guadagni

Pochi giorni fa Confcommercio ha lanciato una raccolta firme che ha avuto un consenso bipartisan. Del resto, ai disagi dei cortei si accompagna la conta dei mancati guadagni. Circa il 30% del fatturato come spiegato anche il presidente Carlo Sangalli, mentre l'assessorato al Commercio del Comune di Milano ha stimato una perdita di circa 10 milioni di euro per gli operatori del settore. Una cifra di fatto potenzialmente raddoppiabile da qui a Natale.

Ad oggi però la petizione (clicca qui per firmare) non ha riscosso grande successo: in oltre una settimana infatti non sono state raccolte neppure 5mila firme (al 10 novembre sono 4.583).

Un dato che fa quantomeno riflettere sull'effettivo interesse da parte dei milanesi - e non solo - sulle sorti dell'economia della città e sul tema sentito caldo da alcuni e divenuto quasi indifferente per altri.

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