Dalle cucine di MasterChef a nuovi sapori: Eleonora Riso e Anna Zhang si raccontano
Gusto, estetica, ricerca, innovazioni, sono solo alcuni delle caratteristiche che accomunano Calvé alle due vincitrici di MasterChef

MILANO - Due percorsi diversi, due vittorie condivise sotto i riflettori di MasterChef Italia, e oggi, una nuova occasione per incrociare le loro strade. Eleonora Riso e Anna Zhang, ormai chef affermate, si sono ritrovate il 25 giugno in Cascina Cuccagna per un evento firmato Calvé: Maio Land, una giornata all’insegna del gusto e della creatività, insieme allo chef Andrea Mainardi.
Lontane dalle telecamere del talent, ma sempre vicine alla passione che le ha rese celebri, le due cuoche hanno dato vita a uno showcooking che ha unito sapori, storie e ispirazioni. La maionese Calvé, protagonista dell’appuntamento, è diventata il punto d’incontro tra ricette gourmet e racconti personali, tra ricordi televisivi e nuove sfide professionali.
In uno spazio dove si respirava convivialità, Anna ed Eleonora hanno cucinato, chiacchierato, sorriso e condiviso il loro presente: fatto di progetti ambiziosi, sogni concreti e un amore per la cucina che continua a crescere.
Le abbiamo incontrate per farci raccontare qualcosa in più: dal successo a MasterChef alla vita dopo lo show, fino al loro rapporto con il cibo come mezzo per costruire relazioni, identità e futuro.
Dalla città nel bosco alla vittoria di MasterChef, ecco Eleonora Riso
Eleonora Riso, livornese, vincitrice della 13^ edizione di MasterChef, ha pubblicato un libro nel 2024 con Baldini+Castoldi intitolato "Laboratorio di sapori. 80 ricette ganzissime". Dopo un’esperienza oltralpe è tornata in Italia, ha partecipato al programma tv più ambito dagli amanti del cibo e lo ha vinto.
Quanto è stata importante la tua esperienza nella "casa nel bosco" al tuo ritorno in Italia. Cosa ti ha insegnato?
La mia esperienza nella vita campestre è stata molto importante, soprattutto dal punto di vista sociale e alimentare. Mi ha aiutata molto, anche perché è avvenuta in un periodo particolarmente intenso della mia vita. Cosa mi ha insegnato? Che il contatto con la natura è fondamentale e che dovremmo cercare di viverlo più spesso.
Calvé è sinonimo di Maionese nel mondo dell'industria alimentare, cosa fa la differenza tra una maionese dimenticabile a una che invece non vedi l'ora di assaporare?
Per me la differenza sta nel carattere. Una maionese che ti resta impressa è quella che ha equilibrio ma anche personalità: cremosa, con la giusta punta di acidità e un sapore deciso ma armonioso. Non deve essere piatta, ma nemmeno invadente. Insomma, deve farti venire voglia di prendere un altro cucchiaio!
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Attualmente sto facendo esperienza in un ristorante a Firenze. A novembre inizierò il corso all’ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, a Parma: durerà dieci mesi e non vedo l’ora di mettermi alla prova. Successivamente, il mio desiderio è tornare in campagna: è un ambiente che conosco bene e in cui vorrei continuare a costruire il mio percorso.
Cina e moda, Anna Zhang racconta il suo DNA
Anna Zhang, ha vinto la 14° edizione del talent dedicato ai fornelli. Italiana di origine cinese, ha portato il suo bagaglio di cultura orientale dentro il programma e la sua estetica innovativa.
Quanto è stato utile, se lo è stato, aver avuto a che fare con il mondo della moda e come questo lo hai potuto trasferire nei tuoi piatti?
Molto utile. Il mondo della moda mi ha insegnato l’importanza del dettaglio, della composizione, dell’equilibrio tra estetica e identità. Sono abituata a guardare un abito non solo per la sua bellezza, ma per ciò che comunica: chi lo indossa, da dove viene, cosa vuole raccontare. E con i piatti per me è lo stesso.
Quando creo un piatto penso a un racconto, a una suggestione visiva ed emotiva. La moda mi ha dato un senso spiccato per le proporzioni, i contrasti cromatici, ma anche per la coerenza tra forma e contenuto. Quello che metto nel piatto deve avere un senso, un messaggio. E poi, diciamolo, anche il cibo — come la moda — è una forma d’arte che parla prima agli occhi, poi all’anima.
Dovessi preparare un piatto con la Maionese Calvé, cosa prepareresti?
La Maionese Calvé, come ho già fatto anche durante l’evento con i brownies al cioccolato, la userei in ricette divertenti, in cui va a sostituire in modo intelligente una componente grassa. Mi piace inserirla in preparazioni non convenzionali, fuori dagli schemi, dove sorprende ma ha anche un senso tecnico. E a proposito… vi invito a seguirmi, perché a breve uscirà una nuova ricetta proprio con la Maionese Calvé che potrebbe davvero stupire e far divertire!
Cosa ti ha insegnato l’esperienza a MasterChef?
MasterChef mi ha insegnato tantissimo. Prima di tutto, ad avere fiducia in me stessa. Entrare in una cucina professionale senza una formazione canonica è stato intimidatorio, ma ho capito che la passione e la visione personale sono strumenti potenti.
Mi ha insegnato anche il valore dell’ascolto: dei giudici, dei compagni, ma soprattutto di me stessa. Ho scoperto quanto sia importante restare coerente con ciò che voglio raccontare, anche sotto pressione. E poi, mi ha fatto capire che la cucina può essere davvero un linguaggio universale, un modo per connettersi, emozionare, guarire. È stata una vera scuola di vita, prima ancora che di cucina.