Prima parte

A passeggio nei parchi

In attesa della primavera, dedichiamo tre puntate alla scoperta delle grandi riserve naturali in Lombardia, Liguria, Piemonte e Toscana.

A passeggio nei parchi
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Sta per arrivare la primavera e con lei la mai sopita voglia di una bella passeggiata all’aperto, o di una scampagnata in bicicletta, soprattutto dopo tanto tempo passato obbligatoriamente in casa o con uscite comunque limitate.
Per cui, lockdown permettendo, nei prossimi numeri vogliamo segnalarvi quelle aree che, in fatto di passeggiate all’aperto o di escursioni in mountain bike, sono il meglio di quanto possano offrire i territori dove siamo presenti con i nostri giornali. Per cui spazio al racconto di quanto offrono i parchi nazionali e regionali di cui sono particolarmente ricche Lombardia, Piemonte, Liguria e Toscana. Ricordando che per le escursioni, anche brevi, è sempre bene dotarsi di informazioni meteorologiche puntuali e abbigliamento adeguato.

Lombardia, su e giù per le vette

Partiamo dai parchi che toccano le vette, visto che la Lombardia ne è particolarmente ricca. A cominciare dal Parco dello Stelvio, l’unico di carattere nazionale. Si estende tra il Trentino Alto Adige e le province di Brescia (mentre scriviamo ancora zona limitata dalla pandemia) e Sondrio per circa 130mila ettari: per circa tre quarti il suo territorio è al di sopra dei 2.000 metri e raggiunge un massimo di 3.905 m sulla cima dell’Ortles. Comprende diversi importanti ghiacciai, il più importante dei quali è il ghiacciaio dei Forni, il più vasto ghiacciaio vallivo alpino italiano, e alcune tra le più belle vallate italiane, dalla Valfurva alla Valle di Trafoi, dalla Val Martello alla Val Zebrù. Il simbolo del parco è l’aquila reale che, effettivamente, è possibile incontrare se vi spingete in alto, così come non è difficile trovare cervi, camosci, caprioli, stambecchi o marmotte lungo i suoi 1500 km di sentieri che permettono di avventurarsi alla scoperta della natura. Poi, per chi ama la bicicletta, la salita dello Stelvio è un obiettivo davvero ghiotto.

Confina a sud con il Parco dell’Adamello, un’area naturale localizzata nella parte nordorientale della provincia di Brescia che comprende tutto il versante lombardo del gruppo dell’Adamello, tra il Passo del Tonale a quello di Crocedomini. Un itinerario interessante e relativamente impegnativo è quello che porta alle torbiere del Passo del Tonale: un percorso ad anello di circa 1,30 ore con poco dislivello che tocca anche il monumento ossario ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Per chi preferisce la bicicletta sono particolarmente piacevoli i percorsi lungo il fiume Oglio e il Lago di Iseo, ma anche la “Pista ciclabile camuna” che si snoda per oltre 40 chilometri, incontrando i centri di Breno, Darfo Boario Terme, Pisogne, giungendo quindi sulla riva orientale del Lago d’Iseo.

Parco Alto Garda Bresciano

Rimanendo in ambito montano, in provincia di Brescia c’è anche il Parco Alto Garda Bresciano che va dal lago alla cima del Monte Caplone che raggiunge i 1.976 m. Noi vi consigliamo una gita in Val Vestino per ammirare i fienili di Cima Rest, dei fabbricati rurali situati sull’altipiano del comune di Magasa che si fanno risalire al VII secolo attribuendo questa tipologia di costruzione alle tradizioni dei Goti o dei Longobardi. Chi, invece, ama la bicicletta non può perdersi la ciclopista del Garda che collega Limone sul Garda al confine della provincia di Trento, verso Riva del Garda: un percorso unico, a sbalzo sul lago e ancorato alla parete di roccia, che sporge a un’altezza di circa 50 m dal livello dell’acqua. Essendo lungo solo 2,5km, si può percorrere anche a piedi.

Parco delle Orobie Valtellinesi

Torniamo in Valtellina per addentrarci nel Parco delle Orobie Valtellinesi che comprende delle bellissime valli delle Alpi Orobie, da quelle del Bitto e del loro straordinario formaggio alla Val Tartano, dalla Val Venina con le sue miniere di ferro fino ai grandi e piccoli bacini artificiali della Val Gerola (lago dell’Inferno, lago Trona, lago Pescegallo). Qui si può scegliere di percorrere un tratto della Gran Via delle Orobie, che attraversa in lunghezza l’intero parco, partendo da ovest a Delebio e arrivando fino all’Aprica, oppure raggiungendo, su facili sentieri uno dei numerosi laghi naturali e artificiali che costellano il parco. E potreste fare interessanti incontri con camosci o stambecchi o… galli cedroni che sono, tra l’altro, raffigurati nell’emblema del parco.

Sul fronte opposto, invece, si trova il Parco delle Orobie Bergamasche che si estende tra la Val Seriana, la Val di Scalve e la Val Brembana. E’ una terra ricchissima d’acqua e di laghi alpini, circa un centinaio, di fiumi, torrenti e ruscelli che alimentano i tre fiumi dominanti: il Brembo, il Serio e il Dezzo. Di grande interesse ambientale, economico e turistico, sono le cascate, tra cui quelle del Serio a Valbondione, le più alte d’Italia e le seconde d’Europa con un salto triplice di 315 m (aperte cinque volte all’anno), quelle della Val Sambuzza a Carona, le incantevoli cascate del torrente Vo nella Val di Scalve.

Parco delle Orobie Bergamasche, le cascate del Serio

Dalle Alpi alle Prealpi lecchesi. È qui il Parco della Grigna Settentrionale, che si estende tra il Lago di Como e le Orobie, attorno, appunto, al massiccio delle Grigne, sempre al di sopra dei 500 metri. Qui si potrebbe prevedere di affrontare il “percorso della biodiversità”, a piedi (per chi ha già un buon allenamento…) o anche in mountain bike, che parte da Esino Lario, conosciuta anche come la “perla delle Grigne”, tocca il Passo di Agueglio (1142 m), prevede una sosta in località Cainallo, dove si trova l’omonimo albergo rifugio omonimo, arriva fino alla località Costa da Buus, poi scende verso Ortanella incrociando imperdibili vedute sul Lago di Como per tornare poi da dove si è partiti.

Sempre in provincia di Lecco c’è il Parco Monte Barro, il più piccolo tra i parchi regionali lombardi. Piccolo, ma prezioso visto che possiede risorse naturalistiche, storiche e paesaggistiche di indubbia importanza come il parco archeologico dei Piani di Barra, ove è possibile visitare i resti archeologici di fortificazioni tardo romane, e utilizzate dagli Ostrogoti alla caduta dell’Impero romano d’Occidente o come l’Eremo Monte Barro e il complesso edilizio di carattere agricolo di Camporeso, ex borgo fortificato, tutti raggiungibili a piedi con una facile passeggiata.

Chiudiamo la carrellata tra i monti lombardi con il Parco Campo dei Fiori che domina la zona collinare varesina, tra la Valcuvia e la Valganna, e al cui interno sono istituite sei Riserve naturali che racchiudono gli ambienti più importanti e caratteristici: le Riserve naturali Lago di Ganna, Lago di Brinzio, Torbiera Pau Majur e Torbiera del Carecc con le principali zone umide del Parco la, Riserva del Monte Campo dei Fiori con il suo articolato sistema carsico ipogeo, le aspre rupi calcaree e i vasti boschi di faggio e abete rosso la della Riserva della Martica-Chiusarella. Il tutto è facilmente visitabile grazie ai sedici sentieri principali adeguatamente segnalati che toccano anche gli otto Monumenti naturali disseminati nel territorio del Parco. Da segnalare il Sacro Monte di Varese, dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco e la “Cittadella di Scienze della Natura Salvatore Furia”, che comprende l’Osservatorio Astronomico “G.V. Schiaparelli”, costruita sulla Punta Paradiso (1.226 m).

Liguria, dal mare alla montagna

Parco nazionale delle Cinque Terre

L’area naturale più simbolica della regione è sicuramente il Parco nazionale delle Cinque Terre. Oltre, appunto ai cinque territori di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso, comprende una porzione dei comuni di Levanto e della Spezia (Campiglia Tramonti). Per apprezzarne le bellezze e i paesaggi, il modo migliore è quello di seguire il percorso costiero, conosciuto come sentiero Verde Azzurro, che connette Riomaggiore a Monterosso attraversando tutti i borghi delle Cinque Terre e assumendo nel tratto tra Riomaggiore e Manarola le sembianze della celebre “Via dell’Amore”.

Tra l’entroterra genovese e l’Appennino ligure vero e proprio incontriamo il Parco naturale regionale dell’Antola. Tanti i sentieri che conducono alla vetta del Monte Antola, il punto più alto del parco, da cui si può godere di una panorama straordinario che va fino alla Corsica e all’Arcipelago Toscano a sud, dagli Appennini alle Alpi Apuane ad est, fino alle Alpi Marittime ad ovest e dalla Pianura Padana fino alle Alpi dalle quali si distinguono nettamente il Monviso, il Monte Bianco e il Monte Rosa. In alternativa si potrebbe raggiungere il castello della Pietra, un’antica fortificazione sita nel comune ligure di Vobbia, il principale e più caratteristico monumento dell’entroterra genovese, situato in una pittoresca posizione elevata tra due speroni di conglomerato roccioso che ne costituiscono i naturali bastioni.

Parco naturale regionale dell’Antola, il castello della Pietra

Merita una visita anche il Parco naturale regionale di Bric Tana nel comune di Millesimo in provincia di Savona, quasi al confine con la provincia di Cuneo. Per conoscerlo, il parco propone tre brevi itinerari ad anello che portano in altrettanti posti caratteristici: a Tana della Volpe, a Bric della Feia e alla Valle dei Tre Re.

Piemonte, tra le regioni più ricche di aree naturali protette

Sono tante anche le aree protette piemontesi, di cui due a livello nazionale. Il primo è il Parco del Gran Paradiso, il più vecchio d’Italia, istituito il 3 dicembre del 1922, situato a cavallo con la Valle d’Aosta e confinante con il francese Parco nazionale della Vanoise. Già riserva di caccia di casa Savoia, in particolare di re Vittorio Emanuele II, il parco comprende ben 59 ghiacciai perenni ed è interessato da cinque valli principali, tra cui le piemontesi Valle dell’Orco e Val Soana. Tanti i punti caratteristici imperdibili sotto l’aspetto paesaggistico, come il Lago Lillet, poco sotto il Colle della Terra, a 2.765 m, che rimane quasi sempre gelato, o il Lago di Dres (2.073 m), uno dei pochi punti del lato piemontese da cui si può scorgere la vetta e il ghiacciaio del Gran Paradiso, o ancora il Lago Lasin (2.104 m) con la caratteristica grossa isola che ne occupa la parte nordorientale. Segnaliamo anche alcune pittoresche cascate facilmente osservabili dai turisti: quella sovrastante l’abitato di Noasca oppure quella formata dal torrente di Nel all’altezza della borgata Chiapili di sotto.

Parco del Gran Paradiso

L’altro parco nazionale è quello di Val Grande, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, considerato tra le aree più selvaggia delle Alpi e d’Italia. Anche per questo è molto attraente dal punto di vista escursionistico. Tra i diversi itinerari che si possono proporre, potrebbe essere interessante andare alla scoperta delle incisioni rupestri che si sono scoperte dal 1985 in poi: in particolare percorrendo il sentiero che da Cicogna porta ai massi coppellati dell’alpe Prà da cui, peraltro, si gode da lontano il Lago Maggiore. Altrettanto affascinante è l’itinerario che da Beura risale lungo una mulattiera lastricata fino a Bissoggio e che permette di scoprire la storia secolare che ha legato la popolazione di queste montagne all’uso della pietra locale come materiale da costruzione per eccellenza, dalle strade ai muri di contenimento, dagli edifici rustici, come stalle e mulini, fino alle case signorili.

Ci spostiamo in provincia di Novara per visitare il Parco naturale dei Lagoni di Mercurago che, dal 2011, è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco, rientrando tra i 111 siti palafitticoli preistorici localizzati attorno alle Alpi. Ci troviamo sulle ampie colline moreniche che circondano la parte piemontese del Lago Maggiore e il parco è dotato di una fitta rete di sentieri che consentono al visitatore di addentrarvisi e di percorrerlo per esteso. Può essere interessante, trattandosi di un insediamento preistorico e archeologico, andare alla scoperta delle zone dove sono state rinvenuti i resti di alcune palafitte, oppure seguire i sentieri tematici appositamente segnalati per consentire di apprezzare vari aspetti della natura: i boschi - percorso rosso -, le zone umide - percorso azzurro -, l’archeologia – percorso viola - e le attività produttive - percorso arancione.

Parco naturale dei Lagoni di Mercurago

Un po’ più a sud troviamo il Parco naturale del Bosco della Partecipanza e delle Grange vercellesi, nato recentemente dall’accorpamento del “Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino” con le Riserve naturali “Fontana gigante” e “San Genuario”, e della relativa area contigua. In questo caso, il nostro suggerimento esula dall’area naturalista per entrare in quella culturale: non perdetevi una visita all’abbazia di Santa Maria di Lucedio, un grande complesso abbaziale sito a Lucedio, presso Trino, in provincia di Vercelli. Fondata nel primo quarto del XII secolo ad opera di alcuni monaci cistercensi provenienti dal monastero di La Ferté a Chalon-sur-Saône, in Borgogna, oggi si presenta come una grande e moderna azienda agricola.

Scendiamo fino al confine con la Liguria e l’Emilia Romagna per visitare il Parco naturale dell’Alta Val Borbera. Siamo nel comune di Carrega Ligure in provincia di Alessandria a un’altitudine compresa tra i 545 m e la cima del monte Legnà (1.669 m). Un itinerario da riscoprire potrebbe essere quello dalla frazione di Dova Superiore al monte Antola dalla cui cima, nelle giornate limpide, si spazia con la vista dal Lago del Brugneto sino al porto di Genova: si salirà sulle orme dei partigiani che, a partire dal settembre 1944, si diedero da fare per sostenere le formazioni delle forze alleate.

Ci portiamo in provincia di Torino per visitare due parchi montani, uno accanto all’altro. Innanzitutto il Parco naturale della Val Troncea, nel comune di Pragelato, che offre molteplici percorsi escursionistici di diverso livello e difficoltà, alcuni adatti anche alle mountain bike e ai cavalli. Tra i sentieri più facili vi sono quelli che collegano le varie borgate l’una con l’altra o con il fondo valle, come quello che dal bivio per la Fonderia La Tuccia porta alla Borgata Troncea (itinerario n. 6) o quello che, dallo stesso punto, conduce sino al Ponte di Laval (itinerario n. 5).

Parco naturale della Val Troncea

Lì vicino è il Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand che si estende sulla destra della Val di Susa. Da qui, tra cervi, camosci e caprioli, nel Medioevo passavano anche i pellegrini che dall’Europa Occidentale andavano a Roma seguendo la Via Francigena. Se ne potrebbe ripercorrere un tratto, tra Oulx e Salbertrand o tra quest’ultimo ed Exilles. Oppure si potrebbe visitare l’Ecomuseo Colombano Romean, che prevede nei suoi percorsi la visita agli splendidi affreschi cinquecenteschi della Parrocchiale di San Giovanni Battista e della Cappella dell’Annunciazione nella frazione Oulme.

Concludiamo questa prima parte tra le zone protette piemontesi con il Parco naturale delle Alpi Marittime in provincia di Cuneo, confinante con il francese Parco nazionale del Mercantour e già riserva di caccia di Vittorio Emanuele II. Decine le possibili escursioni, anche impegnative per raggiungere bivacchi e alte cime. Se avete i bambini, suggeriamo il percorso ad anello intorno al Bosco di Faggio di Palanfré attrezzato con pannelli di riconoscimento di alberi ed arbusti, particolarmente suggestivo nel periodo primaverile.

Toscana, nei boschi per parlare di cultura

Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, Eremo di Camaldoli

In Toscana ci sono tre parchi nazionali e altrettanti regionali. Ne scopriremo un paio alla settimana, cominciando dal Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, a cavallo tra le province di Arezzo, Firenze e Forlì-Cesena. Meriterebbero una visita gli insediamenti monastici di San Romualdo a Camaldoli e di San Francesco d’Assisi a La Verna, nel luogo dove avrebbe ricevuto le stigmate. Stando nell’ambito naturalistico, suggeriamo un’escursione alla cascata dell’Acquacheta, degna di nota non solo per la portata del salto (80 m) ma anche per la citazione che ne fa Dante Alighieri nella Divina Commedia, nel XVI canto dell’Inferno. Un’ultima curiosità: da queste foreste arriva il legname per la costruzione di vari edifici toscani, tra cui la Cupola del Brunelleschi di Santa Maria del Fiore a Firenze.

Parco naturale regionale delle Alpi Apuane

È situato, invece, tra le province di Carrara e Lucca, il Parco naturale regionale delle Alpi Apuane, il cui cuore è nella Garfagnana. E proprio qui si trovano numerose grotte di grande importanza dal punto di vista mineralogico che offrono la possibilità di effettuare escursioni e visite guidate al loro interno. Segnaliamo la Grotta del Vento, che propone un’incredibile varietà di rocce e minerali, l’Antro del Corchia, la grotta più estesa d’Italia situata sul versante della Versilia. Il parco comprende anche le famose cave di marmo bianco di Carrara tanto amato da Michelangelo che lo utilizzò per le sue opere, dalla Pietà della Basilica di San Pietro al celeberrimo Mosè di San Pietro in Vincoli, entrambi a Roma, ma anche apprezzato e utilizzato, prima di lui, da altri grandi scultori toscani come Giovanni e Nicola Pisano e Arnolfo di Cambio.

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