Ricorso respinto

Il giudice: "Sospesi senza stipendio i sanitari che rifiutano il vaccino"

Presto (forse) anche una legge. Ronzulli (Fi): "Inconcepibile, è come fare il pompiere e avere paura del fuoco".

Il giudice: "Sospesi senza stipendio i sanitari che rifiutano il vaccino"
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Sentenza emblematica, quella che arriva dalla provincia di Belluno, in Veneto. Avevano rifiutato di vaccinarsi ed erano stati sospesi dal lavoro in casa di riposo.

Poi i dieci sanitari avevano fatto ricorso, ma il giudice ha respinto le loro richieste: chi rifiuta il vaccino non è idoneo al lavoro, per cui è sospeso dal lavoro senza stipendio a tempo indeterminato.

Infermieri e Oss no vax in casa di riposo

Da Prima Belluno

Due infermieri e otto operatori sociosanitari dipendenti di due Rsa a Belluno erano stati messi in ferie forzate dalla direzione (dalla Sersa e dalla Sedico Servizi) dopo aver rifiutato la somministrazione del vaccino Pfizer a febbraio.

La motivazione che ha permesso alla direzione di sospendere senza stipendio i sanitari dal lavoro è stata la dichiarazione del medico che li ha definiti “non idonei al servizio”.

Ricorso, il giudice: "Sospesi senza stipendio"

Gli operatori che avevano rifiutato il vaccino avevano deciso di fare ricorso. Ma il Tribunale di Belluno ha detto no: il giudice però ha ribadito che è fondamentale evitare che ci siano operatori non vaccinati sul posto di lavoro, essendo ampiamente accertata l’efficacia del vaccino.

In questo caso quindi, rispettando la libertà di potersi vaccinare o meno, prevale l’obbligo del datore di lavoro di fare in modo che i suoi dipendenti possano lavorare in sicurezza, in particolare nei confronti degli ospiti delle case di riposo.

I dieci sanitari che sono stati sospesi potranno essere reintegrati solo al termine dell’emergenza Covid nel momento in cui non ci saranno più rischi per gli ospiti, oppure quando accetteranno di eseguire il vaccino.

Tema dibattuto, presto (forse) una legge

Tanti i casi mediatici clamorosi ed emblematici degli ultimi mesi: in Liguria ben 15 infermieri no vax operanti al Policlinico San Martino di Genova erano risultati positivi al virus, in Lombardia, nel Pavese, in una Rsa, una oss no vax (su 50 tra operatori sanitari e infermieri, che si rifiutavano di fare il vaccino anti-Covid opponendosi anche al tampone di controllo) era risultata infetta e con lei anche il marito, anch’esso impiegato nella struttura.

Sul tema il dibattitto anche all'interno del nuovo Governo Draghi è aperto: a guidare la fronda di chi vorrebbe approvare già domani mattina una legge per obbligare gli operatori sanitari a vaccinarsi è in particolare Forza Italia, prima firmataria del dl la senatrice Licia Ronzulli:

“È inconcepibile che un medico si rifiuti di fare il vaccino. È come fare il pompiere e avere paura del fuoco o arruolarsi nell’esercito e avere paura delle armi”.

E i giuristi? Tutti nella stessa direzione:

“Stiamo parlando di milioni e milioni di persone, dipendenti privati e pubblici - così l’ex-Pm Raffaele Guariniello - Se è vero che la legge parla di mettere a disposizione un vaccino e dunque non obbliga nessuno a vaccinarsi, è anche vero che la stessa norma impone al datore di lavoro l’allontanamento temporaneo del lavoratore in caso di inidoneità alla mansione su indicazione del medico competente”.

“Chiunque potrà rifiutare la vaccinazione - così anche il professor Pietro Ichino - ma se questo metterà a rischio la salute di altre persone, il rifiuto costituirà un impedimento oggettivo alla prosecuzione del rapporto di lavoro. Si rischia il licenziamento, nei casi più gravi. La protezione del proprio interesse alla prosecuzione del rapporto di lavoro cede di fronte alla protezione della salute altrui”.

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