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Positivi al Covid continuano a correre per il Giro d'Italia: è polemica

L'assenza di protocolli permette di decidere autonomamente cosa fare

Positivi al Covid continuano a correre per il Giro d'Italia: è polemica
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Il Covid si è insinuato nel Giro d'Italia e ha fatto emergere non poche polemiche.

Positivi al Covid continuano a correre per il Giro d'Italia

Il fatto che l'emergenza sia finita e l'assenza di protocolli hanno fatto sì che i corridori che risultano positivi possano scegliere se continuare o meno a far parte della Corsa Rosa.

Le accuse contro l’organizzazione

Ad accendere la miccia delle polemiche sono arrivate anche le critiche della squadra di Evenepoel nei confronti degli organizzatori del Giro d’Italia, “rei” di non aver approntato adeguate misure di sicurezza. Peraltro il ciclismo è uno degli sport più promiscui, che esige, per sua natura, il contatto con il pubblico. I corridori corrono in gruppo, i vincitori sono regolarmente assaliti dai giornalisti a fine tappa.

Con queste premesse è difficile arginare un virus in circolazione e infatti è accaduto ciò che non sarebbe dovuto accadere, ovvero si è acceso un focolaio in piena regola. E oggi sono parecchi i corridori che fanno le valigie per tornare a casa.

C’è chi corre ed è positivo

Poteva andare diversamente? Peraltro non c’è nessun obbligo di lasciare la corsa da parte di un corridore positivo. Il risultato è che ognuno può fare come vuole.

L’altroieri il norvegese Erik Bystroem ha confessato di essere positivo, ma di non avere alcuna intenzione di abbandonare la gara. Intanto, ieri, altri quattro compagni di squadra dell’ex maglia rosa hanno abbandonato in blocco il Giro dopo essere risultati positivi a un tampone.

I controlli sono eseguiti spontaneamente dalle squadre e non c’è nessun protocollo d’obbligo da parte dell’Uci, quindi i corridori che volessero continuare anche in presenza di sintomi più o meno gravi di infezione da Covid potrebbero farlo.

Aboliti i protocolli

Ricordiamo che dal 1° maggio 2023 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha derubricato il Covid da pandemia a epidemia abolendo, di fatto, qualsiasi protocollo da seguire anche a manifestazioni sportive, lasciando ai singoli la libertà di scegliere se e quali misure prendere. E al Giro d’Italia 2023 non sono stati adottati protocolli particolari sia nel pre, sia nel post tappa: l’organizzazione sta cercando di correre ai ripari e ha deciso di reintrodurre l’obbligo della mascherina in luoghi pubblici per atleti e tifosi. Ma ormai la frittata è fatta.

Angelo De Lorenzi

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