L'intervista

Rozza si riconferma in Consiglio Regionale

Al secondo mandato, Carmela Rozza del PD: "Riparto da dove ho lasciato"

Rozza si riconferma in Consiglio Regionale
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Sindacalista, consigliera e assessora comunale a Milano, riconfermata per il secondo mandato consigliera regionale del Pd: Carmela Rozza si appresta a riprendere, con la consueta grinta, un lavoro iniziato cinque anni fa.

Che bilancio fa della scorsa legislatura?

È stata caratterizzata dal Covid e abbiamo assistito attoniti al caos e alla negazione da parte di Fontana e dei suoi di qualsiasi responsabilità. Mi rimane l’amarezza che con il rifiuto del presidente e della sua Giunta di riconoscere e individuare gli errori commessi, anche in questa legislatura, se scoppiasse un’altra pandemia, assisteremmo a quanto avvenuto nella precedente. Abbiamo provato a intervenire per dare un assetto di sanità territoriale credibile alla Lombardia, ma non ci siamo riusciti.

Cosa si aspetta dal prossimo quinquennio?

Purtroppo, nulla di buono. I pochi lombardi che sono andati a votare hanno confermato la Giunta. Questo dà l’onere a Fratelli d’Italia, alla Lega e a Forza Italia di risolvere problemi che in 30 anni non hanno risolto: dissesto idrogeologico, interventi strutturali sulla siccità, disastro case popolari, situazione in stato confusionale totale della sanità territoriale.

Come è stata la campagna elettorale?

Milano, dove abbiamo vinto, non è la Lombardia. Credo che da parte del centrosinistra ci sia stata una partenza in ritardo e un risultato elettorale politico che non ha aiutato per niente. L’errore degli altri partiti di opposizione di vedere l’avversario nel Pd anziché nella destra, ha prodotto sia la sconfitta nazionale che quella lombarda. La mancata alleanza di tutte le forze di minoranza ha indebolito anche la nostra proposta politica: l’assenza dell’unità agli occhi dei cittadini ci ha resi meno credibili e vincenti.

Come continuerà il suo lavoro?

Riparto da dove ho lasciato, e da dove sono arrivata, cioè la sanità e il personale sanitario, ma soprattutto le periferie e i quartieri popolari di Milano e provincia. La situazione va peggiorando. Faccio solo qualche esempio della gestione Aler: stanno applicando il 110% in tanti immobili, ma fanno i cappotti senza cambiare infissi, né coibentare i tetti. Quindi buttano via soldi per dare ai cittadini case che faranno la muffa. E poi abbiamo le storiche situazioni irrisolte: via Gola a San Siro o le decine di migliaia di alloggi vuoti, ma 50mila famiglie che cercano una casa.

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