Palazzo Marino si illumina con la scritta “All eyes on Gaza”: l'ok del Consiglio comunale
Il Consiglio comunale ha approvato l'ordine del giorno per la scritta con 25 voti favorevoli, 7 contrari e nessun astenuto

Alla popolazione civile palestinese che ogni giorno viene massacrata dagli attacchi israeliani, ai civili israeliani ancora in ostaggio a Gaza: a loro è dedicata l'iniziativa “All eyes on Gaza” approvata da gran parte del consiglio comunale di Milano.
Su Palazzo Marino la scritta “All eyes on Gaza”: l'ok del Consiglio comunale
MILANO - Palazzo Marino si illumina con la scritta “All eyes on Gaza”: questo vuole essere un gesto simbolico di solidarietà verso i bambini, le bambine, tutta la popolazione civile palestinese e i civili israeliani ancora in ostaggio a Gaza.
Il Consiglio comunale ha approvato questo ordine del giorno con 25 voti favorevoli, 7 contrari e nessun astenuto. L'iniziativa è stata proposta dalla consigliera dei Verdi Francesca Cucchiara e sottoscritto da altri, per invitare il sindaco e la Giunta a predisporre questa iniziativa. Tanti gli interventi nel dibattito in Aula, prima del voto.
Le voci contrarie
Contrari alcuni esponenti di centrodestra ma anche Daniele Nahum e Gianmaria Radice dei Riformisti.
Uguccioni (Pd) tra le ideatrici della proposta
“Intervengo con un senso profondo di dolore, di indignazione e di urgenza morale. Lo faccio a nome di tutto il nostro gruppo, che ha contribuito a scrivere e ha sottoscritto con convinzione questa proposta. Un gesto simbolico carico di significato”, ha detto Beatrice Uguccioni, capogruppo PD. “Siamo davanti a una tragedia che ci interroga come esseri umani, prima ancora che come rappresentanti delle istituzioni. Ma lo dico subito: nessuno si può permettere di dire che nel Pd o in questa maggioranza ci siano antisemiti o odiatori di Israele e della comunità ebraica.
Noi combattiamo da sempre l’antisemitismo, che purtroppo sta tornando ma condannare il governo di Netanyahu e l’orrore che in questi giorni, mesi e anni si sta compiendo a Gaza non vuol dire essere contro il popolo di Israele o la comunità ebraica. La risposta del governo Netanyahu al pogrom del 7 ottobre ha superato ogni limite, è diventata vendetta contro un popolo, non lotta contro un’organizzazione terroristica”.
Nahum spiega il suo voto contrario
“Io tengo a specificare che noi siamo per il cessate il fuoco e per la fine delle ostilità, ma vorrei dire qualcosa”, ha detto Daniele Nahum spiegando il suo voto contrario. “Il tema è che non c’è solo il 7 ottobre. Dov’erano gli occhi su Gaza quando si sono costruiti i tunnel all’interno della Striscia? Nel 2006 Hamas ha fatto un colpo di Stato esautorando l’Anp, e facendo vivere nel terrore la popolazione civile: oggi a Gaza tanti gazawi manifestano contro Hamas. Nell’ultimo anno e mezzo nelle manifestazioni legittime pro Palestina si è gridato ‘morte agli ebrei’, ma non ho sentito da nessun esponente politico dichiarazioni su quelle manifestazioni. Ci dimentichiamo quello che ha fatto Hamas in questi anni.
Io trovo questa mozione, dove mancano questi dati, non votabile. Finché Hamas non sarà disarmata, non usciremo da questa situazione, e non dovrà più governare un centimetro della Striscia di Gaza. Io non voto questa mozione perché non la reputo complessa, sono vicino al tema umanitario, credo sia opportuno oggi un cessate il fuoco, ma contestuale al ritorno a casa degli ostaggi e al disarmo di Hamas. Questa situazione sta portando a un antisemitismo preoccupante”.