In centinaia

Assedio a Palazzo Lombardia: "Fontana dimettiti"

I manifestanti hanno esibito calcolatrici per ironizzare sull’incapacità della giunta Fontana di fare i conti.

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Erano in centinaia, ieri pomeriggio, lunedì 26 gennaio 2020, sotto Palazzo Lombardia. Una manifestazione per chiedere le dimissioni del governatore Attilio Fontana dopo le polemiche sul famigerato errore di calcolo che ha indebitamente relegato la Lombardia in zona rossa per una settimana.

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Manifestazione di protesta a Palazzo Lombardia

Un flashmob per dire “ora basta”. "I vostri fallimenti non si contano più”, il titolo dell’iniziativa, nata per raccogliere l’indignazione di cittadine e cittadini lombardi e la richiesta che la Giunta Fontana vada a casa, in seguito all’ultimo pasticcio sul calcolo dei dati sui positivi al Covid1-9.

E a fronte del documento ufficiale diffuso dall’ISS, che punta il dito contro la Regione, i manifestanti hanno esibito calcolatrici per ironizzare sull’incapacità della giunta Fontana di fare i conti.

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Le posizioni dei partiti scesi inpiazza

Pd: “Adesso basta”:

“Sapevamo che i rimpasti non sarebbero serviti a nulla, la giunta Fontana continua a rivelarsi per quella che è: incompetente e irresponsabile. Dopo i macroscopici errori che abbiamo visto e subìto in questi mesi, dai vaccini al tracciamento, ai disastri nelle Rsa, adesso sbagliano anche a fare i conti con i dati. A tutto c’è un limite. Per questo scenderemo in piazza insieme a tanti altri partiti, associazioni, per chiedere quello che rivendichiamo da mesi a tutela della salute dei lombardi: Fontana dimettiti".

La posizione dei Cinque stelle:

“Movimento 5 Stelle Lombardia partecipa all’evento, da noi coorganizzato, per dire basta a questa giunta incompetente. Abbiamo visto fin troppo. Avete fallito sui vaccini anti influenzali, sul tracciamento, sulla gestione dei vaccini covid. Avete fornito dati sbagliati che poi avete rettificato e intanto urlavate che era colpa del Governo. Solo una cosa dovete fare ora: andare a casa! Portate con voi una calcolatrice e le vostre bandiere! i vostri fallimenti non si contano più”.

La nota di Rifondazione:

“Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria che ha martoriato soprattutto la Lombardia abbiamo denunciato i gravi errori che hanno costellato l’operato della giunta regionale sostenendo insieme alle forze politiche e sociali unite sotto la sigla Milano 2030 la necessità del commissariamento della Sanità Lombarda. La richiesta, presentata in Parlamento e sostenuta da una petizione che ha raccolto oltre 100mila firme, giace inascoltata. Non esentiamo il Governo Conte dalla scelta di non aver proclamato la zona rossa nella bergamasca a marzo e aver ignorato la necessità di intervenire sulla gestione dell’epidemia nella nostra regione con un atto di coraggio che avrebbe risparmiato vite e salvaguardato salute e lavoro. Oggi, dopo l’incredibile vicenda dei dati sbagliati trasmessi a Roma, crediamo che non si possa attendere ancora: chi gestisce la sanità lombarda non è in grado di garantire la sicurezza delle persone”.

Hanno aderito, inoltre, ACLI provinciali Milano, Monza e Brianza, AiutArci a Milano, Alleanza Civica Milano, Arci Lombardia, Arci Milano, Articolo Uno Milano Metropolitana, Associazione Radicali Milanesi Enzo Tortora, Casa Comune, Centro Democratico, Giovani Democratici Milano, Gruppo PD in consiglio comunale di Milano, I sentinelli di Milano, Italia Viva Milano Metropolitana, Medicina Democratica, Milano In Azione, Milano in Comune, Milano Unita, Movimento 5 Stelle Lombardia, Movimento 5 Stelle Milano, Gruppo PD Lombardia, PD Milano Metropolitana, Più Europa Milano, PSI Milano, Partito della Rifondazione Comunista PRC Federazione di Milano, Studenti Presenti, Verdi – Europa Verde Milano.

La Giunta regionale resta sulle sue posizioni

“Una premessa, mi scuserete se non riuscirò a mantenere la consueta pacatezza, ma davvero la misura è colma e la mancanza di rispetto verso la Lombardia e i Lombardi è andata oltre i limiti”. Ha iniziato così il presidente della Regione  Attilio Fontana il suo intervento oggi, martedì 26 gennaio 2021  in Consiglio regionale ripercorrendo l’ormai famigerata vicenda della Lombardia zona rossa. Il presidente è sicuro che la mancata registrazione dei guariti sia una falsa notizia.

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