Bussolati torna in Consiglio con un piano per l'opposizione
"Serve stare più fuori dal Pirellone e raccontare una Lombardia che vogliamo profondamente cambiare"
Con 6.334 preferenze il dem Pietro Bussolati torna a pieno titolo a sedere sugli scranni del consiglio regionale della Lombardia. Non senza il cruccio di non aver spodestato il governo di centrodestra alle scorse elezioni regionali, dopo cinque anni che considera di “totale immobilismo”.
Che bilancio fa della scorsa legislatura?
È stata una legislatura sprofondata nelle sabbie mobili di eventi non voluti, il Covid, ma soprattutto di incapacità di gestione della cosa pubblica. Due esempi su tutti: si è persa l’occasione di riformare il trasporto pubblico locale, lasciando fermo un settore che fatica a dare risposte ai lombardi, e si è operata una riforma non incisiva sulla sanità, che non promuove la medicina territoriale e lascia troppa libertà al privato di decidere quali prestazioni offrire.
Cosa si aspetta dal prossimo quinquennio?
Porterò il mio spirito battagliero e di proposta in consiglio regionale come ho sempre cercato di fare. I temi su cui continuerò a battermi, oltre a trasporto e sanità, saranno l’aumento dei salari e il sostegno alla genitorialità per le coppie lombarde. Dall’altra parte, spero, da cittadino e non solo da politico, che Fontana abbia imparato dagli errori, ma temo che non ci saranno particolari cambiamenti, bensì solo un peso maggiore di Fratelli d’Italia che bloccherà ulteriormente la macchina amministrativa e politica di Regione Lombardia.
Come è stata la campagna elettorale?
Difficile, perché ai cittadini lombardi non credo sia chiaro quanto è importante andare a scegliere chi governa anche a livello territoriale. Dobbiamo usare questi anni per spiegarglielo.
Come si può fare?
Serve lavorare da subito, anche perché ci si è mossi tardi per promuovere un’alternativa e lo sforzo di generosità dei candidati non è bastato. Serve stare più fuori dal Pirellone e raccontare una Lombardia che vogliamo profondamente cambiare e rendere più giusta, più verde, con una maggiora qualità della vita.
Qual è il primo risultato che vuole ottenere ora?
L’ostetrica a domicilio: mi piacerebbe rendere gratuito e pubblico un servizio di questo genere che accompagni le coppie dopo il parto. Dai nostri calcoli costa circa 7 milioni di euro l’anno, non una cifra impossibile da stanziare, e sarebbe utile anche per aiutare i neogenitori a prevenire qualsiasi criticità.