Autonomia: vertice tra i Presidenti dei Consigli regionali e il Ministro Calderoli
Romani: “Il Paese ha bisogno dell’autonomia, requisito indispensabile per restituire dignità ai territori e migliorarne la competitività”
Questa mattina a Roma il Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, si è riunito in Assemblea plenaria con i Presidenti dei diversi Consigli regionali italiani, presso la sede della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
Il punto della situazione sull’autonomia
Durante la mattinata Calderoli ha fatto il punto sull’iter della riforma e chiarito alcuni aspetti legati alle competenze e alle incombenze delle regioni e delle relative assemblee parlamentari.
“Approfittiamo di questa fase – ha dichiarato il Ministro Calderoli - per favorire occasioni di conoscenza e di approfondimento con tutti i nostri interlocutori, in primis con i Presidenti dei Consigli regionali, anche perché, laddove si arrivasse all’intesa definitiva, i primi passi attuativi prenderanno vita proprio dai Consigli regionali”.
Un ringraziamento al Ministro è stato rivolto da Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto e Coordinatore della Conferenza, che ha spiegato come:
“questo lavoro preparatorio all’interno dei Consigli regionali è particolarmente utile per arrivare pronti al confronto e all’applicazione delle deleghe che ci saranno assegnate, in maniera da essere efficaci ed efficienti nell’attività legislativa regionale.”
Il commento del presidente Romani
Il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani si è così espresso a margine della conferenza:
“L’autonomia è la stella polare che dovrà guidare nei prossimi mesi l’azione del Governo nazionale e a cui si dovranno ispirare le legislazioni regionali. Il nostro Paese ne ha bisogno. L'Autonomia è l'occasione per ridare dignità ai territori portandoli verso uno spirito di leale collaborazione e solidarietà per poter essere sempre più competitivi, per esempio nei trasporti, nell'istruzione, nel lavoro, nei rapporti internazionali. Il tutto nel pieno rispetto dei diritti civili e sociali. Non a caso noi per primi in Lombardia chiamammo il nostro statuto regionale Statuto d’Autonomia, creando un modello su cui iniziare un cammino”.