L'iniziativa

L'importanza della risata come terapia, alla Casa della Carità

Jacopo Cirillo: "C'è la guerra, non c'è niente da ridere. E invece è proprio questo il momento in cui c'è più bisogno di utilizzare l'umorismo, di disinnescare le nostre paure".

L'importanza della risata come terapia, alla Casa della Carità
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L'obiettivo non è quello di formare dei futuri comici, ma sottolineare l'importanza sociale e terapeutica della risata.

Corso di formazione sulla risata presso la Casa della Carità

MILANO - "Che cosa c'è da ridere. Teorie e tecniche della comicità” è il titolo del corso promosso dalla Biblioteca del Confine della Casa della Carità con l’autore, sceneggiatore e produttore Jacopo Cirillo e con la partecipazione della casa editrice Il Saggiatore. Si tratta di un percorso formativo di 8 incontri, al via dal 20 aprile, che partirà dalle basi fisiologiche, sociali e culturali della risata, nell’uomo e negli animali, e dalle teorie attorno alla comicità proposte dalla filosofia, dalla sociologia e dalle scienze umane.

L’obiettivo, spiega la Casa della Carità, non è quello di formare dei comici, ma mettere in risalto l’innata componente sociale e terapeutica della risata. Per questo, il corso è proposto all’interno di una realtà come la Casa della Carità.

Le parole di Cecilia Trotto

“Abbiamo pensato di promuovere questo corso alla Casa della Carità perché, come ha detto recentemente anche Papa Francesco, la risata è una medicina che porta alla gioia interiore. Lo sappiamo bene in una realtà sociale come la nostra, dove molte volte il sorriso è un modo per avviare una relazione di cura con i nostri ospiti, che spesso hanno alle spalle storie difficili. Ma credo che ognuno di noi sappia quanto, in alcuni momenti della vita, regalarci una risata con noi stessi e con gli altri sia di aiuto per relativizzare le cose che ci accadono”, spiega Cecilia Trotto, responsabile della Biblioteca del Confine della Casa della Carità.

L'intervento di Jacopo Cirillo

“In alcuni periodi e situazioni storiche particolarmente drammatiche e opprimenti, come quella che stiamo vivendo, ridere sembra fuori luogo. C'è la guerra, non c'è niente da ridere. E invece è proprio questo il momento in cui c'è più bisogno di utilizzare l'umorismo, di disinnescare, almeno per un momento, le nostre paure più recondite. La comicità è la cosa più naturale, e più umana, che possiamo mettere in atto per (fingere di) soffrire un poco di meno”, aggiunge Jacopo Cirillo, che condurrà il corso.

Alla fine del ciclo di lezioni si arriverà alla creazione di un e-book collettivo, che sarà pubblicato da Il Saggiatore. Ai partecipanti è richiesto un contributo sotto forma di donazione alla Casa della Carità (le modalità di pagamento saranno comunicate via e-mail agli iscritti).

Oltre a sostenere le spese del corso, questo contributo permetterà di realizzare la formula “corso sospeso”, donando un’iscrizione a una persona fragile ospite della Fondazione.

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