Allarme di Assolombarda

La guerra in Ucraina "azzoppa" la ripartenza dell'industria in Lombardia

Il 2021 si era chiuso con una ripresa incoraggiante, ma l'invasione della Russia rischia di rallentare i mercati e spegnere l'entusiasmo.

La guerra in Ucraina "azzoppa" la ripartenza dell'industria in Lombardia
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La guerra in Ucraina già "azzoppa" le stime della ripartenza? Dopo l'allarme da Confartigianato Veneto, anche dalla Lombardia gli scenari per l'industria prospettati da Assolombarda non portano troppo all'ottimismo a ormai un mese dall'invasione russa.

Industria in Lombardia, la guerra fa vedere "nero"

La fotografia messa sul tavolo dall'associazione industriali è chiara: il conflitto Russia-Ucraina compromette il recupero dell’economia in Lombardia: prima della guerra le stime per il 2022 delineavano un tasso di crescita del pil lombardo del +4%, ma “il perdurare della situazione attuale potrebbe far tagliare la stima e rallentare entità e tempi della ripresa post pandemica”.

Lo scenario è stato illustrato dall'associazione attraverso una nota stampa diramata in queste ore.

Insomma, neanche il tempo di compiacersi della ripartenza post pandemia che peraltro è già stata evidenziata più volte anche dal presidente del Consiglio Mario Draghi che ecco nuove nubi profilarsi all'orizzonte, sempre più minacciose.

Il rimbalzo incoraggiante post covid rischia di evaporare subito

In buona sostanza, il rimbalzo incoraggiante post covid con una ripartenza degna di nota, rischia di "evaporare" subito a causa del conflitto.

Del resto, Assolombarda pur di fronte a segnali positivi di ripresa ha comunque chiarito:

"A fine 2021 il pil regionale ha segnato un rimbalzo del 6,6% rispetto al 2020, ma i valori sono ancora sotto al 2019: -2,9%"

Ora come detto, dubbi e incertezze sono legati a quanto accade tra Mosca e Kiev e di rimbalzo sul resto d'Europa, e, ancor più di rimbalzo, su Stati Uniti e Cina.

Tanto che Assolombarda guardando in prospettiva ha osservato nel suo report:

"Le conseguenze del conflitto rallentano la ripresa perché influiscono pesantemente sugli scambi commerciali con i Paesi interessati, determinando un nuovo shock sui prezzi delle materie prime energetiche e non, alimentano l’incertezza per imprese e famiglie"

L'incidenza di Russia e Ucraina sulla Lombardia e Milano

Dalla relazione degli industriali emerge che nell’export totale annuo della Lombardia la Russia vale l’1,6% e l’Ucraina lo 0,4%. Ma se si guardano in particolare i settori, le maggiori esposizioni sono nella meccanica (2,7% l’incidenza del mercato russo sul totale vendite settoriali regionali), nella moda (2,4%) e nella chimica (2,1%).

Un impatto che poi a sua volta si differenzia sui vari territori, in funzione delle specializzazioni locali e della presenza più o meno marcata di settore d'impresa piuttosto che un altro.

A Milano il conflitto si sta ripercuotendo sulle imprese soprattutto per quanto riguarda il caro energia e il costo delle materie prime.

Alcuni settori sono più esposti: moda (3,1% l’incidenza della Russia sul totale vendite settoriali provinciali), meccanica (3,0%) e chimica (2,8%). Per quanto riguarda le importazioni la Russia incide solo per l’1% delle forniture estere milanesi, ma spiccano per dipendenza diretta i metalli che pesano il 7%.

 

 

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