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La Russia invade l'Ucraina: il confronto con gli onorevoli Lupi e Fragomeli

Focus dell’incontro, organizzato dagli Amici del Giornale di Lecco al ristorante Da Giovannino di Malgrate, le ripercussioni per Italia ed Europa. Presenti molti imprenditori del territorio

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Un incontro per riflettere sulla guerra in Ucraina e sulle sue ripercussioni a livello europeo e italiano. Ospiti del pranzo, organizzato lunedì 7 marzo dagli Amici del Giornale di Lecco al ristorante Da Giovannino di Malgrate, gli onorevoli GianMario Fragomeli e Maurizio Lupi. L’appuntamento "La Russia invade l’Ucraina, la minaccia nucleare e i rischi per l’Europa e l’Italia" ha rappresentato un’occasione per approfondire le tematiche sociali ed economiche legate al conflitto che sL'ta tenendo il mondo con il fiato sospeso da settimane.

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Gli amici del Giornale di Lecco discutono sull'invasione russa

A dare il benvenuto e introdurre il tema, il direttore del Giornale di Lecco Isabella Preda:

"Inizialmente avremmo voluto organizzare un dibattito politico all’indomani dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, ma non abbiamo potuto fare a meno di farci influenzare da quanto sta accadendo nell’Est Europa. La guerra in Ucraina non è l’unica in questo momento nel mondo, ma sicuramente è quella che ci tocca più da vicino. Sia da un punto di vista geografico, sia perché ci vede coinvolti negli aiuti umanitari, sia per le ripercussioni economiche che ilconflitto avrà su tutta l’Europa".

A moderare l’incontro il consigliere di Regione Lombardia Mauro Piazza, che ha portato all’attenzione degli onorevoli Fragomeli, membro della Commissione Finanze, e Lupi, componente della Commissione Affari Esteri, alcuni punti da approfondire. A partire dall’attacco "non solo militare, ma soprattutto ai valori delle democrazie liberali tipiche dell’Occidente" che sta avvenendo con il conflitto in Ucraina.

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Le conseguenza dell'invasione in Ucraina

"Ci sono tre temi da valutare per quanto sta avvenendo in Ucraina - ha spiegato dapprima l’onorevole Fragomeli - Anzitutto la risposta dell’Europa, che non è scontata ma frutto di un accordo per stabilire sia le misure da utilizzare contro l’invasione bellica, sia per l’accoglienza dei rifugiati. C’è poi il tema dei possibili scenari che abbiamo di fronte: che la guerra finisca subito perché non è sostenibile una resistenza alla potenza bellica russa; che si crei una “no fly zone” ma questo comporterebbe una reazione immediata di Putin; infine che vi sia una “manovra a tenaglia” con cui aiutare il popolo ucraino a difendersi, ma anche stabilire misure contro l’economia russa, come sta avvenendo in effetti".

A fronte di questi scenari, bisogna pure tenere conto della forte dipendenza dell’Italia dalla Russia per la fornitura di gas: difficile, per il momento, pensare di rifornirsi da altri Paesi, ma anche sostenere la domanda nazionale troppo a lungo in mancanza di ulteriori forniture". L’onorevole Lupi ha sottolineato le possibili reazioni di Italia, Europa e Nato al conflitto:

"Ovviamente vogliamo tutti che ci sia la pace e quindi il dialogo, ma bisogna avere una posizione unita e coesa - ha spiegato - Non dobbiamo far sì che vi sia ambiguità da parte della Nato, anche le sanzioni non devono servire a isolare la Russia, ma Putin. E’ lui ad aver attaccato l’Occidente perché lo vede contrapposto alla Russia, vuole riaffermare l’egemonia e la centralità del suo Paese. L’Onu dovrebbe quindi intervenire, ripeto che bisogna continuare il dialogo, ma anche tenere posizioni ferme per andare avanti con la diplomazia. Il tema dell’immigrazione non deve essere affrontato solo come solidarietà, ma anche come sfida di welfare".

La crisi energetica

Escludendo anche Lupi una "no fly zone" e auspicando che vi sia una tregua per quanto concerne i corridoi umanitari, ha poi trattato il tema della politica energetica italiana.

"C’è una fragilità che si è dimostrata negli ultimi anni - ha affermato - La nuova politica industriale per sostenere le imprese passa attraverso la transizione ecologica, la produzione di energia in Italia è però notevolmente calata e ora ne vediamo le ripercussioni. E poi c’è l’elemento sociale, che già dopo il Covid è stato messo in crisi e ora rischia di esserlo ancora di più. Penso che servano strumenti straordinari, riproponendo misure simili a quelle utilizzate col Covid".

A livello politico poi, rispondendo a una domanda posta da uno degli imprenditori presenti al pranzo, Lupi ha aggiunto:

"Abbiamo capito che non ci salviamo da soli, la pandemia ci ha fatto capire come rimetterci in moto e serve che l’Europa sia unita. E’ vero che l’Unione ha dimostrato alcune fragilità, ma anche il conflitto in Ucraina ci ha fatto comprendere che i nostri valori sono quelli giusti. Per la transizione energetica bisogna valutare come affrontarla: penso si debba correre sulle riforme, compreso il nucleare di quarta generazione per accompagnare lo sviluppo. E poi sostenere le imprese italiane che esportano all’estero, dando loro garanzie".

I temi della transizione energetica e del ruolo dell’Europa sono stati poi ripresi dall’onorevole Fragomeli, che ha aggiunto:

"Abbiamo una responsabilità per il futuro, penso che una possibilità valida sia di riprendere l’offshore in mare. Per quanto riguarda l’Europa, deve riconoscere il suo ruolo e ridisegnare il processo di difesa così come quello economico. Inoltre, in futuro non si dovrà dare ai leader la possibilità di fare derive autoritarie. L’Europa dovrà restare unita, autonoma per politica, difesa e interventi in scenari simili a quello che stiamo vivendo".

La possibilità di una Terza Guerra Mondiale

Infine, gli onorevoli Fragomeli e Lupi si sono espressi sul prossimo futuro del conflitto e le conseguenze di una possibile Terza guerra mondiale.

"Di fronte allo scoppio di una guerra nucleare resterebbe poco da dirsi - così Fragomeli - Putin ora ha necessità di chiudere la guerra, il rublo si sta deprezzando e le sanzioni stanno colpendo. Dobbiamo essere interlocutori per le sanzioni, valutando anche il ruolo di Cina e Stati Uniti. Ma ci aspettano altre settimane impegnative".

Lupi ha concluso dicendo:

"La risposta della Nato e dell’Occidente rischia di innescare una Terza guerra mondiale. Siamo di fronte a un dittatore che mette a rischio gli equilibri internazionali, non pensiamo a scenari apocalittici: basta mobilitare le coscienze e prendere le proprie responsabilità, evitando l’indifferenza".

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