Regione Lombardia

Il "Metodo Guidesi" per sostenere le imprese lombarde

In un momento di crisi economica Regione Lombardia resta al fianco delle proprie imprese con numerosi contributi e sostegni e si prepara a premiare le sue attività storiche

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Ammonta a oltre 1 miliardo di euro la somma dei contributi stanziati dall’assessorato allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia da quando Guido Guidesi ne è responsabile. 206 milioni concessi a fondo perduto e oltre 700 milioni di finanziamenti agevolati. Per quel che concerne solamente gli ultimi mesi, 230 milioni sono stati destinati a misure di credito, e 73 milioni a favorire l’efficientamento energetico di strutture e cicli produttivi. Tali contributi hanno sostenuto le imprese e il sistema lombardo nel difficile periodo di crisi economica che stiamo vivendo, ma con i costi dell’energia sempre più alti l’assessore allo sviluppo economico Guido Guidesi continua a sollecitare a gran voce un intervento dell’Europa. Abbiamo parlato con lui del futuro del settore economico, ma anche del progetto delle attività storiche. Un premio che, in questo contesto socio-economico, assume un valore ancora più importante.

L'assessore Guidesi pronto a premiare le attività storiche

La crisi energetica e la difficile situazione delle imprese lombarde

Il suo assessorato è sicuramente quello più coinvolto dalla difficile situazione economica che il Paese sta vivendo. Fino ad ora il sistema lombardo è sembrato riuscire a reggere il colpo, mantenendo la fase di crescita post-pandemia, nonostante il rallentamento delle ultime settimane. Ma come stanno veramente le imprese lombarde?

Abbiamo retto solo ed esclusivamente grazie alle imprese. Tante hanno fatto la scelta, con l’obiettivo di riuscire a tenere le proprie quote di mercato, di produrre nei periodi meno costosi dal punto di vista energetico, per cui, in accordo con i lavoratori, lavorando la notte e nel fine settimana. Altre hanno rinunciato alle marginalità, per cui la tenuta delle quote di mercato è dovuta principalmente a questi sacrifici. Quanto possiamo reggere questa situazione? Molto poco. Se i costi continuano ad aumentare le marginalità diminuiranno e non potremo sicuramente chiedere alle imprese di produrre in perdita.

Qual è la sua previsione per il futuro economico della nostra regione, quali sono i prossimi passi da fare per riuscire a gestire questi enormi rincari - non solo energetici - che il settore industriale e manifatturiero sta affrontando?

I rincari dipendono tutti principalmente dai costi energetici, il 70% dell’inflazione anche sulle forniture è determinato dai costi dell’energia. È una vera e propria pandemia, noi lo andiamo dicendo da un anno purtroppo siamo rimasti inascoltati per troppo tempo. Il futuro dipende dalle scelte della Commissione Europea. Se la Commissione deciderà di intervenire, così com’è stato durante la pandemia sanitaria, tutelando sia le aziende che l’occupazione, allora vedo un futuro roseo, che consentirà alle nostre imprese di continuare a primeggiare. Se invece continuerà a non decidere come sta facendo da sette mesi, allora vedo il rischio di una crisi sociale molto profonda. Tenendo conto che noi oggi paghiamo anche un’incapacità della Commissione Europea di regolare il mercato continentale. In un contesto di competitività e competizione a livello continentale tutte le aziende dovrebbero partire dagli stessi blocchi di partenza, ma è evidente che noi pagando quattro volte di più l’energia rispetto ad altri siamo estremamente svantaggiati. Visto il principio di equità di mercato e di solidarietà tra i popoli, su cui l’Europa si basa, questa cosa non può più essere consentita.

I provvedimenti presi dall'assessorato allo sviluppo economico

Tantissimi i fondi e i bandi che Regione Lombardia ha già aperto per sostenere economicamente le imprese, nel tentativo di dare loro un po' di respiro. Quali sono le iniziative più significative prese quest’anno?

Abbiamo scelto di aggiornare gli strumenti che mettiamo a disposizione in maniera funzionale, per riuscire ad offrire tante risorse a tutte le attività. Lo strumento di credito che abbiamo realizzato insieme al sistema dei Confidi Lombardi, ad esempio, è stato aperto a tutte le categorie di imprese anche alle associazioni sportive e culturali, per dare a tutti la possibilità di accedere ad uno strumento che li aiuti a rispondere al caro bollette. Dal punto di vista strategico, la manifestazione di interesse che abbiamo fatto sugli ecosistemi lombardi e sulle filiere è una sperimentazione che, in base ai progetti presentati, sta funzionando, perciò intendiamo renderla strutturale. Siamo estremamente convinti che ci sia un potenziale di regione Lombardia ancora inespresso, che sta nella connessione dei “know how”. Più riusciamo a fare un lavoro di filiera tra: imprese, centri di ricerca, centri di formazione e istituti di credito; più riusciremo a creare pianificazioni strategiche di settore, che rappresentano il futuro per il mondo dell’impresa lombarda.

Ultimo ma solo in odine di tempo quello da 4,5 milioni dedicato al comparto fiere, che rappresentano uno dei tanti motori del sistema produttivo lombardo ...

È una scelta che abbiamo fatto già l’anno scorso e confermiamo quest’anno perché crediamo che, all’interno della nostra filiera economica, questo comparto sia assolutamente fondamentale. Non solo per l’esposizione delle nostre aziende, ma anche per l’indotto che si crea sui vari eventi e sulle singole comunità che ospitano i quartieri fieristici. Anche lì abbiamo inserito come obiettivi quello dell’efficientamento energetico, per cui cerchiamo di dare la possibilità a tutto il nostro sistema di rispondere alla crisi energetica con scelte strutturali, che facciano in modo nel caso in cui una situazione come quella che stiamo vivendo oggi dovesse ripetersi, possa non esserci la negatività che ci sta colpendo.

A proposito di imprese e di orgoglio lombardo ... Presto partirà anche il suo tour nelle diverse province della regione per premiare le attività storiche. Ce ne può parlare?

Questo premio è un elemento fondamentale, incredibile e che in tanti casi racconta per filo e per segno quanto è grande la capacità delle imprese lombarde, anche di quelle più piccole, di poter continuamente innovare mantenendo una grande tradizione. Quest’anno saranno più di 400 le attività storiche che verranno premiate. Queste andranno ad aggiungersi al grande gruppo delle realtà già premiate che ogni anno possono godere di uno strumento economico, dedicato a loro, che ha lo scopo di incentivare il loro rinnovamento mantenendo la tradizione.

Le richieste di Regione Lombardia al nuovo Governo

Uno sforzo importante, quello del suo assessorato, ma è evidente quanto sia necessario, come già richiamo, un altrettanto, anzi maggior sforzo, degli enti sovraregionali. Visto che siamo a ridosso della composizione del nuovo governo, cosa chiede Regione Lombardia?

Chiediamo essenzialmente tre cose. In cima alla lista l’autonomia per la Lombardia, perché solo così potremo aiutare le nostre imprese a essere competitive sul mercato europeo, dove si confrontano con i Land tedeschi e la Catalogna. Secondo il trasporto pubblico, perché la Lombardia è stata trascurata dal Pnrr e invece abbiamo bisogno di maggiori investimenti sulla rete ferroviaria. Terzo, una maggior attenzione alle peculiarità dei territori, che lo Stato centrale deve valorizzare nelle loro differenze e non cercare di omologarle.

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