L'indagine

Covid, la Cultura milanese conta i danni e trema per la quarta ondata

Solo a Milano si stima siano andati "persi" quasi 34 milioni di euro per colpa della pandemia in corso.

Covid, la Cultura milanese conta i danni e trema per la quarta ondata
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Covid, la Cultura conta i danni e trema per la quarta ondata. Solo a Milano si stima siano andati "persi" quasi 34 milioni di euro. E ora il mondo della cultura e le sue imprese tremano di fronte allo spauracchio della quarta ondata e di nuove chiusure forzate.

Covid, la Cultura conta i danni e trema

L'impatto del lockdown per le imprese culturali di Milano è stato significativo: le chiusure forzate a causa della pandemia da Covid ha infatti presentato un conto salatissimo. Il 99% degli operatori ha dovuto spostare o riprogrammare l'attività già definita. Il 63,5% dichiara di avere servizi accessori che si sono interrotti.

E' quanto emerge dalla ricerca relativa all'impatto della pandemia sulle imprese culturali milanesi realizzata dalla Direzione Studi e Ricerche e il Desk Media e Cultura di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con il Comune di Milano.

Covid e Cultura, le preoccupazioni degli operatori del settore

Ma è evidente che, di fronte ai dati sui contagi delle ultime settimane e in attesa di conoscere le decisioni del Governo per contenere la quarta ondata Covid, tutti gli operatori, già fortemente penalizzati in questo anno e mezzo, tremano pensando a un nuovo stop. Che per molti potrebbe decretare la fine delle proprie attività o il drastico ridimensionamento dei posti di lavoro.

Uno scenario che si prospetta potenzialmente nefasto per i luoghi artistici e di interesse. Perché, se la primavera e l'estate avevano sancito un rilancio quasi in grande stile per tutte le nostre città, le totali riaperture previste da settembre in poi avevano fatto pensare ottimisticamente che il peggio fosse definitivamente passato.

Ma, ora, tutto potrebbe tornare nuovamente in discussione. Anche per questo c'è tanta, tantissima attesa per le restrizioni che l'Esecutivo prenderà con tutta probabilità entro la fine della settimana.

Cultura ko, l'indagine

In valore assoluto, tenendo conto delle spese di mantenimento sostenute a fronte di incassi nulli per chiusura e dell'entità dei danni dichiarati, la perdita solo su Milano ammonta a 33,8 milioni di euro, che rappresenta però una sottostima se consideriamo che i danni dichiarati si riferiscono a solo 6 mesi e non tengono conto del lockdown autunnale/invernale.

A questi dati fa però da contraltare il dinamismo degli operatori. Dall'indagine è emersa infatti anche una forte capacità di reazione: oltre la metà dei soggetti si è attivata per beneficiare delle misure d'emergenza del Governo e più dell'80% dei soggetti ha ampliato la propria offerta on-line per far fronte alle chiusure e alle misure di distanziamento imposte per contenere la diffusione del virus.

Covid e Cultura, la fotografia su Milano

Le criticità e i sacrifici sopportati dal settore sono stati illustrati dall'assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi: "Il mondo della cultura è stato il primo a "chiudere per un periodo così prolungato".

Una fotografia confermata da Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo: "L'impatto della pandemia è stato "molto diffuso. Le imprese più piccole sono quelle che hanno avuto un maggiore impatto".

L'analisi di Intesa Sanpaolo presenta una mappatura dei soggetti culturali che operano a Milano: 367 soggetti, molto diversi per settori di attività e specializzazione. Un'offerta culturale molto ricca e varia (cinema, teatro, musica, danza, letteratura, arti visive), che include sia produttori di eventi sia soggetti che si dedicano alla promozione e valorizzazione delle attività culturali (scuole, organizzatori di eventi, visite guidate, etc), infine operatori che offrono una varietà di servizi diversi.

Dita incrociate di fronte a nuove chiusure

E' evidente dunque che le prossime settimane saranno nuovamente cruciali per un settore che confidava di riprendere quasi completamente a regime avvicinandosi al Natale e alle festività. Basti pensare al ventaglio di offerta che migliaia di attività in tutta Italia possono appunto offrire: mercatini, mostre di icone, presepi, allestimenti e installazioni natalizie, senza contare appunto cinema, teatro, musei e concerti anche in location di prestigio o religiose.

Le decisioni che prenderà il Governo diranno se per la Cultura sarà ancora un autunno-inverno di lacrime e sangue.

 

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