Atm in rosso e con poche candidature: Milano costa troppo per lavorarci
Il piano per la ripresa prevede 600 assunzioni... ma le candidature latitano.
Il piano per la ripresa prevede 600 assunzioni... ma le candidature latitano.
Atm in rosso
"ll 2020, anno del Covid, ha colpito Atm in maniera profonda. L’azienda ha sofferto molto da un punto di vista finanziario, pur facendo la sua parte nel mantenere l’andamento della città di Milano. I nostri operatori, i nostri macchinisti e i nostri autisti hanno continuano giornalmente a lavorare. Questa situazione di pandemia ha gravemente colpito l’azienda, che si trova nel 2020 in una fortissima perdita finanziaria, causata da un insieme di fattori: i nostri costi sono aumentati, perché abbiamo avuto fortissime spese per la sanificazione e per procurare mezzi in più, perché siamo passati attraverso decine di cambi di colore, con il richiamo di personale; da parecchio tempo il nostro contratto di servizio non ha subito adeguamenti inflattivi e quindi non copre appieno il costo di effettuare trasporti nella città di Milano e questo era sempre stato compensato in passato con fonti di ricavo ancillari, come i ricavi che arrivavano dai parcheggi, dalla sosta, dalla gestione di Area C. Tutti questi ricavi ancillari sono venuti meno nel 2020".
Come riportato da MiaNews lo ha detto Gioia Ghezzi, presidente di Atm, nel corso della commissione consiliare convocata per illustrare il numero piano industriale di Atm.
"Mandare avanti soltanto il servizio con costi superiori al passato ci ha visto in fortissima perdita. In questo contesto come consiglio di amministrazione e azienda non potevamo stare fermi, ma abbiamo dovuto immediatamente muoverci per far partire un piano che desse un graduale ritorno al pareggio e al profitto per Atm e che rilanciasse l’azienda. Noi vogliamo continuare a essere un’eccellenza riconosciuta a livello italiano e internazionale nel settore del trasporto pubblico locale. Un’eccellenza che dà un servizio senza pari ai cittadini, in modo sostenibile", ha proseguito Ghezzi. "Il secondo punto della nostra missione e questa è proprio una volontà che l’azienda e il Cda hanno espresso sull’onda della pandemia: vogliamo veramente essere un contributo fondamentale nel rilancio della città, ora che piano piano usciamo dall’emergenza. Infine, vogliamo continuare a promuovere la valorizzazione dei nostri 10mila dipendenti, che pur in una situazione di fortissima perdita abbiamo protetto in ogni modo, perché li riteniamo degli asset per l’azienda. E per fortuna nostra e per fortuna di Milano il senso di appartenenza che tutti i dipendenti hanno verso l’azienda ha fatto sì che nel 2020 noi potessimo contare sulla loro dedizione e lealtà nel prestare un servizio comunque esposto a rischio e che però ha dato continuità alla città. Partendo da questo vogliamo continuare a investire su di loro", ha concluso.
In piano 600 assunzioni
"Dal punto di vista delle assunzioni abbiamo un piano di circa 600 assunzioni. Il problema è la mancanza di candidature a tutti i livelli, stiamo facendo molta fatica ad assumere".
Lo ha spiegato il direttore generale di Atm Arrigo Giana, questo pomeriggio nel corso della commissione consiliare online convocata per illustrare il nuovo piano industriale dell'azienda del trasporto pubblico milanese.
"Stiamo perseguendo obiettivi minimi, come l'eliminazione di eventuali discriminazioni retributive tra generi: stiamo completando un'analisi per verificare se esistono differenze retributive tra uomini e donne che ricoprono la stessa posizione, nel caso fosse così le retribuzioni verranno riportare ad equità. Stiamo lavorando per migliorare il gender balance: oggi l'8 per cento delle donne lavora con noi, l'obiettivo nostro è arrivare al 14 per cento. La nostra campagna di assunzione è molto rivolta alle donne perché ci sono ambiti per cui non è spiegabile la differenza tra numero di uomini e donne che presentano il curriculum: le donne sono un po' diffidenti nel presentare le candidature", ha inoltre fatto sapere Giana.
Poche candidature per Milano
Ma il grosso del problema rimangono le esiguità di candidature.
"Abbiamo grossi problemi di candidature a ogni livello di posizione, sia per gli autisti sia per posizioni considerate più alte. Il tema è sicuramente economico, anche se non è così basso il nostro trattamento, ma riscontriamo una certa differenza tra il mercato privato e il nostro, differenza giustificata da un sistema di welfare e sicurezza totalmente diverso. Attrarre persone dal resto di Italia si scontra con il fatto che la vita a Milano è un po' più dispendiosa e quindi il livello retributivo che offriamo noi diventa meno appetibile. Stiamo avviando alcuni accordi con istituzioni che gestiscono ad esempio residenze universitarie non molto frequentate in questo periodo per offrire ai neo assunti di Atm una sistemazione provvisoria per cercare con più calma una sistemazione conveniente. Rendere attrattive le nostre posizioni è un tema che potrebbe diventare un problema", ha detto ancora Giana, ricordando infine che uno delle "barriere all'ingresso" potrebbe essere quella "dell'abilitazione richiesta agli autisti che costa 2mila euro e viene rilasciata dalle scuole guida. Stiamo ipotizzando un prestito d'onore per abbassare il costo a carico del lavoratore perché l'abilitazione non sia una barriera".