Dal 22 aprile all’11 settembre 2022

Mostre Milano, al Mudec l'arte di David LaChapelle con "I believe in Miracles"

Saranno in mostra oltre 90 opere, tra grandi formati, installazioni site-specific e nuove produzioni, provenienti direttamente dallo studio dell’artista.

Mostre Milano, al Mudec l'arte di David LaChapelle con "I believe in Miracles"
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Dal 22 aprile all’11 settembre 2022 al Mudec di Milano David Lachapelle in mostra con "I believe in Miracles".

David LaChapelle in mostra a Milano

Oltre 90 opere, tra grandi formati, installazioni site-specific e nuove produzioni - provenienti direttamente dallo studio dell’artista, per raccontare la sua visione di un mondo nuovo e una nuova umanità possibile a cura di Denis Curti e Reiner Opoku.

La grande mostra personale “David LaChapelle. I Believe in Miracles”, al MUDEC di Milano dal 22 aprile 2022, prodotta da 24 ore Cultura – Gruppo 24 ore e promossa dal Comune di Milano-Cultura, è il risultato di un percorso di ricerca artistica che dura da una vita e che racconta un David LaChapelle inedito e, per certi versi, inaspettato.
Dalla sua formazione con Andy Warhol - nella New York degli anni ’80 - e dalla cultura pop, lo sfaccettato vissuto artistico di David LaChapelle è approdato alle gallerie, per culminare poi in una fotografia artistica unica nel suo genere, caratterizzata da un'acuta consapevolezza del tempo in cui viviamo. Partendo dai primi lavori, si apre agli occhi del pubblico in anteprima assoluta per il Museo delle Culture una serie inedita di opere che fanno parte della nuova e visionaria fase di produzione – l’ultima, datata 2022 – risultato della potente eredità della sua lunga esperienza artistica e umana.

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Al centro della mostra uno sguardo critico sull'animo umano

Con questo nuovo progetto, curato da Reiner Opoku e Denis Curti, insieme allo studio LaChapelle, il Museo delle Culture ospita un percorso espositivo che mette infatti al centro uno sguardo critico sull’animo umano, indagato nelle sue pieghe fatte di gioie, dolori, solitudini, passioni, insicurezze e ideali. L'uomo e il rapporto con sé stesso, l’uomo nell’ambiente circostante e nella società umana, l'uomo nella Natura. Una visione personalissima che il Mudec ha scelto di presentare attraverso l’allestimento di questa retrospettiva dell'artista, portando uno strumento ulteriore di riflessione antropologica sul presente.

In mostra oltre 90 opere - tra grandi formati, scatti site-specific, nuove produzioni e una video installazione – che si dipanano in un racconto fluido e ricchissimo di suggestioni, attraverso la personalissima visione dell’artista di una fotografia ‘gestuale’, che è strappo sul presente e ‘alert’ per il futuro a venire.


Citando le parole dei curatori nel testo del catalogo che accompagna la mostra,

"David LaChapelle intraprende questo viaggio verso una dimensione più profonda e spirituale già a partire dagli anni ’80 e, nel corso della sua carriera, ha sempre saputo rinnovarsi attraverso linguaggi e liturgie figlie del nostro tempo, mantenendo uno stile riconoscibile. Un marchio di fabbrica che ha a che fare con una dimensione onirica e surreale. (...) Il percorso espositivo non ha, volutamente, un andamento lineare, perché il display si riferisce a un continuo e coerente intreccio di tematiche tra loro correlate. È un continuo entrare e uscire dalle contraddizioni della nostra esistenza: dal miracolo desiderato all’inferno della contemporaneità."

L’artista David LaChapelle

David LaChapelle è nato nel Connecticut nel 1963 e ha frequentato il liceo School of the Arts in North Carolina. Iscritto originariamente come pittore, sviluppò una tecnica analogica, partendo dal dipingere a mano i propri negativi per ottenere uno spettro di colori ‘sublime’ prima di elaborare le sue pellicole.
All'età di 17 anni, LaChapelle si trasferì a New York City. Dopo la sua prima mostra fotografica a Gallery 303, fu assunto da Andy Warhol per lavorare a Interview Magazine. Attraverso la sua padronanza del colore, la composizione unica e le narrazioni fantasiose, LaChapelle ha iniziato ad ampliare il genere fotografico. Il suo tableau messo in scena, i ritratti e le nature morte hanno rimesso in discussione il modo di fare fotografia tradizionale e il suo lavoro ha rapidamente guadagnato l'interesse internazionale.
Nei decenni successivi, LaChapelle è diventato uno dei fotografi più pubblicati in tutto il mondo con un'antologia di libri, tra cui LaChapelle Land (1996), Hotel LaChapelle (1999), Il paradiso all'inferno (2006), Lost & Found e Good News (2017).
Allo stesso tempo, il suo lavoro si è esteso a video musicali, film e progetti teatrali. Negli ultimi 30 anni, LaChapelle ha esposto a livello internazionale in gallerie e musei tra cui la National Portrait Gallery (Londra), il Musee de Monnaie (Parigi), il Barbican Center (Londra), Victoria and Albert Museum (Londra), Tel Aviv Museum of Art, Fotografiska (Stoccolma), Musee D'Orsay (Parigi), Groninger Museum (Paesi Bassi), Palazzo delle Esposizioni (Roma), Palazzo Reale (Milano), National Portrait Gallery (Washington D.C.), Casa dei Tre Oci (Venezia) e La Venaria Reale (Torino). Il 2022 è l’anno della sua mostra personale al Mudec (Milano).

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