Dal 10 maggio

Teatro alla Scala: questa sera sold out per il concerto di Muti

Tre maestri sul palco per un maggio indimenticabile: Chailly, Muti e Harding. Ingressi contingentati e distanziamento.

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Con la riapertura del tempio della lirica milanese il segnale è forte: riprende il fermento culturale all'ombra della Madonnina. Stasera, 10 maggio 2021, La Scala riapre al pubblico ed è già sold out.


La Scala ha finalmente riaperto al pubblico

Era dal 23 ottobre 2020 che le porte era sbarrate. Ieri sera, 10 maggio 2021, il Teatro alla Scala ha riaperto al pubblico. I posti sono contingentati (massimo 500 presenze), gli spettatori saranno sistemati nei 150 palchi e in galleria, mentre la platea resterà nascosta sotto la pedana costruita per ospitare l'orchestra, rispettando il distanziamento fra i musicisti. Insomma, la pandemia c'è ancora e impone il rispetto di regole ferree, ma anche la voglia di gustare nuovamente cultura e bellezza. La ripresa non poteva che essere in grande stile, con due concerti evento.

I concerti evento

Ieri sera si è ricominciato con il coro e l'orchestra della Scala diretti da Riccardo Chailly in un appuntamento che vuole anche celebrare i 75 anni dal concerto della rinascita diretto da Arturo Toscanini l'11 maggio 1946. Ed è per questo che l'esibizione proprio l'11 sarà trasmessa su Rai5 e in streaming su RaiPlay.

Questa sera invece, 11 maggio, il palco sarà per i Wiener Philharmoniker con Riccardo Muti, nell'ultimo concerto del loro tour italiano.

Tutto sold out

Ma non è ancora finita, il teatro del Piermarini ha anche in programma un concerto della Filarmonica diretta da Daniel Harding il 17 maggio. Tutti e tre gli appuntamenti sono andati sold out nel giro di pochi minuti dall'apertura del botteghino. Il resto della programmazione continua ad essere destinato solo allo streaming, finché non vi sarà maggiore chiarezza in merito all'evoluzione della situazione pandemica.

In questi mesi la Scala non si è mai fermata.Da quando i teatri sono stati chiusi lo scorso ottobre abbiamo fatto quasi 40 serate facendo lavorare l’orchestra, il coro e il ballo e mantenendo vivo il rapporto con il pubblico. Però mancava una dimensione fondamentale: la presenza fisica del pubblico in sala, l’emozione di essere insieme, la qualità insostituibile del suono dal vivo" ha spiegato il sovrintendente, Dominique Meyer.

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