Emerge una realtà davvero allarmante dall’inchiesta sul brutale accoltellamento del ragazzo di 22 anni. L’aggressione è avvenuta in corso Como poco più di un mese fa, ieri sono finiti dietro le sbarre cinque giovani monzesi, due maggiorenni e tre di 17 anni.
22enne accoltellato in corso Como, il branco senza pentimento: dalle intercettazioni emerge la volontà di colpire ancora
MILANO – Le indagini della polizia hanno delineato un quadro inquietante: i cinque giovani fermati per l’aggressione avvenuta il 12 ottobre in zona corso Como non solo non mostrano alcun ravvedimento, ma – come emerge dalle intercettazioni – parlavano già di “rifare tutto”, convinti di poter mettere a segno un nuovo colpo per racimolare più dei 50 euro che avevano tentato di rapinare alla loro vittima.
La brutalità di quella notte ha lasciato segni profondi
Il 22enne aggredito, studente universitario, è stato colpito con un coltello alla schiena e al torace dopo essere stato preso a calci e pugni.“È vivo per miracolo”, ha raccontato il padre, ricordando come il figlio fosse arrivato in ospedale con un’emorragia gravissima. Il giovane dovrà convivere con lesioni permanenti: “Adesso devo concentrarmi sulla ripresa”, ha spiegato nei giorni scorsi.
Arrestati 5 cinque giovani di Monza
L’inchiesta, coordinata dal pm Andrea Zanoncelli e condotta dagli agenti del commissariato Garibaldi Venezia, ha portato all’arresto di cinque ragazzi: due maggiorenni – Alessandro Chiani e Ahmed Atia, entrambi 18enni e residenti a Monza – e tre minorenni di 17 anni.
Come riporta Il Giorno, Chiani, indicato come l’autore materiale delle coltellate, è stato collegato alla scena del crimine anche dagli abiti sequestrati in casa sua il 29 ottobre: una giacca bianca, pantaloni neri e scarpe di marca, gli stessi indossati dall’aggressore ripreso dalle telecamere. La giacca compare anche in alcune foto del suo profilo Instagram.
Atia, pur non avendo sferrato i colpi, secondo gli atti avrebbe sostenuto l’azione del gruppo: avrebbe controllato la zona, incitato gli amici e facilitato la fuga. In commissariato, intercettato in sala d’attesa, avrebbe poi descritto l’aggressione con compiacimento. La sua famiglia parla invece di un ragazzo “capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato”.
Sul fronte delle famiglie, si alternano incredulità e disperazione. “Preghiamo per quel ragazzo”, ha dichiarato la madre di Chiani al Tg 3, sconvolta dall’arresto del figlio. L’avvocata di Atia, Elena Patrucchi, si augura che le prime notti in carcere inducano il giovane a chiedere perdono alla vittima.
Le intercettazioni
Dalle intercettazioni emerge un linguaggio brutale, privo di qualsiasi empatia verso il giovane gravemente ferito. I cinque, ridendo e scherzando tra loro, arrivano persino a ipotizzare che la vittima potesse non farcela: «Magari quel c… è ancora in coma, domani schiatta e ti danno l’omicidio», commenta uno di loro. E un altro rilancia senza esitazioni: «Ma speriamo, bro, almeno non parla. Te non hai capito, io gli stacco tutti i cavi».
Non solo. In una conversazione successiva suggeriscono di andare a trovare il ragazzo in ospedale per fingersi pentiti, nella speranza che i giudici concedano attenuanti: «Gli diciamo: ci dispiace… anche se a me, in realtà, non me ne frega niente». Poi la pianificazione: «Fra, la prossima volta ci bardiamo», per evitare di essere riconosciuti.
Tra le ipotesi discusse anche l’idea di scappare all’estero. E c’è chi, con leggerezza inquietante, pensa già a trasformare il loro fermo in un contenuto social: «Raga, però io voglio mettere la storia!», come se l’intera vicenda fosse un trofeo da esibire.
Il padre della vittima: “Milano sembra il Bronx”
Intanto, il padre del 22enne ferito intervistato da Canale 5 denuncia un clima di insicurezza crescente: “A Milano non si può più camminare. Mio figlio è stato ferito a morte per 50 euro. L’altro mio figlio è stato derubato. Sembra di vivere nel Bronx”.
Per il giudice, oltre alla violenza, a colpire è stata la “disumana indifferenza” del gruppo. I cinque sono accusati di tentato omicidio e rapina pluriaggravata e rischiano pene fino a vent’anni. Gli interrogatori di garanzia dei maggiorenni sono fissati per domani; nella stessa giornata verranno ascoltati anche i tre minorenni.