Milano

Sfregiato con l'acido da una donna conosciuta in chat: "Presto sarà libera e ha giurato vendetta, ho paura"

Due anni dopo l'aggressione con l'acido in piazza Gae Aulenti, la vittima teme ritorsioni dopo aver ricevuto, nel tempo, diverse lettere di minacce...

Sfregiato con l'acido da una donna conosciuta in chat: "Presto sarà libera e ha giurato vendetta, ho paura"
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Ha sfregiato un uomo perché lui aveva smesso di corteggiarla. E ora, dopo due anni, torna in libertà...

Sfregiato con l'acido da una donna conosciuta in chat

Ha paura, Daniele Polacci, 30 anni, sfregiato il 3 gennaio 2020 in piazza Gae Aulenti da Tamara Masia. Teme che lei, infatti, a breve libera, stia pensando di "completare" l'opera, forse uccidendolo oppure sfregiandolo ancora, come aveva fatto con l'acido quella mattina di due anni fa. I due si erano conosciuti in chat, come tanti. Ma dopo un paio di incontri la relazione non aveva preso il volo. E così lei aveva deciso di punirlo, di colpirlo, prima tentando di accoltellarlo in piazza, e poi di sfregiarlo con l'acido. Solo perché lui aveva smesso di corteggiarla...

L'agguato in piazza Gae Aulenti

Si era avvicinata all'uomo, che lavora come cameriere in un ristorante non distante dal luogo dell'agguato, e gli aveva spruzzato addosso dello spray al peperoncino. Lui aveva provato a coprirsi, ma lei gli aveva versato sul capo dell'acido. Il liquido gli era colato sul viso, procurandogli delle ustioni gravi. Solo la pioggia l'aveva aiutato a non subire conseguenze peggiori... Il percorso di ripresa, però, è stato lungo e faticoso. E quello che non è mai sparito è il senso di paura.

"Presto sarà libera e ha giurato vendetta, ho paura"

Anche perché la donna dal carcere ha continuato a minacciarlo, avrebbe tentato di assoldare un killer. Ma non è tutto. Sì, perché lei ha inviato anche diverse lettere. La prima poco dopo l'aggressione, l'ultima poco tempo fa. Lettere che avevano convinto il gup a condannare la donna a due anni di carcere e due in una Rems. Nel mirino di Masia anche i genitori della vittima. Insomma un quadro davvero delicato quello che si delinea in vista del termine del periodo detentivo.

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