Riconoscimento figli tre coppie arcobaleno: i pm di Milano ricorrono in appello
La Procura si basa su una sentenza della Corte Costituzionale del 2019: "Nel nostro ordinamento è escluso che genitori di un figlio possano essere due persone dello stesso sesso"
Lo scorso venerdì, 23 giugno 2023, in occasione dell'annullamento della trascrizione del figlio di una coppia di papà, il Tribunale di Milano ha rinviato la decisione sul riconoscimento all'anagrafe dei figli (nati con procreazione assistita) di tre coppie di donne, facendoli restare così validi e sottolineando che la cancellazione richiedesse una procedura riservata a pochi soggetti legittimati, tra cui non rientra la Procura. Quest'ultima, però, nella giornata di ieri, giovedì 29 giugno 2023, ha depositato i reclami alla Corte d'Appello contro i tre decreti dei giudici. Il ricorso si basa su una sentenza della Corte Costituzionale del 2019 che afferma:
"Nel nostro ordinamento è escluso che genitori di un figlio possano essere due persone dello stesso sesso".
I pm di Milano contro la trascrizione dei figli di tre coppie di donne
Il ricorso contro la decisione del Tribunale civile di Milano. E' stata questa la mossa portata avanti dalla pm meneghina Rossana Guareschi, con la supervisione dell'aggiunto Letizia Mannella e del procuratore Marcello Viola, che ha deciso di presentare alla Corte d'Appello i reclami contro la sentenza del Tribunale che ha dichiarato "inammissibile" la richiesta della Procura di annullamento delle trascrizioni dei riconoscimenti dei bimbi di tre coppie di donne, nati con procreazione assistita avvenuta all'estero.
In primo grado, lo scorso 23 giugno 2023, l'ottava sezione civile, dopo aver annullato l'atto di nascita del figlio di una coppia con due padri, ha scelto di rinviare la decisione sui casi di altre tre famiglie arcobaleno, formate da due mamme. In risposta ai ricorsi presentati dalle madri intenzionali, cioè quelle non biologiche, di bambini nati all'estero tramite procreazione medicalmente assistita e già riconosciuti dalle madri biologiche, il Tribunale Civile ha indicato un diverso tipo di procedura civile da seguire in futuro (ossia "al modello di tutela che il nostro ordinamento prevede per la rimozione dello status di figlio"). Nel frattempo, tuttavia, gli atti rimangono trascritti.
I tre pm di Milano, su questo caso specifico, hanno quindi formulato il ricorso in appello, insistendo affinché i giudici "rettifichino" quegli atti di riconoscimento dei minori, nelle parti in cui, oltre alla madre biologica, si indica anche quella "intenzionale".
Reclamo sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale
La Procura, in tal senso, si richiama ai "principi univoci dettati, a partire dal 2019 dalla giurisprudenza costituzionale e di legittimità".
La Cassazione, ad esempio, con un verdetto del 2020 "ha ribadito" che non si può inserire nell'atto di nascita "di un minore nato in Italia" il "nome della madre intenzionale accanto a quello della madre biologica, sebbene la prima avesse in precedenza prestato il proprio consenso alla pratica della procreazione medicalmente assistita eseguita all'estero, poiché nell'ordinamento italiano vige, per le persone dello stesso sesso, il divieto di ricorso a tale tecnica riproduttiva".
E la Consulta "ha escluso l'esistenza di un diritto alla genitorialità delle coppie dello stesso sesso". E ancora la Suprema Corte nel 2022: "l'atto dello stato civile, che indichi anche la madre intenzionale, è difforme dalla situazione quale è secondo la previsione delle norme vigenti".
Ci sarà, quindi, un secondo grado coi legali delle coppie pronti a dare battaglia, dopo l'esultanza per i verdetti del Tribunale.
Perché è stata annullata la trascrizione di un figlio di due papà
Lo scorso 23 giugno, invece, il Tribunale Civile di Milano ha deciso di annullare la trascrizione dell'atto di nascita di un bambino con due papà.
L'annullamento della trascrizione è stato motivato sostenendo che il bambino sia nato attraverso la gestazione per altri che è vietata dalla normativa italiana, e pertanto "la trascrizione dell'atto di nascita per quanto riguarda il padre non biologico sia altresì vietata". Tuttavia, il ruolo di quest'ultimo viene riconosciuto in base al principio della "adozione in casi particolari", stabilito dalla Corte Costituzionale nel 2022, noto come 'stepchild adoption'.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, dopo la sentenza, aveva dichiarato:
"L'amministrazione comunale valuterà con attenzione la possibilità di intervenire nel giudizio che, con ogni probabilità, si instaurerà nuovamente dinanzi al Tribunale di Milano. Si tratta - aveva spiegato il primo cittadino - di una coppia di uomini che hanno effettuato la gestazione per altri negli Stati Uniti, e di tre coppie di donne" - proprio quelle per cui l'intervento era stato bloccato dal tribunale civile - "che hanno effettuato la procreazione medicalmente assistita in altri stati europei e hanno partorito a Milano. Le loro situazioni sono molto diverse. Nel caso della coppia di uomini, il tribunale si è allineato alla posizione della Corte di Cassazione, come era prevedibile, e ha annullato la registrazione dell'atto di nascita nella parte in cui si menziona anche il padre 'intenzionale' e non biologico del minore".