la ricostruzione

Ragazza violentata a Milano, il racconto di una notte da dimenticare

L'uomo si è offerto di aiutare la ragazza a ritrovare il cellulare e ha approfittato del suo stato di confusione

Ragazza violentata a Milano, il racconto di una notte da dimenticare
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E' una storia folle e spaventosa quella che la 23enne violentata e tenuta sequestrata per ore lo scorso weekend a Milano ha raccontato alla stampa e agli inquirenti che hanno arrestato il suo aggressore.

Il racconto di una notte da dimenticare

MILANO - Il racconto struggente che una giovane donna dà al Corriere riguarda la notte tra venerdì e sabato scorsi. Una ragazza di 23 anni esce con gli amici a divertirsi su corso Como, centro della movida milanese, ma la serata prende una piega macabra e inaspettata.

La comitiva gira per locali, balla, si diverte, butta giù qualche drink. Poi i ricordi cominciano ad essere confusi. Sono le 4 del mattino, la ragazza si trova fuori dal locale, spaesata, non si regge bene in piedi; crede di essere ancora in compagnia degli amici, ma non trova più il cellulare e le chiavi di casa. Sono stati circondati, forse derubati. Non lo sa bene, ma prova una sensazione di ansia.

Uno sconosciuto la convince a seguirlo

Si trova in un'altra strada, al buio. Anche uno sconosciuto si è aggiunto al gruppo, ed è lui che si offre di aiutarla a ritrovare i suoi effetti personali. La convince così a seguirlo, lei a malapena riesce a camminare, fatica a parlare.

Camminano tanto, arrivano in piazza Luigi Einaudi, dove si infilano per le rampe di un parcheggio vicino a un cantiere. Ed è lì che la paura le fa recuperare lucidità, vuole andarsene, dice all'uomo che comprerà un cellulare, ma è troppo tardi. Ha inizio l'incubo.

Inizia l'incubo

Viene minacciata e strattonata, immobilizzata al muro, e poi violentata. Lei non può far altro che piangere, supplicarlo di smettere, ma non serve a niente. "Se non la finisci ti sfregio, ti ammazzo", dice lui mostrandole un pezzo di vetro.

Dopo la violenza, l'uomo la tiene sequestrata nel suo nascondiglio per ore. 

L'uscita e la salvezza

Alle 11 di sabato mattina escono, lui vuole passare tutta la giornata con lei, seguirla ovunque, come se si fossero sempre frequentati: "perché piangi? Devi essere contenta", le dice lui. Si fa anche portare al bar per bere una birra, e poi la riaccompagna a casa.

Ed è a quel punto che arriva la salvezza: un'amica arriva nel suo appartamento e allontana l'uomo. Sempre lei cercherà aiuto e accompagnerà l'amica a farsi visitare in ospedale.

Chi è l'aggressore

L'uomo si fa chiamare Ivan. In realtà si chiama Imab B., ha 37 anni ed è un senzatetto di origini marocchine. Ha precedenti per furto, estorsione, lesioni, spaccio e due anni e mezzo in carcere per aver rapinato e violentato un'altra donna.

L'arresto

Ivan torna nel suo nascondiglio, dove trova la polizia che lo sta cercando. Cerca di scappare, ma viene fermato e arrestato.

Adesso si stanno mettendo insieme tutti gli elementi che lo incastrano: l'impronta sul coccio di bottiglia con cui l'ha minacciata, le immagini della videosorveglianza del bar, il riconoscimento della 23enne e dell'amica che l'ha salvata.

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