Protesta del settore gioco in piazza Duomo: "In zona gialla riaprire"
Gli addetti del settore manifestano a Milano (in piazza del Duomo) e a Roma (in piazza del Popolo) per sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica sullo stato in cui versa il settore.
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Protesta del settore gioco in piazza Duomo: "In zona gialla riaprire".
Protesta del settore gioco in piazza Duomo: "In zona gialla riaprire"
MILANO - “Come sono aperti bar, ristoranti e pub, anche le sale da gioco legali dovrebbero riaprire in zona gialla": così Andrea Dicugno, uno degli esercenti che questo pomeriggio ha manifestato in piazza Duomo.
La manifestazione in contemporanea a Milano e a Roma
Sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sullo stato di difficoltà in cui si trovano oltre 150mila lavoratori, colpiti dalla prolungata sospensione delle attività del settore dei giochi pubblici e dall’incertezza sulla data di ripresa. Questo l’obiettivo della prima protesta pubblica da parte dei lavoratori di tutto il comparto che hanno manifestato questo pomeriggio contemporaneamente a Milano e in Piazza del Popolo a Roma.
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In piazza sotto la bandiera di “Lavoratori del Gioco Legale”
Uniti sotto la bandiera di “Lavoratori del Gioco Legale”, hanno chiesto la riapertura delle attività in zona gialla, nel rispetto dei protocolli anti Covid adottati già da sei mesi. I lavoratori chiedono inoltre la convocazione di un tavolo di confronto tra Governo, Regioni e Associazioni di categoria per trovare una soluzione ai diversi problemi che gravano sul settore, tra i quali la questione territoriale e l’accesso al credito.
La voce degli esercenti
“Oggi siamo qui per farci sentire dal Governo”, spiega Davide Gorini, un altro degli esercenti presenti, “Molte piccole realtà non ce la fanno più ad andare avanti, molti sono costretti a chiudere e l’illegalità prospera. Noi chiediamo certezze, ma anche delle leggi.
"Le nostre sale sono luoghi sicuri"
Invito tutti quando sarà possibile a entrare in una sala da gioco con tutte le norme di sicurezza. Sono luoghi sicuri, in cui non c’è mai stato un focolaio di contagio. Chiediamo la possibilità di avere un futuro, altrimenti se andiamo avanti così non ce l’avremo”.