Processo Carol Maltesi: le tre "vite" di Davide Fontana che sarà sottoposto a perizia psichiatrica
Oggi è stata la volta dei testi della difesa dell'imputato, a cominciare dagli psichiatri che hanno incontrato Fontana.
Davide Fontana sarà sottoposto a perizia psichiatrica: lo ha deciso la Corte di Assise di Busto Arsizio dopo aver ascoltato dal banco dei testi i due psichiatri della cui consulenza si è avvalsa la difesa dell’imputato.
Processo Maltesi, le tre "vite" di Fontana
Davide Fontana aveva due "vite". Anzi ne ha avute tre: una precedente alla relazione con Carol e l'altra iniziata dopo l'amicizia e storia di amore tra i due. E una dopo il delitto. E' quanto emerso questa mattina, lunedì 19 dicembre 2022, nel corso della quarta udienza del processo per l'omicidio di Carol Maltesi, la 26enne brutalmente uccisa per la quale ha confessato Davide Fontana, 43enne bancario amico ed ex fidanzato della vittima, che ha detto di averla uccisa durante un gioco erotico per poi disfarsi del corpo (conservato in un congelatore per due mesi) in un dirupo a Borno.
Parlano gli psichiatri che l'hanno incontrato
Come riporta Prima Milano Ovest, oggi è stata la volta dei testi della difesa dell'imputato, a cominciare dagli psichiatri che hanno incontrato Fontana: "Verso Carol non c'era una gelosia canonica, una gelosia del rapporto ma non così tanta da impedirgli di accettare che lei frequentasse altri uomini" hanno detto nell'esordio del loro intervento.
Da qui le loro ipotesi dopo i loro incontri con l'imputato: "Vi sono tanti elementi contradditori in questa vicenda. Fontana ha sicuramente una personalità disturbata fatta di due aspetti quasi opposti - hanno relazionato i due psichiatri - Prima una personalità evitante dipendente, con una vita ordinaria fatta del suo lavoro in banca, sposato, con amici della moglie, insomma una vita strutturata sulla base dell'altro con moglie e lavoro con la sua parte narcisistica che emergeva in alcune situazioni e tempi limitati come l'attività di fotografo e foodblogger. La conoscenza con Carol permetteva a Fontana di dedicare alla modalità narcisistica tutte le sue energie, una nuova vita fatta quindi che soddisfaceva tutti i suoi istinti narcisistici".
Uccisa dopo l'ultimo video hard
Nell'ultimo video hard dell'11 gennaio 2022, come noto, Carol sarà uccisa dopo che la stessa aveva ricevuto una telefonata dell'ex compagno confermando il suo desiderio di lasciare Rescaldina: "Da quella telefonata Fontana può aver realizzato che poteva perdere Carol, che era il soggetto che gli faceva fare la vita che gli piaceva - hanno proseguito i medici - E' come se si fosse visto perduto, senza un futuro. Non parleremmo di uno stato passionale, si rimanda a quello che è definito un raptus. Fontana non ha identità, la crea con la situazione in cui si trova".
I due medici rimandano a precisi test a cui sottoporre Fontana, irripetibili ma per ora non condotti in quanto si è in attesa della possibile perizia psichiatrica. Sulla personalità di Fontana, è stato aggiunto: "Parleremmo di disturbo della personalità 'non altrimenti specificata' con tratti dipendenti e tratti narcisistici. Lo psicologo di Brescia che lo ha incontrato ha fatto emergere una mancanza di empatia dell'imputato che, a seconda della situazione in cui si trova, cerca di compiacere all'interlocutore. E questo è sintomatico della personalità narcisistica. Inadeguatezza e inferiorità le aveva prima di conoscere Carol.
Fontana, con Carol, dice di aver avuto un'intesa sessuale e mentale mai avuta prima con una donna, ed era convinto che lo stesso fosse per lei. Fontana sarebbe stato disposto ad accettare tutto per non perdere Carol, non è in grado di reggere la frustrazione. Colpisce la mancanza di empatia di Fontana, lui ha bisogno dell'altro per avere una sua identità. Lui stesso ha raccontato che la situazione con Carol gli aveva fatto risolvere le sue problematiche sessuali: prima aveva difficoltà di erezione e di portare a termine rapporti sessuali. Con Carol lui si sentiva importante, si sentiva forte".
E ancora: "Da Fontana emerge una capacità di adattamento straordinaria, si è adattato perfettamente anche alla vita in carcere, che è un segno disfunzionale. Il comportamento dopo il reato è stato poco organizzato e maldestro".
I "non ricordo" dell'imputato
Sollecitati dal pm, gli psichiatri hanno cercato di rispondere a come mai, durante la deposizione di Fontana nell'ultima udienza, raccontando l'omicidio e l'infierire sul corpo, l'imputato abbia risposto con alcuni "non ricordo": "Ha un sentimento di vergogna, di dire certe cose davanti a un pubblico, vuole avere il quadro della situazione sotto controllo e apparire come una persone di un certo valore - la risposta dei medici - Il processo lo sta comunque cambiando, è come se stesse prendendo meglio conoscenza di quello che è successo. Forse i suoi 'non so' potrebbero ridursi".
L'omicidio
Momento cruciale è stato quello della telefonata ricevuta da Carol durante l'ultimo video con Fontana: "Fontana aveva paura di perdere Carol, quella telefonata in cui lei parlava della possibilità di trasferirsi potrebbe essere entrata in lui come una lama in quella parte di Fontana in cui si stava concentrando sui loro progetti; tra l'altro tutto questo avviene in un momento di intimità, un momento importante per l'imputato. Potrebbe essere successa una 'reazione cortocircuito".
E ancora: "Pensiamo che non avrebbe potuto ucciderla guardandola in faccia: lei indossava un cappuccio in quel momento, se non l'avesse avuto non sappiamo se Fontana sarebbe stato in grado di fare quello che ha fatto". Dalle parte civili è arrivata la richiesta di capire come mai il 43enne, dopo due mesi, abbia cercato di scarnificare il corpo: "Una cosa assolutamente orribile, una sorta di negazione assoluta, un tentativo di cancellare quanto fatto" la risposta dei medici. Che hanno proseguito: "Fontana era molto bravo a organizzarsi di fronte all'imprevisto ma non è molto progettuale". Il freezer, acquistato col cellulare di Carol, nel quale ha tenuto la vittima per mesi? "Probabilmente aveva capito che non poteva disfarsi subito del corpo" la risposta degli specialisti.
I racconti di Fontana
I due medici hanno parlato anche dei racconti resi da Fontana in merito all'omicidio e post omicidio: "Lui ci ha chiesto subito di aiutarlo a capire cosa era successo, perché non si sa spiegare come abbia fatto una cosa del genere - hanno proseguito i professionisti - Se è sincero nel raccontare la dinamica dell'accaduto? La sensazione è che Fontana tendenzialmente lo sia, ripete le stesse cose da tempo senza troppe contraddizioni. O è sincero oppure ha mentito fin dall'inizio. O uno o l'altro, non c'è una via di mezzo.
Se è sincero, quello che ha fatto dopo il delitto appartiene alla personalità di Fontana che si è sentito di fare quello che voleva fare per far sì che quel fatto non fosse successo. Come se non fosse stato lui, si è quindi inventato una sorta di vita dove non fosse stato lui a commettere quel fatto. In campo c'è anche una personalità assolutamente infantile, anche i racconti dell'innamoramento con Carol sembrano quelli di un 12enne, e dopo il delitto potrebbe aver fatto quello che un bambino fa dopo aver commesso qualcosa di sbagliato, quasi autoconvincendosi".
La richiesta della perizia psichiatrica
L'avvocato difensore di Fontana, Stefano Paloschi, ha chiesto nuovamente perizia psichiatrica sul suo assistito: "Abbiamo affrontato il dibattimento anche se non volevamo - ha annunciato - Chiediamo perizia psichiatrica per accertare la sua capacità di intendere e volere al momento del fatto. Per capire cosa è accaduto quando la vittima ha ricevuto la telefonata durante l'ultimo video di Carol, la chiamata c'è stata, è importante capire la 'scintilla' del fatto. Era un sadico? I testimoni che abbiamo sentito lo descrivono come un uomo medio, un 'medio-man'. Si è così convinti che sia incapace di intendere e volere? Dimostriamolo. Accendiamo il faro della perizia per fare luce".
Il pm si oppone
"Sentendo gli psichiatri abbiamo sentito ipotesi - ha ribattuto il pm - Consulenti non hanno saputo spiegare con precisione quali potrebbero essere le patologie di Fontana e come queste abbiano potuto influire sul delitto. Il rischio non è quello di far luce con la perizia ma di avere un documento senza finalità da perseguire: ci opponiamo alla richiesta di perizia psichiatrica".
Parti civili che sono associate alla posizione del pm. Richiesta di perizia psichiatrica che il giudice e la corte hanno deciso di accettare "volta ad accertare se Fontana fosse capace di intendere e volere al momento del fatto", per approfondire le ipotesi degli psichiatri sentiti.
Prossima udienza il 16 gennaio 2023.