capodanno da dimenticare

Molestie in Duomo: uno dei due aggressori dopo Capodanno aveva contattato una delle vittime

Le vittime accertate per il momento sono 9 ma oggi gli inquirenti hanno ascoltato altre due ragazze.

Molestie in Duomo: uno dei due aggressori dopo Capodanno aveva contattato una delle vittime
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Le vittime accertate per il momento sono 9 ma oggi gli inquirenti hanno ascoltato altre due ragazze.

Molestie sessuali in piazza Duomo a capodanno: uno degli arrestati abita nel Milanese

Diciotto giovani indagati e due arrestati per le molestie sessuali in piazza Duomo a capodanno. Uno dei due giovani finiti in manette Mahmoud Ibrahim, 18 anni, attualmente residente a Dergano , in provincia di Milano, ha abitato a Lecco subito dopo il suo arrivo in Italia. Originario dell'Egitto, da minorenne era ospite di connazionali nel nostro capoluogo di provincia. Poi il trasferimento a Milano dove, raggiunta la maggiore era, si era presentato alla Casa della Carità per chiedere aiuto nel disbrigo delle pratiche per ottenere il permesso di soggiorno.

Ad essere arrestato  con lui, a seguito aggressioni e molestie avvenute la notte di Capodanno a Milano nei confronti di almeno nove ragazze anche un ragazzo di 21 anni residente a Torino. Entrambi, ascoltati dagli inquirenti, si sarebbero dichiarato innocenti, ma le testimonianze delle vittime e l'analisi delle immagini giunte dalle videocamere di sorveglianza li avrebbero riconosciuti sul fatto.

L'altro aggressore achiesto il contatto Instagram a una delle vittime prima delle molestie

Il riconoscimento del 21enne torinese è stato reso possibile poiché quest'ultimo, qualche ora prima delle aggressioni e molestie, aveva chiesto e ottenuto il contatto Instagram di una delle due vittimeGrazie poi all'analisi delle videocamere di sorveglianza e a sofisticati sistemi di tracciamento, gli inquirenti sono risaliti alla sua identità. Questa la descrizione riportata da una delle vittime:

"Il ragazzo che teneva le braccia intorno alle mie spalle, che ha detto essere di Torino, capelli biondo tinto corti col ciuffo, indossava qualcosa di rosso ma non ricordo se la felpa o pantaloni. Ricordo bene il suo volto saprei riconoscerlo se lo rivedessi. Ho notato la sua presenza nel gruppo che ci ha aggredite ma non so dire che ruolo abbia avuto".

Chi è il 21enne di Torino che ha partecipato alle molestie

Abdallah B., 21 anni, è nato a Torino da genitori marocchini. Vive nel quartiere Barca insieme alla famiglia ed è il quarto di cinque fratelli. Nella sua fedina penale compare solo una denuncia, nell'estate 2020, per disturbo del riposo e delle occupazioni di persone. I residenti del quartiere Barca dicono che Abdallah è un ragazzo tranquillo con la passione per il fitness e che si allena in una palestra del quartiere Aurora.

In base ai dati raccolti non è chiaro se abbia compiuto effettivamente i terribili atti di violenza contro le due ragazze molestate in piazza Duomo a Milano.

Per la Procura, comunque, "ha dimostrato una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso del gruppo di uomini che ha assalito le due vittime, inserendosi inequivocabilmente quale compartecipe attivo della condotta di violenza sessuale di gruppo".

I due arrestati si dicono innocenti ma le vittime li hanno riconosciuti

Su di loro pendono accuse gravissime: il 21enne avrebbe partecipato alla violenza sessuale di gruppo ai danni di due giovanissime donne e alla rapina di una, il secondo, invece, alla violenza di gruppo ai danni di quattro ragazze e alla rapina di una di esse. Mahmoud Ibrahim tradotto al carcere di San Vittore, interrogato da remoto dal gip Raffaella Mascarino, ha rigettato le accuse dichiarandosi innocente. Il giovane si è difeso, dicendo di non aver "fatto niente", di non aver "toccato" le ragazze, di aver visto la gente prima accalcata e poi correre e di essersi solo messo a guardare.

I due giovani, tuttavia, sono stati sottoposti a fermo perché dalle indagini risulterebbe un doppio riconoscimento. Innanzitutto le vittime dell'aggressione avvenuta in piazza Duomo sono state sentite in Procura o in videoconferenza, confermando l'identità dei due ragazzi fermati. In secondo luogo, gli inquirenti sono riusciti a risalire al 21enne e al 18enne sia grazie all'analisi delle telecamere di videosorveglianza della zona, sia attraverso sofisticati sistemi di tracciamento come un software facciale (Sari), adottato per comparare i volti riconoscibili dalle telecamere stradali e di sicurezza con quelle dei social su cui alcuni dei ragazzi avevano fatto commenti il giorno dopo.

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