fermato in tempo

Modella picchiata dal compagno a Milano: «Ti do fuoco, meriti solo il peggio». Salvata da un amico che chiama la polizia

Arrestato un 31enne: accuse di stalking e lesioni. La vittima, ex top model, ha riportato contusioni e una costola rotta

Modella picchiata dal compagno a Milano: «Ti do fuoco, meriti solo il peggio». Salvata da un amico che chiama la polizia

Solo dopo 36 ore dal tragico femminicidio di Pamela Genini, uccisa con più di 30 coltellate dal suo ex fidanzato nella tarda serata di martedì 14 ottobre nel suo appartamento in via Iglesas, nella zona di Gorla, giovedì 16 ottobre a Milano ancora un caso di violenza nei confronti di una donna. Questa volta per fortuna l’uomo è stato fermato appena in tempo.

Top model picchiata dal compagno: salvata da un amico

MILANO – È stata una telefonata a rompere l’ennesimo incubo: un amico, allarmato perché al posto della voce della donna sentiva soltanto il citofono suonare ripetuto, ha chiamato il 112 e ha segnalato la possibile emergenza. Questa volta la polizia è arrivata in tempo e ha sorpreso l’uomo nell’appartamento in zona Darsena nascosto dietro una rientranza del muro, subito bloccato dagli agenti.

Prognosi di 25 giorni per la donna

La vittima – 46 anni, originaria del Brasile e con un passato da top model per un noto marchio internazionale – è stata accompagnata al Fatebenefratelli, dove i medici hanno riscontrato contusioni multiple e la frattura di una costola: prognosi, 25 giorni. Nelle ore successive gli investigatori hanno raccolto la sua denuncia e le testimonianze che hanno ricostruito mesi di controllo, minacce e violenze. Per questo il 31enne è stato arrestato con le accuse di stalking e lesioni; il gip ha poi disposto la custodia cautelare in carcere.

Dall’innamoramento alla sopraffazione

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e riportato nell’ordinanza, la relazione era iniziata a luglio. In poche settimane la gelosia del compagno si è trasformata in comportamento ossessivo: era diventato morboso nel voler conoscere ogni frequentazione, pretendeva l’accesso ai messaggi e persino ad ascoltare telefonate. Si è trasferito stabilmente nell’appartamento della donna, imponendo la sua presenza e progressivamente restringendo gli spazi di libertà di lei.

L’escalation è culminata nella prima settimana di ottobre, come racconta Il Giorno: dopo una telefonata minacciosa in cui prometteva di dare fuoco all’auto della donna, è scoppiata la lite notturna. Lei scende per spostare la macchina e lui la blocca; il giorno dopo pretende le chiavi e, al rifiuto, scatta l’aggressione fisica tra insulti, sputi e pugni. «Mi ha spinto, mi ha tirato i capelli, mi ha colpito ripetutamente su spalle e braccia — ha raccontato la donna agli agenti — mi ha costretta in un angolo, mi ha messo le mani al collo cercando di strangolarmi. Ho pensato che mi uccidesse».

Minacce di morte e un conto svuotato

Non sono mancati gli avvertimenti cruenti: «Ti apro il cranio, ti accoltello…», avrebbe intimato il compagno, secondo la ricostruzione. Dopo il pestaggio la donna ha scoperto inoltre un ammanco di circa 10mila euro dal conto corrente: sospetta che l’uomo abbia operato decine di bonifici senza il suo consenso.

Nonostante avesse fissato un incontro con un centro antiviolenza, la vittima non si era presentata perché «lui era in casa»: è una delle piccole trappole psicologiche che tengono isolate molte donne in simili situazioni. Solo la mattina decisiva in cui è riuscita a chiuderlo fuori dall’appartamento — approfittando di un momento in cui lui era uscito sul pianerottolo — è stato possibile allertare i soccorsi. L’uomo, però, ha reagito sferrando calci alla porta finché sono arrivati gli agenti.

L’arresto e la decisione del giudice

A seguito degli accertamenti delle Volanti, coordinati dal pm Paolo Storari, il 31enne è stato arrestato e trasferito al carcere di San Vittore. All’udienza di convalida il gip Lidia Castellucci ha indicato come insufficiente un regime cautelare attenuato (domiciliari con braccialetto elettronico), sottolineando l’«incapacità di autocontrollo» dell’indagato e la persistenza delle condotte persecutorie che hanno arrecato gravi sofferenze alla donna.

Dopo il caso del femminicidio di Pamela ma con un epilogo tempestivo

Il caso è avvenuto a poche ore dalla drammatica notizia del femminicidio di Pamela Genini che ha scosso Milano e l’Italia intera, rendendo sempre più urgente l’attenzione su situazioni di violenza domestica. Qui, grazie alla prontezza di un amico e all’intervento rapido delle forze dell’ordine, l’orrore sembrerebbe essere stato fermato prima che degenerasse ulteriormente. La donna è tuttora assistita dagli operatori e la Procura prosegue le indagini per ricostruire ogni aspetto della vicenda, compresi i movimenti sospetti sul conto corrente e la dinamica precisa delle aggressioni.