Luca Vavassori, il padre rassicura: "E' vivo, si trova in ospedale"
Luca Vavassori, partito per l'Ucraina allo scoppio della guerra, ha pubblicato un messaggio via Instagram: "Sono vivo. Grazie a tutti per i messaggi".
Dopo le ore di ansia vissute ieri, 25 aprile 2022, per Luca Vavassori, portiere volato in Ucraina per combattere i russi, il padre ha voluto rassicurare tutti dicendo che si trova in ospedale. Lo stesso Luca ha poi pubblicato un messaggio via Instagram: "Grazie a tutti per i messaggi".
La paura dopo l'annuncio sul profilo Instagram
Ore di ansia ieri per la famiglia di Luca Vavassori il figlio di Alessandra Sgarella ex titolare dell'Italsempione di Cornaredo e Pietro Vavassori attuale proprietario della ditta che oggi ha sede a Vittuone. Da ieri sera si erano persi i contatti con lui ex portiere delle società di calcio di Cornaredo, Vittuone e Legnano.
Arruolato come volontario in Ucraina
Come riporta Prima Milano Ovest, Ivan Luca Vavassori, 29 anni di origini russe, adottato dalla famiglia Vavassori quando era piccolo, si è arruolato come volontario all’inizio della guerra per combattere nelle file degli ucraini. Stamattina, sul suo profilo Instagram, è apparso questo messaggio:
“Ci dispiace informarvi che la scorsa notte, durante la ritirata di alcuni feriti in un attacco a Mariupol, due convogli sono stati distrutti dall’esercito russo. In uno di questi c’era forse anche Ivan, insieme col 4° Reggimento. Stiamo provando a capire se ci sono sopravvissuti. Vi informeremo attraverso le due pagine Instagram e Facebook che Ivan ci ha lasciato a gestire”.
Le rassicurazioni del padre
A dare ulteriori notizie in mattinata è stato il padre di Luca, che intervistato dalla Repubblica ha voluto rassicurare amici e parenti: "Ivan è vivo, è in ospedale, ferito, ma è vivo", queste le parole del padre al quotidiano nazionale. Ivan aveva giocato come portiere nella Pro Patria e nel Legnano per poi traferirsi a giocare in Cile, prima di partire per l'Ucraina.
Le parole di Ivan su Instagram
Dopo le rassicurazioni del padre, arrivano parole tranquillizzanti anche dallo stesso Ivan attraverso i social con una storia sul suo profilo Instagram: "Ciao a tutti, grazie di tutti i messaggi di supporto che mi avete mandato. Sono vivo, ho solo febbre molto alta, alcune ferite in varie parti del corpo. Per fortuna nulla di rotto".
La mamma fu rapita
Alessandra Sgarella fu sequestrata a Milano l’11 dicembre del 1997 e liberata a Locri nove mesi dopo, il 4 settembre del 1998. Del sequestro di Alessandra Sgarella si è parlato a lungo, tra le polemiche, perchè la famiglia e gli investigatori hanno sempre negato che per il rilascio dell’imprenditrice sia stato pagato un riscatto. In realtà, il sospetto che la liberazione della Sgarella non sia stata a titolo gratuito, malgrado il blocco dei beni della famiglia, è sempre stato più che fondato. E l’ipotesi è che il pagamento sia avvenuto, proprio per aggirare il blocco dei beni, attraverso un’operazione bancaria estero su estero. Alessandra Sgarella è morta il 27 agosto del 2011.
Il pool antiterrorismo apre un'inchiesta conoscitiva
Intanto il pool antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Alberto Nobili, ha aperto un'inchiesta conoscitiva, quindi senza titolo di reato né indagati, sulla base delle notizie di stampa, per capire l'eventuale esistenza di un giro di arruolamento illegale o di mercenari.