gli studenti alzano la voce

Liceo Carducci in protesta: oltre 500 studenti occupano la scuola per un'istruzione migliore

L'urlo inascoltato dei giovani: "Una pandemia ci ha bloccati a casa per anni e sembra non sia successo nulla".

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MILANO - Anche il Liceo classico Carducci si unisce alle proteste degli studenti italiani e, dopo il Manzoni e il Virgilio, occupa la scuola. All'inizio del picchetto siamo riusciti a intervistare chi ha organizzato e aderito a questa occupazione che, con l'ardore e la spigliatezza classica di chi vuole cambiare il mondo, ci ha spiegato le motivazioni della scelta e come verrà gestita l'organizzazione.

Occupazione del Carducci: oltre 500 studenti in protesta

L'occupazione organizzata in gran segreto dagli studenti del liceo classico Carducci di Milano è iniziata questa mattina, lunedì 7 febbraio 2022. Gli alunni come sempre sono entrati a scuola in orari scaglionati ma al loro arrivo si sono trovati davanti decine di coetanei che li hanno esortati a occupare la scuola spiegando le motivazioni del loro intento durante un'assemblea (due in realtà, a seconda degli orari d'arrivo).

Sembrerebbero essere oltre 500 (almeno la metà del totale) gli studenti che hanno deciso di aderire a questo primo giorno di occupazione, che però si sta svolgendo solo nella sede di via Beroldo 9, mentre nella succursale di via Demostene al civico 40 le lezioni si sono svolte "normalmente" nonostante le grandi assenze in classe dovute all'adesione alla manifestazione.

Grande adesione anche da parte dei più giovani

Dal Carducci gli studenti che hanno partecipato all'organizzazione delle ultime settimane si dichiarano soddisfatti per il grande interesse suscitato:

"L'affluenza è tanta, soprattutto considerato che non è stata organizzata da tutti gli studenti ma principalmente da quelli di 4^ e 5^ superiore: molti dei primi anni non erano stati avvisati, l'iniziativa era stata ben nascosta visto che non dovevano saperlo né il preside né i professori. Avendo ingressi a orari scaglionati questa mattina abbiamo fatto entrare gli studenti e fatto un'assemblea spiegando i motivi e le modalità dell'occupazione, con libera scelta di ciascuno se restare o meno.

Per ora siamo 500 studenti o forse di più. Le lezioni in sede sono sospese mentre da domani faremo dei picchetti anche in succursale, dove invece l'attività scolastica per il momento non si è fermata nonostante tanti studenti non siano in classe ma qui a manifestare.

L'occupazione è iniziata oggi, il nostro obiettivo è farla durare fino a venerdì, se va meglio di come pensiamo anche fino a sabato, ma ovviamente dipende da come reagiranno gli studenti e da come verrà presa questa proposta, naturalmente se non ci saranno adesioni e la prenderanno come una vacanza verrà interrotta prima.

Per una settimana quindi vivremo a scuola: si resta qui anche a dormire, i cancelli chiudono alle 19 e chi è fuori ci resterà fino alla mattina dopo."

L'occupazione, un gesto per attirare l'attenzione di chi non li ascolta

C'è tanta enfasi ed eccitazione nella voce di chi ci spiega le motivazioni dell'occupazione, fierezza nel rivendicare i propri diritti e nell'attirare l'attenzione "degli adulti" che si sono dimenticati di ascoltarli nonostante siano proprio loro i protagonisti di quel millantato futuro che dovrebbe essere al centro dell'agenda politica.

Quindi, perché avete deciso di occupare la scuola proprio ora?

"Innanzitutto bisogna considerare che non siamo la prima scuola a farlo ma, come il Manzoni e il Virgilio prima di noi, ne sono state occupate altre. Il cambiamo però può avvenire solo se c'è una coesione tra tutte le scuole: speriamo che dal momento in cui ci stiamo mobilitando tutti verremo finalmente ascoltati.

In questo momento di pandemia sono stati messi  in luce i problemi fondamentali della scuola italiana che già c'erano da tempo e che sono risaltati con la Dad e la pandemia.

Riguardo al sistema scolastico lamentiamo la precarietà dei professori e il fatto che vengano selezionati con graduatorie che vanno solo a considerare un percorso scolastico nozionistico senza che venga richiesta alcun tipo di competenza pedagogica. Non viene preso in considerazione da nessuno che l'insegnante è una fondamentale figura di riferimento per i ragazzi, che dovrebbe essere un punto fermo nella vita di una persona che si sta formando e crescendo, e che invece spesso non ha alcun tipo di competenza pedagogica e di istruzione come educatore.

Non c'è interesse verso l'aspetto psicologico e psichiatrico degli alunni: per esempio nella nostra scuola c'è solo uno psicologo per più di 1000 studenti e spesso è impossibile prendere appuntamenti: è chiaro che un problema sotto questo profilo c'è, e noi non siamo neppure la scuola messa peggio.

Quello psicologico è un aspetto non considerato non solo per noi studenti, ma anche per i professori, privi a loro volta di un supporto di qualunque tipo. Neanche dopo questo periodo, drammatico anche per gli insegnanti, c'è stato un incremento dei fondi, anzi.."

"C'è stata una pandemia che ci ha bloccati a casa per anni e sembra non sia successo nulla"

Un altro aspetto lamentato dagli studenti è quello della reintroduzione della seconda prova scritta alla maturità, che non sono stati formati ad affrontare:

"Dopo la pandemia la scuola ha riaperto come se non fosse successo nulla, come se non ci fossero state ripercussioni a livello psicologico, educativo, cognitivo sugli studenti, come fosse stata la chiusura per una nevicata invernale. La riprova di questa indifferenza è stata la reintroduzione della seconda prova scritta alla maturità: gli alunni che hanno vissuto tutto il triennio in pandemia tra quarantene e dad, con un anno e mezzo passato a distanza, dovranno sostenere una prova a vecchio stampo come se il ciclo scolastico fosse stato vissuto normalmente."

Il problema dell'alternanza scuola-lavoro

"Un altro dei motivi è l'alternanza scuola lavoro: il caso più eclatante e recente è naturalmente quello di Lorenzo ma è un problema molto più complicato e profondo legato al fatto che gli anni di scuola devono formarci come individui non come lavoratori, non è andare a lavorare in azienda che ci forma. Io a scuola mi aspetto di accrescere come persona a livello culturale e umano, non di essere trasformato in un lavoratore non pagato e sfruttato che viene mandato in posti dove non si fanno vere esperienze. Non è umano.

Noi veniamo da un classico dove le ore di alternanza erano 200, ma in professionale sono 400, come se la loro destinazione fosse per forza quella di lavorare in azienda e in fabbrica. Perché vogliono formarci come lavoratori quando ancora non abbiamo finita la scuola e ci stiamo formando come individui?"

La mancanza di fondi

"Un altro problema primario è che lo Stato non finanzia la scuola: siamo al penultimo posto in Europa per fondi destinati al sistema scolastico: non ci sono fondi e non c'è interesse. E' un paese di vecchi, non si finanzia e non si investe sui giovani e sul futuro, su quelli che sono i futuri cittadini del paese. Che i giovani se ne vadano dall'Italia è un sintomo di disinteresse: non siamo rappresentati né ascoltati, non abbiamo lo spazio per esprimerci e quando lo facciamo con le manifestazioni veniamo manganellati."

Com'è organizzata l'occupazione

Nelle scorse settimane gli studenti più grandi si sono trovati più volte a organizzare questo momento, per far sì che nulla fosse lasciato al caso e soprattutto per trasformare questa occupazione in un momento di accrescimento individuale e collettivo. Per questo, i "carduccini" ci tengono a specificarlo, i giorni di occupazione non sono di vacanza ma di apprendimento alternativo rispetto all'istruzione scolastica classica.

Durante le giornate ci saranno diverse assemblee e lezioni, tenute da esperti e professionisti. Questo pomeriggio ad esempio sarà ospite a scuola il filosofo e docente Matteo Saudino, e si terrà anche un'assemblea con due esperte di Libera, sono stati invitati diversi professori ed esperti a parlare sia a distanza che in presenza. Naturalmente anche gli insegnati e il preside potranno partecipare attivamente alle assemblee, così come gli studenti che sono stati invitati a esprimersi e a vivere attivamente questa protesta.

"Non è una settimana in cui non si fa nulla ma saranno giorni di dibattito, confronto, apprendimento alternativo rispetto alla scuola classica."

Il pomeriggio ci saranno laboratori più leggeri, ad esempio sportivi o artistici, fino alle 19, orario in cui la scuola chiuderà i cancelli e chi è fuori resta fuori fino al giorno successivo.

A livello di precauzioni del contagio sono state mantenute quelle vigenti a scuola: obbligo di ffp2, le persone in quarantena non possono entrare ed è consigliato il green pass anche se a scuola non si può controllare, c'è igienizzante ovunque ed è stato costituito un gruppo di studenti che si occuperà di mantenere la scuola pulita (costante durante l'orario scolastico il personale A.T.A. sia comunque sempre presente).

Le reazioni dei professori e del Preside

Per il momento il corpo docenti è spaccato in due: alcuni sono fortemente contrari a questa iniziativa che rallenta solo ulteriormente il programma scolastico già frenato dalla Dad, altri invece sono d'accordo e avevano già annusato aria di occupazione, condividendo e comprendendo le motivazioni degli alunni.

Il preside Andrea Di Mario sembra si sta dimostrando quasi favorevole, ma potrebbe essere ancora presto per dirlo.

Giordana Liliana Monti

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