Leoncavallo, esplode il dibattito dopo lo sgombero
Reazioni opposte tra esponenti politici e società civile. Il Comune replica: "Non informati sull'operazione, c'era un'altra linea in corso"

Nella mattinata di ieri, 21 agosto 2025, hanno avuto luogo le operazioni di sgombero dell’immobile in Via Watteau 7 a Milano di proprietà della società “L’Orologio s.r.l.”, occupato abusivamente da parte della “Associazione mamme antifasciste del Leoncavallo”.
Lo sgombero del Leoncavallo accende il dibattito
MILANO - Al termine delle operazioni, la struttura è stato riconsegnata alla proprietà per la sua messa in sicurezza. È quanto si legge in una nota della Prefettura.
"L’immobile in questione - si legge nella nota - era stato occupato senza titolo dal settembre 1994, e l’autorità giudiziaria aveva da tempo condannato gli occupanti a rilasciare l’immobile. Dal 2005 vi sono stati numerosi tentativi di accesso da parte dell’Ufficiale Giudiziario, risultati infruttuosi.
Al riguardo, la società proprietaria aveva promosso anche un’azione risarcitoria per il danno subito dal ritardo nell’esecuzione dell’ordine giudiziario di rilascio dell’immobile occupato e da ultimo la Corte di Appello di Milano – Seconda Sezione Civile, con sentenza resa il 29 ottobre 2024, aveva condannato il Ministero dell’Interno al risarcimento del danno a favore della società proprietaria, nella misura di euro 3.309.150,00 (euro 303.915,00 all’anno per gli ultimi dieci anni), nonché alle spese e agli interessi legali.
L’esecuzione dello sgombero consentirà anche di evitare ulteriori azioni risarcitorie nei confronti dello Stato".
Morelli: "giorno della Liberazione per Milano"
"Sapevamo che sarebbe potuto succedere per le pressioni politiche che ha avuto il Ministero dell'Interno. C'è molta delusione e amarezza": così Marina Boer, presidente del' associazione Mamme del Leoncavallo fuori dall'area di via Watteau, presidiata dalle forze dell'ordine, ha commentato lo sgombero del centro sociale in corso da questa mattina. Come ha ricordato anche Boer, lo sfratto era atteso per il 9 settembre ma è stato anticipato. "Questo è stato un modo di concludere questa fase molto brutto e doloroso", ha aggiunto.
Lupi: "giusto far rispettare il diritto"
“Finalmente si fa rispettare il diritto e dopo più di venti anni dalla richiesta di sgombero ed oltre cento rinvii si restituisce un immobile ai legittimi proprietari, grazie anche alle norme contenute nel Dl Sicurezza contro le occupazioni abusive. Noi che crediamo fortemente nel principio della sussidiarietà, sosteniamo che la valorizzazione delle esperienze sociali e culturali in una città come Milano possa e debba avvenire, per tutti, attraverso l’utilizzo di spazi pubblici messi a disposizione dal Comune”.
Lo afferma il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi.
Capelli: "Ministri della legalità a targhe alterne"
"Il Leoncavallo per 50 anni è stato un tassello importante della storia di Milano. Ha rappresento per tante generazioni uno spazio aperto, di socializzazione e cultura. È stato, anche per la mia generazione, un punto di riferimento per tante e tanti. E poi, a metà agosto, è arrivata la scelta del Ministro Piantedosi accompagnata subito dalle parole di Matteo Salvini. I Ministri della legalità a targhe alterne: distratti quando Casapound rimane serenamente al suo posto al centro di Roma".
Così Alessandro Capelli, Segretario del PD Milano Metropolitana.
"Ma noi che abbiamo a cuore la cultura dal basso, la socialità e la solidarietà guardiamo al futuro e ai bisogni della città. Per questo sosteniamo il lavoro del Sindaco e dell'amministrazione di trovare una strada trasparente e innovativa per lo spazio pubblico autogestito. D'altronde il futuro condiviso del Leoncavallo è una cosa che orgogliosamente il centrosinistra ha nel programma dal 2011. E di fronte a chi protegge Casapound e sgombera il Leoncavallo, la nostra strada è mettere davanti il diritto di Milano alla socializzazione e cultura dal basso".
Slogan e applausi dei sostenitori
"Viva il Leoncavallo" accompagnato da un lungo applauso. Fuori dal centro sociale sgomberato stamane si sono radunate alcune decine di persone. L' urlo per lo storico centro sociale, ripetuto due volte da uno dei presenti e stato accompagnato da un lungo applauso.
Majorino: "folle e strumentale farne un tema di "ordine pubblico"
"In pieno agosto, fregandosene del confronto in corso da tempo e dei tentativi di arrivare ad una soluzione positiva su cui erano impegnati in molti, tra i quali proprio gli esponenti del Leoncavallo, ecco che sgomberano il centro sociale.
Un luogo che era diventato nel tempo un laboratorio importante di iniziative culturali e sociali. Una realtà che considerare un tema di "ordine pubblico" è assolutamente folle e strumentale. Una scelta, quella del ministro Piantedosi, grave, salutata subito da quell'avvoltoio di Salvini".
Così il capogruppo del Pd in Regione, Pierfrancesco Majorino, sullo sgombero del Leoncavallo.
Boer: "crediamo in una città diversa"
"Noi speriamo non sia la fine, certo cercare un'alternativa adesso è molto difficile. Certamente ci rivolgeremo alla città per avere un riscontro": lo ha detto Marina Boer, presidente dell'associazione Mamme del Leoncavallo davanti all'area di via Watteau. Nel pomeriggio era prevista un'assemblea.
Il Leoncavallo, ha proseguito Boer ricordando quanto fatto nel corso del tempo
"è un posto che per 50 anni ha elaborato e proposto alla città dei modi diversi di rapporti sociali fra le persone, di produzione di attività culturale fatta in modi alternativi, per far vedere che è possibile gestire anche uno spazio del genere con rapporti sociali fra le persone, che hanno fatto delle attività diverse da quello che sta diventando il mondo, che sta diventando questa città, che è solo orientata verso la speculazione, verso i rapporti di denaro e non di qualità delle proposte che vengono messe in campo". "Noi continuiamo a pensare che una città dovrebbe essere un'altra cosa".
Monguzzi: "sfregio al Comune"
"Un'operazione sbagliata nel momento sbagliato. 'Sbagliata' perché il Leoncavallo è stato un punto di riferimento per la città tanto che il Comune su mia proposta gli ha conferito l'Ambrogino d'Oro. Momento sbagliato perché si stava arrivando a una soluzione".
Così il consigliere comunale dei Verdi, Carlo Monguzzi, presente all'esterno del Leoncavallo.
"In termini tecnici si chiama una 'Salvinata', ha aggiunto. "Penso che tutto il Comune sia incazzatissimo, è uno sfregio al Comune" che stava arrivando a una soluzione. "È un sberleffo al Comune".
Fratoianni: "sgombero ferita profonda per Milano"
"Lo sgombero del Leoncavallo è una ferita profonda per la città di Milano. Per oltre trent'anni il Leoncavallo ha arricchito la vita sociale della città, mettendosi a disposizione di centinaia di associazioni e di diverse generazioni di artisti e attivisti. E nulla è più carente nelle nostre città degli spazi sociali, culturali e democratici.
Ma nonostante questo la destra di governo si impegna a fare di peggio. Cancella spazi di vita, cultura e democrazia per lasciare al loro posto il deserto".
Così Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, sullo sgombero del centro sociale dove Alleanza Verdi Sinistra stava programmando la propria festa.
"Questo sgombero è lo sgombero di chi non tollera la politica come organizzazione dal basso delle persone, perché la concepisce solo come qualcosa calato dall'alto e al servizio della della speculazione e delle lobby. Come Salvini che oggi festeggia ed esulta, ma da giovane nel ‘94 lo difese da un altro tentativo di sgombero con un intervento in consiglio comunale. Probabilmente all’epoca Salvini era ancora sensibile ai problemi dei giovani e delle persone comuni, oggi invece ad interessarlo sono solo i profitti delle grandi lobby. Solidarietà al Leoncavallo e a chi con il suo attivismo ha dato vita per decenni ad uno spazio abbandonato".
Moratti: "segnale forte e chiaro, Stato che fa valere la legalità"
"Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo rappresenta un segnale forte e chiaro: lo Stato è tornato a far valere i principi di legalità e di rispetto delle istituzioni",
dichiara Letizia Moratti, Presidente della Consulta Nazionale di Forza Italia ed europarlamentare del Partito Popolare Europeo, già sindaco di Milano.
"Per oltre trent’anni, quell’immobile è stato occupato abusivamente, in spregio alla proprietà e al vivere civile. Oggi, grazie all’intervento deciso del Ministero dell’Interno e delle forze dell’ordine, si chiude una lunga stagione di tolleranza verso l’illegalità e si apre una nuova fase, che mi auguro possa essere improntata alla responsabilità, alla giustizia e alla tutela dell’interesse collettivo.
È tempo di promuovere un modello di città basato sul rispetto delle regole, sulla dignità degli spazi urbani e sulla sicurezza dei cittadini. Lo Stato non può più permettersi ambiguità o zone franche: serve coerenza, fermezza e una visione riformatrice capace di coniugare legalità e inclusione", conclude Moratti.
Fontana: "tanto tuonò, che piovve"
"Verrebbe da dire, viste anche le condizioni climatiche di queste ore a Milano, ‘tanto tuonò che piovve!'.
Ripristinare la legalità dovrebbe essere la normalità, con il Leoncavallo non è stato proprio così. Speriamo che l’azione delle forze dell’ordine, cui va il nostro ringraziamento, abbia un effetto definitivo".
Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commenta lo sgombero sui social.
Sala: "Comune non avvertito"
“Ieri ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della Polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledì. In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo. Per un’operazione di tale delicatezza, al di là del Comitato, c’erano molte modalità per avvertire l’Amministrazione milanese. Tali modalità non sono state perseguite. Ho ricevuto stamattina dal Prefetto la notizia".
Così il sindaco Giuseppe Sala in una nota.
"L’intervento sul Leoncavallo - prosegue - era sì previsto, ma per il 9 settembre. In considerazione di questa timeline ufficiale, come Comune avevamo continuato, con i responsabili del Leoncavallo, un confronto che portasse alla piena legalità tutta l’iniziativa del centro. Come sottolineato da alcuni quotidiani, si stavano valutando varie soluzioni a norma di legge, che potessero andare nel senso auspicato.
Sono convinto, e l'ho già dichiarato in precedenza, che il Leoncavallo rivesta un valore storico e sociale nella nostra città. È la mia opinione, so che le mie parole non troveranno d’accordo tutti. A mio parere, questo centro sociale deve continuare ad emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità. Da anni e anni è un luogo pacifico di impegno. Confermo la volontà di mantenere aperta l’interlocuzione con i responsabili delle attività del centro sociale”.

Il centro sociale di via Watteau

Le forze dell'ordine in via Watteau (Foto Mianews)

Le forze dell'ordine in via Watteau (Foto Mianews)

Il centro sociale di via Watteau (Foto Mianews)

Il centro sociale di via Watteau (Foto Mianews)
