"Per Lorenzo e per Giseppe"

La protesta degli studenti continua: "Ci riprendiamo la scuola per occuparci del nostro futuro"

500 studenti in piazza contro l'alternanza scuola-lavoro hanno chiesto una radicale riforma del sistema scolastico.

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Circa 500 studenti da tutta Milano questa mattina hanno manifestato per le vie del centro contro l'alternanza scuola lavoro e chiedendo una riforma del sistema scolastico.

Da Cairoli a Piazza Fontana

Questa mattina la manifestazione in Piazza Cairoli è iniziata verso le 9.30, una volta che tutte le scuole sono arrivate al punto di ritrovo, proprio sotto il furgoncino da cui già a partire dalle 9 qualche rappresentante degli studenti urlava le proprie ragioni.

Come sempre ragazzi eccitati, contenti di riscoprire sguardi amici, di trovare vecchie conoscenze e di vedere come anche questa settimana c’è ancora qualcuno che ha deciso di scendere in piazza per manifestare.

Il corteo da Piazza Cairoli si è districato tra le vie del centro a passo lento, a suon di musica e slogan contro un "Governo che non ha a cuore il futuro dei giovani, un Ministro Bianchi che deve dimettersi perché non sa gestire la scuola per le nuove generazioni e un’istituzione scolastica inadatta a formare nuove menti".

La manifestazione, durata tutta la mattinata, si è conclusa in Piazza Fontana con la promessa di riversi in piazza l'8 marzo per un nuovo corteo. Secondo le stime dei Carabinieri gli studenti presenti erano circa 500.

Perché gli studenti sono così arrabbiati?

Quello che stupisce, assistendo alle manifestazioni di queste ultime settimane, è la rabbia con cui gli studenti gridano quasi nel vuoto le proprie ragioni, nella speranza che finalmente qualcuno non solo le senta ma le ascolti davvero.

Tutto parte all'urlo "Ad ammazzarci non è l’erba, è questo sistema", detto tra il serio e il faceto. Poi però dal microfono si sente una voce vibrante, chiara e feroce:

"Lorenzo è vivo e lotta insieme a noi. Nel giro di un mese due studenti morti durante l'alternanza scuola lavoro: questo deve farci capire quanto il sistema scolastico stia cadendo a pezzi. Non si può morire di scuola.
Siamo oggi in piazza in tutta Italia per ricordare Lorenzo e Giuseppe, ma non siamo qui solo con la tristezza. Siamo con la rabbia di chi vuole che non muoiano più studenti, perché l’alternanza non ci deve più essere. Non devono più mandarci a lavorare gratis e ad imparare ad essere sfruttati [...].

La scuola è nostra e ce la riprendiamo assieme al nostro presente per occuparci del nostro futuro."

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Domande che mirano a scuotere le coscienze degli adulti

I megafoni, i microfoni, le urla e i cori erano sempre rivolti al cielo: volevano raggiungere più orecchie possibili, scuotere quante più coscienze disposte ad ascoltare. E' a tutti quegli adulti che si sono fermati a bordo strada durante il corteo, a quelli chiusi negli uffici, a quelli in piazza Affari e a quelli che li ascoltavano da dentro i più antichi palazzi milanesi, che questi giovani studenti si rivolgevano:

"Quanti altri giovani si dovranno suicidare prima che la salute mentale venga al primo posto?
Quante ragazze dovranno essere molestate prima che a scuola si assegni la sessualità e l’educazione al piacere sessuale?
Quando altri giorni dovranno morire uno stage? E quanti altri privati dovranno mettere le mani sul nostro futuro prima che venga abolita l’alternanza?
Quanto dovremo aspettare prima che vi accorgiate di quanto male siamo stati? Come possiamo essere sicuro se ci rubano il presente?"

Per Lorenzo, per Giuseppe

"La madre di Lorenzo ha detto che vedere migliaia di studenti in piazza è stato con me vedere per un’ultima volta suo figlio e dargli l’ultima carezza. Noi scendiamo in piazza perché nessuna famiglia debba più piangere un figlio o una figlia morta in alternanza scuola lavoro. Sulla loro morte il silenzio dello Stato e delle situazioni è stato di assordante, invece noi ora facciamo sentire la nostra voce perché la sentono anche le loro famiglie e tutti gli studenti che lottano e continuano a lottare."

Lancio uova contro la Polizia

Il corteo si è svolto in tranquillità  nonostante le piccole provocazioni dei manifestanti, eccezion fatta per qualche atto dimostrativo e scenico realizzato in alcuni punti strategici della parata: tra questi il blitz “make school not war” per chiedere al Governo di destinare maggiori fondi alla scuola riducendo quelli spesi per la guerra.

Anche questa volta nel mirino dei giovani la Sede Unicredit, colpita da uova rossa e cartelli contro lo sfruttamento lavorativo dei giovani e l'alternanza.

L’ultimo blitz è stato quello che ha visto una manciata di studenti infilarsi un caschetto rosso da operaio impugnando in mano il cartello “Stop all’alternanza” mentre un altro piccolo gruppetto ha impresso a terra la richiesta con la vernice.

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Uova contro la Polizia

Attimi di tensione sono stati vissuti quando con foga alcuni studenti hanno lanciato uova rosso sangue contro la Polizia, anche se la situazione è sempre rimasta sotto controllo e il gesto di sfida non ha provocato alcuna reazione da parte degli Agenti presenti.. se non quella di mettersi, lontano dalla folla, in tenuta anti sommossa. Un messaggio silenzioso ma chiaro, che evidente ha sortito l'effetto desiderato scongiurando eventuali scontri.

Una cosa è evidente, dopo questa ennesima mattina di protesta: siamo di fronti a giovani che non hanno più alcuna intenzione di mettere in muto e osservare a telecamera spenta la loro vita. Anzi: hanno così tanto da vivere e da recuperare che la pericolosa rabbia con cui lo gridano forte al vento dovrà necessariamente essere compresa e accolta per poter loro permettere di riappropriarsi di un futuro che stanno ardentemente pretendendo.

Giordana Liliana Monti

 

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