Fine della corsa

La Banda dei Rolex dietro le sbarre, a Milano avevano rubato 200mila euro di orologi

Il giudice Salvini ha emanato questa mattina l'ordinanza e tutti e tre i membri del gruppo criminale finiranno in carcere

La Banda dei Rolex dietro le sbarre, a Milano avevano rubato 200mila euro di orologi
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Il loro modus operandi era incisivo e preciso: individuavano la vittima, la minacciavano con armi da fuoco e strappavano gli orologi dai loro polsi.

La Banda dei Rolex finisce dietro le sbarre

Negli ultimi anni, Milano è stata teatro di una serie di furti di orologi di lusso eseguiti con precisione militare. Una banda di malviventi, noti come la Banda dei Rolex, ha seminato il terrore tra i possessori di preziosi orologi di marchi esclusivi come Patek Philippe, Hublot e soprattutto Rolex.

Armati e mascherati, i membri di questa banda hanno colpito senza pietà agendo con rapidità e determinazione ma ora la legge sta mettendo fine alla loro corsa. È stata infatti accolta oggi, sabato 9 dicembre 2023, dal giudice per le indagini preliminari la richiesta di custodia cautelare in carcere del pm.

Il carcere di San Vittore

200mila euro di bottino con lo stesso modus operandi

Il loro modus operandi era incisivo e preciso: individuavano la vittima, la minacciavano con armi da fuoco e strappavano gli orologi dai loro polsi. Coperti da caschi e a bordo di moto dotate di targhe false, fuggivano senza lasciare traccia, utilizzando anche la tecnica dello specchietto per despistare le vittime e svanire nel nulla. Con le loro malefatte, avevano racimolato un bottino da 200mila euro.

Un membro della banda durante uno dei furti

Per un intero anno, tra settembre 2020 e settembre 2021, la banda ha perpetrato una serie di rapine con uno schema così ben definito da diventare la loro firma. Tuttavia, il destino ha preso una svolta inaspettata per i membri di questo gruppo criminale quando un'azione il 20 gennaio 2021 ha portato alla loro identificazione.

Salvatore Dipino, uno dei componenti, si è trovato costretto a fuggire a piedi abbandonando il suo scooter sul luogo del crimine. Le telecamere di sorveglianza hanno catturato il suo volto e, nell'inaspettato colpo di fortuna per gli inquirenti, una mascherina chirurgica abbandonata sullo scooter ha rivelato il DNA di Giuseppe Pica, un altro membro della banda.

Tutti e tre dietro le sbarre

Questo indizio ha condotto le forze dell'ordine a fare passi da gigante nella risoluzione del caso. Seguendo le tracce e le registrazioni delle telecamere, gli investigatori hanno individuato il Bed & Breakfast dove il trio, originario del Sud Italia, alloggiava durante i loro raid a Milano.

La collaborazione tra le questure di Milano e Napoli ha portato all'arresto di Pica e anche di Mariano Conte, terzo membro della banda fermato dopo l'ultima rapina. Attualmente, Pica si trova già dietro le sbarre mentre Conte è agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

Tuttavia, Dipino, non soggetto a restrizioni, è rimasto in libertà. Il giudice Salvini ha però emanato stamattina un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per tutti e tre i membri della banda assicurandosi che non sfuggano alla giustizia.

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