Invasione di campo a San Siro: nel gesto di Alessio la denuncia per le precarie condizioni lavorative dei giovani
Nei suoi confronti è stato emesso un Daspo per 5 anni: lui però ha voluto spiegare il suo gesto dando luce a una problematica molto attuale.
Lo abbiamo visto tutti nel video dell'invasione di campo del derby Inter-Milan a San Siro di sabato scorso: lui è Alessio Guidotti, 21 anni, e nei giorni scorsi ha spiegato il perché del suo gesto "di protesta" contro la precarietà lavorativa dei giovani.
L'invasione di calcio per denunciare le precarie condizioni lavorative dei giovani
Si è buttato sul verde e curatissimo prato di San Siro durante il derby Inter-Milan di sabato 5 febbraio 2022, ha schivato numerosi placcaggi, corso per tutto il campo bloccando la partita e, naturalmente, ripreso tutto con il cellulare in mano per poi pubblicarlo sui canali social. Lui è Alessio Guidotti, in arte ghydos_, ha 21 anni e abita a Milano nelle case popolari di piazza Tirana, zona Barona, lavora nei catering di San Siro quando lo chiamano e ai microfoni di FanPage ha spiegato che la sua non è stata una "semplice invasione di campo" ma un gesto di protesta contro le precarie condizioni lavorative dei giovani, quelle che vive lui e l'intera sua generazione.
Ecco il video:
Guidotti era a San Siro quel giorno non per godersi la partita ma per lavorare come cameriere nel ristorante dello stadio, che si affaccia con una vetrata proprio sul campo. E proprio mentre serviva, dopo che uno degli ospiti gli ha ricordato che era lì per lavorare e portare i piatti e non per distrarsi guardando i giocatori, Alessio Guidotti ha deciso di agire. O almeno, questo è quello che ha raccontato ai giornalisti.
Alessio ha pensato, dopo quell'episodio ritenuta così umiliante, di diventare allora un giocatore per un minuto. E lancia un messaggio ai suoi coetanei: quello di continuare a credere sempre, anche se si viene trattati come schiavi. Ha ricordato che nessuno "ha diritto di dire ciò che sei, mai pensare di essere meno di qualcun altro solo perché stai servendo un piatto o perché stai portando qualcosa a qualcuno o perché stai lavorando per qualcuno. Siamo tutti così e ci vuole rispetto reciproco, se no la società non va avanti."
L'invasione di campo e il placcaggio
Dieci minuti prima della fine, dopo aver finito di servire e sistemato i tavoli, Alessio è entrato in azione invadendo il campo e correndo all'impazzata fino al momento del placcaggio, quando più persone lo hanno immobilizzato a terra con violenza.
Ci tiene a specificare che ha fatto la scena e se n'è andato, "non ha fatto del male a nessuno", ma lamenta che nei suoi confronti invece il comportamento è stato ben diverso. Pare infatti che i guardalinee e gli addetti alla sicurezza - cinque uomini, per tenerne fermo uno - lo abbiano colpito, tirandogli i capelli, strizzandolo e soffocandolo. Nei video che girano sui social si vede bene come uno di questi tiri volutamente dei pugni e Alessio ha dichiarato di essere stato anche insultato mentre era a terra.
Nei suoi confronti è stato emesso un Daspo di 5 anni, con il quale non potrà entrare allo Stadio per tutta la durata del provvedimento. Dal canto suo Alesso ha dichiarato che sporgerà denuncia per aggressione, perché "hanno esagerato".
Solidarietà dal movimento "Cambiare Rotta"
Nella giornata di giovedì 10 febbraio 20220, alla sede dell'Inter in viale della Liberazione, si è svolto un blitz del movimento 'Cambiare Rotta', in solidarietà ad Alessio. Quel gesto di protesta per denunciare le sue precarie condizioni di lavoro come cameriere nei catering di San Siro ha fatto evidentemente riflettere molti, alcuni dei quali - come il movimento - hanno deciso di agire.
"Di questo - affermano i giovani di 'Cambiare Rotta' - è fatta la realtà che sta dietro al mondo del calcio, divenuto sempre più elitario ed inaccessibile. La rabbia di Alessio, che per il suo gesto è stato picchiato dalla sicurezza e colpito da un Daspo di 5 anni, è la rabbia di un'intera generazione che grida la precarietà e lo sfruttamento a cui è condannata, di una generazione che all'affacciarsi sul mondo del lavoro sperimenta lo scarto tra le aspettative con cui è stata cresciuta e la realtà che effettivamente incontra, fatta di lavoretti sottopagati, a nero, in condizioni di sicurezza minime o inesistenti. Davanti a questa crisi di prospettive permanente, i giovani “sono tutti Alessio” e vogliono “una radicale alternativa".
Visualizza questo post su Instagram