Indagine anti spaccio: nell'occhio del mirino i pusher marocchini reclutati nel sudovest milanese
Gli spacciatori hanno creato un vero sistema di turnover Marocco-Lombardia: arrivano, spacciano e tornano in patria dopo pochi mesi
Indagine della Procura per smantellare la grande zona di spaccio nei boschi del varesotto: nell'occhio del mirino dei magistrati il giro di pusher marocchini reclutati nel sudovest milanese.
Il traffico Marocco-Lombardia per la grande zona di spaccio nel varesotto
CORSICO - La Procura di Busto Arsizio lavora senza sosta nell'inchiesta che dovrebbe chiarire il mondo criminale che gira intorno alla grande piazza di spaccio nella zona dei boschi della provincia di Varese, dove i pusher marocchini vengono reclutati soprattutto da Corsico e Rozzano.
Il Corriere della Sera nella primavera del 2023, ha fatto un reportage alla ricerca dei punti di partenza dei pusher in Marocco e un primo sviluppo italiano nell’hinterland di Milano "ovvero Corsico e Rozzano: bar, negozietti di alimentari e parrucchieri di proprietà o gestiti da connazionali che garantiscono un immediato ambientamento nella nuova realtà", scrive il Corriere.
L'indagine della Procura di Busto Arsizio porta a Corsico e Rozzano
Questo traffico Marocco-Lombardia è diventato punto decisivo delle indagini della Procura di Busto che vuole decisamente mettere in luce questo sistema che li ha portati ad arrestare e a interrogare alcuni spacciatori marocchini di Corsico e Rozzano che però negli interrogatori tengono la bocca chiusa e non non collaborano quasi per nulla coi magistrati e con le forze dell’ordine.
Il turnover dei pusher
Da quanto racconta sempre il Corriere i pusher hanno creato un vero sistema di turnover: arrivano in Lombardia dal Marocco dove non si fermano più di un paio di mesi, spacciano, intascano soldi e poi fanno ritorno in patria rendendo quasi ipossibile intercettarli, certo succede che le forze dell'ordine nel frattempo li becchino e li spediscano in galera, ma questo viene già messo in conto, anche questo fa parte del gioco.
Malgrado l'enorme difficoltà i magistrati non arrestano comunque il loro lavoro che si concentra soprattutto nei due comuni del sudovest dove le indagini antispaccio si allargano anche a malviventi italiani o addirittura della 'ndrangheta locale.
T.G.