Inchiesta ultras, uno degli arrestati accusato di aver commesso un omicidio nel 1992
Borgioli fu ucciso nel 1992 nei pressi dell’oratorio Don Orione, nel quartiere del Lorenteggio
Il caso si risolve dopo 32 anni grazie a un’intercettazione nell’ambito dell’inchiesta in corso sugli ultrà di Milan e Inter.
Inchiesta ultras, per un arrestato anche accusa di omicidio commesso nel 1992
MILANO - A uno dei 19 arrestati due giorni fa nell'inchiesta della Procura di Milano sugli ultras è stata notificata dalla Guardia di Finanza un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'omicidio, risalente a 32 anni fa, di Fausto Borgioli, ex appartenente al gruppo criminale capeggiato dal noto Francis Turatello.
Vicino a esponenti della ‘ndrina degli Staccu di San Luca
Si tratta di Pino Caminiti, 55 anni, il "re dei parcheggi di San Siro", pluripregiudicato e con precedenti per spaccio arrestato lunedì 30 settembre. Avrebbe ucciso a colpi di pistola il trafficante di droga Fausto Borgioli, fedelissimo del bandito Francis Turatello.
L'arrestato, di origine calabrese, è ritenuto dagli investigatori vicino a esponenti di spicco della ‘ndrina degli Staccu di San Luca, in provincia di Reggio Calabria e sarebbe l'autore materiale dell'omicidio. Gli investigatori ritengono che l'arrestato, dipendente di un imprenditore milanese impegnato nella gestione dei parcheggi adiacenti allo stadio Meazza, fosse l'intermediario tra le pretese estorsive del direttivo della Curva Nord e il suo datore di lavoro.
Borgioli fu ucciso nei pressi dell’oratorio Don Orione, al Lorenteggio
Le indagini sull'omicidio di Borgioli, svolte anche attraverso la lettura degli atti originali del fascicolo, hanno permesso di ricostruire le dinamiche e il coinvolgimento dell’indagato nell’esecuzione commessa nella serata del 19 ottobre del 1992 quando la vittima fu uccisa con cinque colpi d’arma da fuoco nei pressi dell’oratorio Don Orione, nel quartiere del Lorenteggio.
Le indagini
Le indagini dei tempi, anche a seguito delle dichiarazioni accusatorie rese da un collaboratore di giustizia, portarono a individuare quali possibili autori tre soggetti di origine calabrese, indagati per traffico di droga e vicini ad ambienti mafiosi, tra cui anche il dipendente dell’imprenditore milanese. Gli elementi raccolti non consentirono tuttavia di sostenere l’accusa.
La recente inchiesta sugli ultras ha permesso di acquisire nuovi elementi, innescati da una confidenza dall'arrestato al proprio datore di lavoro e confermati da successivi riscontri.