Gismondo vs Galli: la guerra dei virologi si sposta in Procura
La direttrice di Microbiologia clinica asserisce che grazie alla sua minaccia di denunciare il "sistema corrotto" alcuni piani non siano andati in porto.
Che tra Massimo Galli e Maria Rita Gismondo - rispettivamente primario del reparto di Malattie Infettive all'ospedale Sacco di Milano e direttrice di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica bioemergenze nel medesimo nosocomio - non corresse buon sangue era fatto noto. A scatenare l'ira pubblica del professore erano stato alcune dichiarazioni della dottoressa, proprio a inizio pandemia, in cui liquidava il Covid-19 a livello di un'influenza. Dopo la bufera che ha investito Galli su presunti concorsi unversitari truccati, Gismondo è stata ascoltata in Procura dove avrebbe rincarato le accuse a carico del collega, aggiungendo di essere colei che avrebbe minacciato di denunciare pur di far "saltare" il sistema illecito.
Concorsi truccati: Gismondo in Procura contro Galli
La dottoressa è stata sentita come persona informata sui fatti dai pm Carlo Scalas e Luigi Furno nell'ambito dell'inchiesta su presunti concorsi universitari di medicina truccati all'Università degli Studi di Milano nel 2019 e nel 2020, inchiesta che vede indagato 33 persone, tra cui il professore Massimo Galli e il virologo Massimo Andreoni.
Stando alle indagini dei carabinieri del Nas l'infettivologo avrebbe "turbato" con "promesse e collusioni, in violazione de principio di imparzialità", in concorso col direttore generale della Asst Fatebenefratelli-Sacco Alessandro Visconti e con la collega Manuela Nebuloni la procedura per assumere a tempo determinato 4 dirigenti biologi per favorire in particolare "due candidate". Ma la procedura non sarebbe andata a buon fine Gismondo si sarebbe messa di traverso minacciando di rivolgersi all'autorità giudiziaria. Prima della virologa del Sacco i pm hanno sentito anche Massimo Puoti, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale milanese Niguarda, che sarebbe stato penalizzato in uno dei bandi al centro dell'inchiesta a favore del virologo milanese Agostino Riva (anch'esso indagato) il candidato che ha vinto, nel febbraio 2020, un posto da professore di ruolo all'Università Statale.
Nonostante il presunto danno subito Puoti rilascia delle dichiarazioni tutt'altro che avvelenate nei confronti del primario del Sacco, reo - secondo l'indagine - di averlo stroncato:
"Ho risposto alle domande, i pm sono stati cordiali, ma non chiedetemi altro, mettetemi nei miei panni. Quello che posso dire è che rinnovo la mia stima a Galli e che non sono stato io a denunciare. Massimo Galli è un amico, è una persona che stimo molto, è stato un grande personaggio che va in pensione, ed è una persona assolutamente rappresentativa del meglio dell'infettivologia universitaria italiana. E' un sistema Paese in cui la meritocrazia non esiste. Non c'è mai un'inchiesta seria sul sistema Paese, ma si punta su un personaggio piuttosto che un altro invece di riconoscere che c'è un sistema generale a livello universitario e non solo. Che il sistema funzioni così è una cosa normalissima, non c'è niente da stupirsi; chi fa finta di non saperlo persegue questo o quello sulla base di inchieste mirate, si processa il dito e non si guarda la luna".
Nelle perquisizioni svolte ieri i carabinieri del Nas hanno sequestrato le mail di tutti gli indagati e la documentazione relativa ai 13 concorsi al centro dell'indagine: sono state effettuate inoltre le copie forensi dei pc e dei telefoni cellulari delle persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d'asta e falso in relazione ai bandi che sarebbero stati truccati. Il piano, secondo i carabinieri, non è andato a buon fine perché fortemente osteggiato dalla dottoressa Maria Rita Gismondo (non è indagata).
"Sono tranquillo"
Ospite la scorsa sera a Cartabianca il virologo ha commentato la vicenda:
"L'avviso di garanzia mi è stato consegnato quando la notizia era già su tutti i giornali. Francamente sono tranquillo, non ci vedo niente di particolare in quello che mi viene contestato, mi sembra non ci sia consistenza. Ho messo tutto in mano al mio avvocato."
A intervenire sulla vicenda anche Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova:
"Non posso commentare le indagini e la vicenda, perché non conosco il concorso e le persone coinvolte, ma ho una grande stima professionale di Massimo Galli. É una persona di grande integrità, come ho potuto constatare di persona, e la mia opinione su di lui non cambia, Spesso gli elementi d’accusa emersi in fase di indagini preliminari vengono poi smentiti in fase dibattimentale. Posso solo dire che la mia stima per Galli rimane intatta".
Intanto le indagini proseguono.