Fare il saluto romano durante una commemorazione non è reato, parola di Cassazione
Assolti quattro esponenti di Lealtà Azione protagonisti del gesto al Cimitero Maggiore di Milano nel 2016.
Negli ultimi giorni si fa un gran parlare di fascismo e dittature, tra le manifestazioni di sabato a Roma con l'assalto alla Cgil, l'arresto di uno dei leader di Forza Nuova e l'oscuramento del sito del gruppo di estrema destra. E in questo contesto arriva una sentenza della Corte di Cassazione sicuramente destinata a far discutere ulteriormente. Secondo i giudici della Suprema Corte il saluto romano non è reato se fatto in un contesto commemorativo, e così ha assolto quattro persone a processo per apologia di fascismo.
Il saluto romano non è reato se...
I fatti risalgono al 25 aprile 2016 quando al Cimitero Maggiore di Milano si era tenuta una commemorazione dei caduti della Repubblica sociale italiana di Salò. In quell'occasione, quattro esponenti di Lealtà Azione erano stati identificati a fare il saluto romano. Il procedimento era nato da un esposto dell'Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre, ma già in primo grado il giudice dell'ottava sezione penale Alberto Nosenzo li aveva assolti dal reato di apologia di fascismo (previsto dall'articolo 2 della Legge Mancino) perché il fatto non sussiste.
Le motivazioni
Nelle motivazioni della sentenza i giudici avevano allora parlato di "manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita", che non ha attentato alla "tenuta dell'ordine democratico". A far propendere per questa soluzione i giudici il fatto che i simboli erano stati esposti "all'interno di un contesto commemorativo" e "come tali, pertanto, privi di quella offensività concreta vietata dalla legge". Motivazioni simili a quelle che in diversi altri processi hanno portato ad assoluzioni e proscioglimenti, anche sulla base di giurisprudenza della Cassazione.
Verdetto ribaltato in Appello e di nuovo in Cassazione
Il pubblico ministero però aveva proposto appello e gli imputati erano stati condannati a due mesi e dieci giorni di reclusione. La difesa dei quattro imputati aveva però impugnato la sentenza arrivando dunque sino alla Cassazione, che ha dato il verdetto definitivo: sentenza d'Appello annullata senza rinvio. Dunque il saluto romano è concesso, purché in un contesto commemorativo.