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Epatite pediatrica: in Lombardia sono 9 i casi accertati, due all'Ats Milano

Moratti ha subito rassicurato che si tratta di casi controllati, già guariti o in via di guarigione.

Epatite pediatrica: in Lombardia sono 9 i casi accertati, due all'Ats Milano
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Crescono, seppur restando sotto il vigile controllo dei medici, i casi di epatite la cui origine è ancora misteriosa nella nostra Regione: in Lombardia attualmente si sono registrati 9 bambini infetti e due in fase di accertamento. Moratti ha subito rassicurato che si tratta di casi controllati, già guariti o in via di guarigione.

9 casi accertati in Lombardia

Dei nove casi accertati in Lombardia due sono stati rilevati dall'Ats Milano, due da Ats Insubria, due da Ats Brescia e tre da Ats Bergamo. Sette casi hanno riguardato (o riguardano, se non sono ancora stati dimessi) bambini tra 0-4 anni, uno tra 5-9 anni e uni con più di 10 anni. Tra loro un paziente è stato trapiantato, uno ha un esito in attenzione, gli altri hanno esiti non gravi (dimessi o in miglioramento).

La vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti ha spiegato che è in corso un’attenta sorveglianza epidemiologica volta ad ottimizzare la sorveglianza di eventuali nuovi casi di epatite acuta nella popolazione pediatrica.

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La possibile causa

L'adenovirus resta il "sospettato numero uno", ma non vi sono ancora certezze sulle cause della patologia. L'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA), in un report, ha messo sul tavolo l'ipotesi al momento più plausibile:

"L'adenovirus è l'agente patogeno più comune rilevato nel 75% dei casi confermati, in particolare il ceppo di adenovirus chiamato F41 sembra la causa più probabile".

Gli scienziati stanno studiando se c'è stato un cambiamento nella composizione genetica del virus che potrebbe innescare più facilmente l'infiammazione del fegato. Nel report dell'agenzia, aggiornato al 25 aprile e diffuso dai media inglesi, si sottolinea che la maggior parte dei bambini che contraggono l'adenovirus non hanno sintomi particolarmente gravi.

Un'altra possibile spiegazione è che le misure di precauzione imposte nella pandemia potrebbero aver portato i bambini piccoli a essere esposti per la prima volta all'adenovirus in un momento successivo della loro vita rispetto a quando normalmente accade, scatenando una risposta immunitaria più vigorosa in alcuni. Non si esclude nemmeno che una recente infezione da Covid potrebbe essere un fattore scatenante per i problemi al fegato insieme all'adenovirus.

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