Donna violentata in strada, risolto cold case dopo 14 anni: arrestato lo stupratore
Gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale e rapina, entrambi aggravati.
Donna violentata in strada, risolto cold case dopo 14 anni: arrestato lo stupratore.
Donna violentata in strada, risolto cold case dopo 14 anni: arrestato lo stupratore
MILANO – Caso risolto dopo 14 anni. Un’attività di indagine difficile, come racconta giornaledeinavigli, coordinata dal V Dipartimento della Procura della Repubblica di Milano (Proc. Agg. Maria Letizia Mannella e Sost. Proc. Alessia Menegazzo).
Arrestato il responsabile
Dopo serrate ricerche, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia carabinieri di Porta Monforte hanno rintracciato e dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip Tommaso Perna nei confronti di un cittadino algerino di 49 anni, senza fissa dimora, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio e la persona. È gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale e rapina, entrambi aggravati, in danno di una donna italiana 41enne all’epoca dei fatti.
La vicenda risale al 20 agosto 2006
Al pronto soccorso della clinica Mangiagalli di Milano, si presenta una donna sotto choc. Riferisce ai medici che, alle 6 del mattino, mentre stava raggiungendo a piedi la fermata dell’autobus per recarsi a lavoro, era stata avvicinata da un cittadino nordafricano, il quale, con la scusa di domandare l’ora, l’aveva afferrata per le braccia, poi, le ha messo una mano davanti alla bocca per impedirle di chiedere aiuto e l’ha trascinata con violenza in un’area dismessa dove, minacciandola con una grossa pietra, l’aveva costretta a spogliarsi e a subire ripetuti atti sessuali.
Subito dopo, le aveva strappato una catenina d’oro, rubato venti euro e il telefono cellulare, dandosi alla fuga nelle vie limitrofe. Nel corso del tempestivo sopralluogo eseguito da personale del Nucleo Operativo e della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale carabinieri di Milano, sono stati repertati alcuni mozziconi di sigaretta, uno dei pendenti che indossava la donna, il sasso utilizzato come arma e un capello nero. I reperti, oltre ai tamponi e ai vestiti indossati dalla vittima al momento dei fatti, sono stati inviati al R.I.S. di Parma per gli accertamenti biologici finalizzati all’estrazione di un eventuale profilo genetico.
Il contributo dei R.I.S. di Parma
All’esito dei test era stato possibile estrarre un profilo dna maschile, appartenente alla stessa persona, ricavato da due reperti (un mozzicone di sigaretta e le tracce biologiche presenti sul tampone a cui si era dovuta sottoporre la vittima). Tuttavia, non essendo emersi ulteriori elementi nel corso delle incessanti attività d’indagine volte a identificare l’autore dell’efferata violenza, il procedimento penale è stato archiviato.
Il 30 novembre 2020 (a distanza di 14 anni), il R.I.S. di Parma ha comunicato che la Banca Dati Nazionale DNA (istituita con la Legge 30 giugno 2009, n. 85, con cui l’Italia ha aderito al Trattato di Prüm del 2005, ma divenuta operativa a partire dal mese di gennaio 2017) aveva accertato una concordanza positiva (match) tra il profilo dna maschile tipizzato attraverso gli accertamenti biologici eseguiti sui reperti rinvenuti sulla scena del crimine con quello estrapolato da un tampone salivare eseguito all’indagato presso il carcere di San Vittore (dove si trovava ristretto nel 2017 perché responsabile di furto e, successivamente, scarcerato).
Arrestato e riportato in carcere
I militari del Nucleo Operativo della Compagnia Milano Porta Monforte, a seguito della riapertura delle indagini e di una complessa attività info-investigativa anche di tipo tecnico, hanno avviato serrate ricerche che hanno consentito di rintracciare l’indagato e di portarlo in carcere.