Corso Garibaldi, sospesa la pronuncia del Tar: i locali possono di nuovo chiudere alle 2 di notte
E' polemica fin dall'inizio: dalla movida, alla pronuncia del Tar, alla richiesta di Sala di aver maggiore "tolleranza" fino a giungere all'ordinanza che dispone la sospensione delle limitazioni.
E' polemica fin dall'inizio: dalla movida, alla pronuncia del Tar, alla richiesta di Sala di aver maggiore "tolleranza" fino a giungere all'ordinanza che dispone la sospensione delle limitazioni.
(In copertina foto di claudiopoggio.ph)
Sala chiede uno sforzo in più ai residenti
A inizio settimana il sindaco Sala si era già pronunciato sul tema "dehors" all'aperto, ormai caldo e vivo da quanto più municipi di Milano stanno chiedendo limitazioni appellandosi e seguendo a ruota la pronuncia del Tar Lombardia aveva confermato i diritti dei residenti di corso Garibaldi al riposo notturno disponendo dei limiti alla movida milanese. In quell'occasione Sala aveva dichiarato che:
"Questo è un anno particolare, in cui c’è bisogno di lavorare. È chiaro che non immagino in condizioni normali una diffusione così larga degli spazi all’aperto, ma quest’anno va un po’ così. Ne dobbiamo tenere conto: i locali e le discoteche sono chiusi e i ragazzi da una parte e dall’altra stanno in giro. Io capisco che in alcune vie sia difficile, ma chiedo un po’ a tutti tolleranza per quest’anno”.
In sostanza il sindaco Sala chiedeva uno sforzo in più rispetto a quello chiesto normalmente ai residenti delle zone più movimentate e affollate di Milano: i ristoratori hanno risentito della pandemia e tagliare loro la testa proprio mentre la stanno rialzando sarebbe troppo.
LEGGI ANCHE: Sulle orme di Corso Garibaldi anche il Municipio 1 fa guerra ai dehor notturni
Il Consiglio di Stato sospende la pronuncia del Tar
A stravolgere le carte in tavola (ancora) questa volta ci ha pensato il Consiglio di Stato che nelle scorse ore ha sospeso fino al 15 luglio l'ordinanza del Tar che a inizio mese aveva dato ragione ai residenti di Corso Garibaldi 104, pronuncia destinata a fare storia e che fa discutere da settimane.
Il Tar della Lombardia aveva confermato "in dipendenza del contenuto delle relazioni tecniche depositate da Arpa, l’esistenza di una connessione tra il superamento dei limiti acustici e la “vendita di bevande, anche per asporto, in orario notturno" (da parte dei locali della zona). In sostanza secondo i giudici amministrativi lombardi il caos generato dalla movida milanese è legato al fatto che i locali siano aperti e consentano l'acquisto di bevande fino a tarda notte. Questo fattore è però slegato dal tipo di bevanda venduta: si legge nella sentenza che "l’introduzione di un divieto riferito alla vendita solo di bevande alcoliche non è coerente con l’esigenza di contenere le immissioni sonore e non integra una corretta esecuzione della decisione giurisdizionale".
E' per questo motivo che, nel tratto dell'affollato corso Garibaldi che interseca via Moscova e via Marsala e in largo La Foppa, è stato disposto il divieto di vendere alcol d'asporto dalle 10 di sera in poi e imposto l'obbligo ai dehors dei locali di rimanere aperti fino alla mezzanotte.
Decisione ora sospesa fino alla metà del prossimo mese, quando si terrà l'udienza del merito del Tar (il 16 luglio).
LEGGI ANCHE: Corso Garibaldi si spegne a mezzanotte, ma i ristoratori non ci stanno
Torna tutto "alla normalità"
Per i prossimi 20 giorni i locali della zona interessata possono quindi proseguire "tranquillamente" la propria attività, senza limiti e vincoli imposti dai giudici. Grande è la soddisfazione da parte dei ristoratori che, seppur coscienti si tratti di un provvedimento temporaneo, sono lieti di poter servire i propri clienti senza pensare di doverli cacciare.
Visualizza questo post su Instagram
Ma i Comitati di quartiere non sono affatto soddisfatti.. ed è subito polemica politica
Non sono in alcun modo soddisfatti invece i comitati di quartiere, tra i quali, l'associazione Proarco Sempione, il comitato dei Navigli, il Comitatosantagostino, il comitato Garibaldi – Largo La Foppa, il comitato Archinto (quartiere Isola), il comitato di via Melzo e di via Lambro (quartiere Porta Venezia) e il comitato del Lazzaretto (quadrilatero del Lazzaretto, Porta Venezia) che rispondono alla richiesta di Sala di "pazientare":
"Riteniamo irricevibile la cosiddetta richiesta di 'tolleranza' posta dal sindaco Giuseppe Sala ai residenti milanesi vessati da una movida selvaggia libera di agire indisturbata e insostenibile da anni, perfino durante una pandemia. Una 'tolleranza' che sottende a una rinuncia da parte dei cittadini di diritti fondamentali protetti dalla costituzione. Sala si vergogni".
Dello stesso parere la controparte politica che, tramite le parole dell'assessore De Corato, esprime bene il pensiero:
“Non si può lasciare la città allo sbando e poi, con la scusa del periodo difficile che stiamo vivendo, chiedere ai milanesi ‘tolleranza’. Se lo stesso caos che si concentra nelle zone della movida come, ad esempio, via Lecco o le Colonne di San Lorenzo, fosse sotto casa del primo cittadino, quanto durerebbe? Bisogna ‘disturbare i disturbatori’, ovvero tutti gli sbandati che spesso si portano da bere o assumono stupefacenti e disturbano in preda all’alcool o alla droga arrivando addirittura a sfidarsi con coltelli e machete.
I milanesi, in quest’ultimo periodo, si sono già dimostrati ampiamente tolleranti: urla, grida, schiamazzi, aggressioni, accoltellamenti, regolamenti di conti e persino spari sotto le loro finestre grazie alla movida selvaggia. Tuttavia, come è normale che sia, non accettano che a Milano, in particolar modo nelle zone interessate dalla vita notturna, non vi sia alcun controllo.
Il Sindaco non può nascondersi dietro alla crisi economica per giustificare comportamenti incivili e le sue mancanze! È vero, questo è un anno particolare e bisogna andare incontro ai commercianti che, però, chiedono per primi più sicurezza! Servono, specialmente nelle zone della movida, pattuglie dinamiche miste composte da alcuni agenti di Polizia Locale e alcuni poliziotti o carabinieri”.